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CITTÀ
Slot a Monfy [Gianni Spizzo]
Reportage da mondi dietro l’angolo l’ango
In primo piano la bocca semiaperta di un
anziano insaccato nei suoi indumenti, abbandonato
sulla sedia, immobile nel sonno:
un gomito sul tavolino, il braccio a puntellare
la testa reclinata, la guancia stirata
nel palmo della mano e il mento fi ccato
nel collo. In basso all’inquadratura la patta
sbottonata, a terra tra le sue gambe un
sacchetto di nylon strettamente annodato,
dal contenuto ignoto. Uno zoom su quella
faccia ti rivela la perfetta estraneità dell’uomo
a quanto lo circonda, segnatamente al
gorgoglio che spandono le sette slot machine
accese lungo la parete che gli fa da
sfondo. E’ circolare come la balbuzie di sette
tacchini impazziti, un’ipnosi che pervade
l’ambiente mescolandosi con le canzonette
di Radio Birikina e la luce al neon.
L’atmosfera del barino di periferia ti fi ltra
nella testa alla svelta, conviene lasciarla
fare, tenere i timpani rilassati e gli occhi
spenti, inutile ogni resistenza, così cominci
ad assumere la stessa aria da comparsa
che contraddistingue gli avventori e la
signora dietro il bancone. Qui sembrano
esperti nell’arte. Ti siedi a un tavolino con
il caffè in mano, apri il giornale e fai fi nta di
leggere. Sei tra l’entrata e la postazione del
superenalotto: dove puoi pagare anche il
bollo auto, ti spiega un cartello. Sì, probabilmente
l’unica maniera per infi larti senza
danni nella realtà allo stato puro è proprio
far fi nta di niente. Noti che nel panorama
manca una tele accesa, nessuna distrazione
a parte le slot, curioso, ma neanche tanto,
magari è una strategia di marketing...
Hanno dei nomi le macchine, mentre chi
gioca potrebbe non averne: Cluny-Slot Royal-Slot
Casinò-Atlantide Sphinx-Diamante
Master-Casinò One-Master New-Slot-Casinò,
hanno vita propria le slot, quella dei
giocatori non sembra tale, come ridotta al
minimo indispensabile per cacciare moneta
nelle apposite fessure e premere il tasto
Gulp
Gossip
e c’è una cosa che trovo in-
S sopportabile è il continuo
uso del gossip in politica. Non
sopporto che in città non si parli d’altro che del destino,
che appare segnato, del cavaliere de noartri, del geometra
Nicoli sempre più ex leader locale di Forza Italia.
E’ mai possibile che non si possa più bere un bicchiere o
un caffé in santa pace senza che qualcuno non ti venga a
raccontare che ormai il suo tempo è fi nito?
Che le trame interne al partito non gli lasciano scampo?
Che gli vien addebitata la scarsa leadership sull’assottiglia-
14 • M T•
aprile 2009
che mette
in rotazione
le icone
multicolori
nei display.
Sì, nessun
protagonista sulla scena, solo comparse.
Sfarfallii di cuori picche fi ori carote ciliegie
eccetera tengono la scena. In bella mostra
un avviso: Si prega la gentile clientela di
non giocare con più di due macchine contemporaneamente.
Una punta di moralismo non guasta di
questi tempi, d’obbligo la moderazione.
Poi però, se chiedi, magari vieni a sapere
che cominciano alla mattina prima di fi lare
in fabbrica o a far la spesa, che tanti si giocano
la busta paga, o la cassa integrazione,
la pensione. Che a metà mese tanti restano
a secco. Che tanti sono strangolati dalle
fi nanziarie. Tanti e tante, perché girano anche
donne, in età, sole in genere, ansiolitico
birretta e slot. Come ce l’avessero stampato
addosso, basta un’occhiata. Ma così si assicurano
qualche ora di relax ogni giorno,
perché per tanti di questi magari è più importante
passare il tempo che vincere.
Te ne parlava un cliente fi sso, senza imbarazzo,
sottolineava che è normale, proprio
naturale distrarsi, rilassarsi, che questo è il
posto, che il bingo per esempio è troppo
impegnativo, mica per niente è fallita subito
la sala che hanno aperto tre anni fa. Poi
per gli slot-tossici da bar di andare ai casinò
oltre confi ne non se ne parla, in genere,
specie adesso con la crisi, ha precisato,
al più una tantum... E quando non c’era la
crisi, c’era comunque troppa gente, si facevano
arrivare comitive di veneti al Perla, il
casinò più trendy, sa? Pulman gratis. E comunque
la bibita là mica te la regalano. E
se sei donna devi anche trovare qualcuno
che ti accompagni, sole dà ansia. Diventa
complicato.
Al bar invece è tutto più semplice, più normale,
puoi giocare con l’aria di uno che lo
fa così tanto per fare. Poi tanti e tante non
vanno neanche più in centro, restano in
zona, mondanità zero. Vanno fuori zona
solo per lavorare o per la spesa, se hanno
due ore che gli avanzano restano in zona.
Non gli frega del centro, se vuoi vedere
gente, vederla e basta, vai all’ipermercato,
all’Emisclero, oggi come oggi. Non c’è più
niente di speciale in centro. Così pensano.
Magari gli mette anche ansia. Aveva aggiunto.
Si ricordava che il posto era ancora un’osteria
due gestioni fa, che si giocava a briscola
e tresette, bicchieri più che altro, d’estate
anche fuori sotto il pergolato, al massimo
qualche carta da diecimila lire a ramino, ma
che si parlava. Occorreva ancora parlare per
riempirsi la testa. Altri tempi. Ora è fi nita
quella moda, si risparmia il fi ato per le slot.
No? L’attuale gestione è di tre sorelle, una
forza, si danno il turno così possono tenere
aperto dalle cinque alle dieci della sera, orario
continuato, possibile che sia una miniera
d’oro... ti ha confi dato abbassando la voce.
Comunque deve sapere che posti così esistono
perché rendono. Chi non gioca, passa
per le sigarette, specie la sera quando i tabaccai
han chiuso, effetto ultima spiaggia... Si
vedono anche i Bangla qualche volta, specie
quando fi niscono i turni al cantiere, arrivano
soli, non amano esser visti dai compatrioti,
e con la scusa delle sigarette si scolano un
bicchiere, anche due, tre. Alla chetichella entrano,
ancora con la tuta di lavoro, trincano
e ripartono in bici. Qua per loro è perfetto,
nessun testimone, come per i nostri peraltro.
Nessuno che ti giudichi, ti fai le tue storie e
scompari quando hai fi nito.
Sì, qui nessuno parla più, chiedono le sigarette,
da bere, cambiano i soldi e attaccano
con le slot. Quasi non ci si guarda, come ai
servizi di un autogrill, perfetto anonimato. La
più parte staziona sui trampoli a schiacciare
i pulsanti con regolarità implacabile, fi nché
ogni tanto lo scroscio metallico di un jack
pot libera una leggera eccitazione nell’aria,
che sfuma completamente nei lunghi intervalli
in cui nessuno vince. Così verosimilmente
ogni giorno. Tu intanto hai fi nito il caffè,
hai sfogliato tutto il giornale, non ti resta che
alzarti per pagare. Esci, c’è tutto il vuoto di
una notte qualsiasi ad aspettarti fuori. L’importante
è non provare paura, pensi, che
l’importante è tenere i nervi a posto... ❒
to gruppo consiliare?
Che ormai ha perso ogni appeal ed ogni appoggio?
Che non arriva all’estate?
Basta, non se ne può più! Se si parla di politici si parli di
politica e non di pettegolezzi.
Si parli di cosa hanno fatto, di qual è il segno che vogliono
lasciare nella nostra città, di quali sono i loro progetti per
la comunità.
Per esempio Nicoli...Ehm, per esempio Nicoli...ha fatto...
ehm, ha fatto..., farà...ehm...
Bon, insomma, l’ importante è non fare gossip.