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CITTÀ<br />

L’Anomalia Monfalcone<br />

La recente vicenda degli arresti per presunto spaccio di sostanze stupefacenti<br />

evidenzia la dimensione del “ragionamento” politico nei nostri palazzi.<br />

C<br />

hiunque ha a che fare con gruppi più<br />

o meno spontanei di giovani in città<br />

sa per esperienza che si sta parlando<br />

di una categoria sempre più avulsa dalle<br />

dinamiche sociali, tranne in pochi lodevoli<br />

casi, e percepisce una realtà cittadina<br />

che sembra partire dai 25 anni in su. Al di<br />

sotto di tale soglia tutto sembra non comprensibile,<br />

ambiguo, invisibile.<br />

Le stesse caratteristiche che entrano in<br />

gioco quando si parla delle problematiche<br />

più rilevanti che interessano il mandamento<br />

quali la casa, le ditte in subappalto<br />

presso Fincantieri, l’abuso del territorio,<br />

le infi ltrazioni camorristiche, per citare<br />

alcuni esempi.<br />

In compenso tutto ciò viene sistematicamente<br />

coperto da un dibattito pubblico sul<br />

sesso degli angeli qual è la “sicurezza” e<br />

sul quale convergono i punti di vista di<br />

quasi tutto l’arco politico. Si spendono un<br />

sacco di risorse pubbliche in telecamere<br />

inutili e ci si dota perfi no di un assessorato<br />

al nulla che ha l’unico compito di normare,<br />

a suon di divieti, ogni comportamento ritenuto<br />

offensivo dal bisiaco medio benpensante.<br />

Fino ad arrivare all’eliminazione di<br />

ogni spazio di socialità che non sia il bar<br />

“consuma e via”, mettendo in campo armi<br />

di dissuasione, divieti di assembramento,<br />

istruzioni sul come si sta composti su una<br />

panchina, ecc.<br />

La classe politica attuale sta quindi, colposamente,<br />

privando la città di ogni possibile<br />

futuro che non sia quel reiterato e<br />

sconfortante presente che abbiamo tutti<br />

6 • M T<br />

• aprile 2009<br />

sotto gli occhi.<br />

Fin qui nulla di diverso dal resto d’Italia,<br />

dove queste dinamiche sono, talvolta, anche<br />

tragicamente più avanti come Verona,<br />

Parma, Roma, Padova.<br />

L’Anomalia che rende diverse le vicissitudini<br />

del monfalconese si esprime invece<br />

nel connubio tra quest’impostazione politica<br />

e parte non irrilevante delle istituzioni<br />

preposte alla gestione delle dinamiche<br />

sociali, Procura e forze dell’ordine per la<br />

precisione.<br />

La recente vicenda degli arresti per presunto<br />

spaccio di sostanze in un servizio<br />

attivato con il comune di Monfalcone e in<br />

un bar del centro evidenzia la dimensione<br />

del “ragionamento” politico nei nostri<br />

palazzi.<br />

La Procura di Gorizia, giova ricordarlo,<br />

è responsabile della non attivazione di<br />

centinaia di cause legate all’esposizione<br />

all’amianto tanto che è dovuto intervenire<br />

personalmente il Presidente della repubblica<br />

ed il Tribunale di Trieste per avocare<br />

alcuni procedimenti ed evitare la prescrizione.<br />

La scusa uffi ciale della Procura di<br />

Gorizia: la cronica carenza di personale e<br />

risorse. Vediamo quindi su cosa sono state<br />

così duramente impegnate le poche “risorse”<br />

disponibili. Un’indagine durata anni<br />

per costruire un teorema probatorio atto ad<br />

eliminare dalla scena pubblica tutti quegli<br />

attori che, con la loro attività sociale, hanno<br />

tentato in questi anni di porre alcune<br />

criticità al “modello” Monfalcone.<br />

Si è partiti da lontano utilizzando il grimaldello<br />

della diffusione<br />

delle sostanze<br />

leggere e, tramite<br />

metodi ben poco ortodossi<br />

operati dalle<br />

forze dell’ordine per<br />

raccogliere testimonianze<br />

- tecnicamente<br />

denominate “sic”,<br />

sommarie informazioni<br />

testimoniali -,<br />

si è seminato letteralmente<br />

il terrore<br />

tra decine e decine di<br />

giovani e giovanissimi<br />

del mandamento,<br />

disposti a rilasciare<br />

qualsiasi dichiarazione<br />

pur di non ca-<br />

[di Mauro Bussani]<br />

dere nella categoria dei “criminali”, come<br />

vengono defi niti coloro che vengono sorpresi<br />

con qualche spinello in tasca.<br />

Alemanno, il sindaco della capitale, qualche<br />

mese fa ha affermato che bisogna tenere<br />

sotto controllo e sotto pressione tutta<br />

quella fascia di popolazione diversa, marginale,<br />

precaria e giovane che, in quanto<br />

non perfettamente catalogabile, costituisce<br />

motivo di allarme sociale.<br />

Pensiero pericoloso, questo, ma perfettamente<br />

declinato in casa nostra dalle istituzioni<br />

preposte e avvallato dalla politica di<br />

centrosinistra che ci amministra.<br />

Tanto da arrivare ad una situazione di<br />

coprifuoco dove le vie del monfalconese<br />

sono letteralmente deserte dopo le otto di<br />

sera e dove l’avventurarvisi corrisponde<br />

sicuramente all’essere fermato, controllato,<br />

avere grane di vario genere. Soprattutto<br />

se si è in giovane età.<br />

Qualche solerte Pm della procura ha poi<br />

pensato di sprecare ulteriori risorse in<br />

dispositivi tecnologici di controllo ed indagine,<br />

a utilizzare persone ricattabili in<br />

quanto in stato di marginalità sociale, a<br />

riassemblare a propria utilità migliaia di<br />

atti di indagine così ricavati.<br />

E naturalmente a convincere un Gip a<br />

incarcerare nella forma della custodia<br />

cautelare preventiva i tre, probabilmente,<br />

più conosciuti attivisti politici dell’isontino.<br />

Oltre ad altre tre persone, per oltre<br />

17 giorni nelle patrie galere di Udine e<br />

Gorizia.<br />

17 giorni è esattamente il tempo che è<br />

durato il teorema. Infatti il Giudice del<br />

riesame proprio qualche giorno fa li ha<br />

rimessi in libertà constatando, da una parte,<br />

l’inutilità preventiva della restrizione<br />

– l’arresto avveniva ben 6 mesi dopo<br />

l’ultimo atto di indagine – e, dall’altra,<br />

mettendo completamente in discussione i<br />

metodi di indagine, riconoscendo la non<br />

utilizzabilità di gran parte delle testimonianze<br />

raccolte e dichiarando illegali le<br />

intercettazioni tecnologiche.<br />

Sullo sfondo, il convegno sulle sostanze<br />

che Giovanardi ha organizzato a Trieste<br />

dal 12 al 14 marzo prossimi. Convegno<br />

contro il quale un nutrito cartello di realtà<br />

sociali si sta organizzando in modo critico<br />

e, tra queste, proprio gli attivisti arrestati<br />

e le associazioni presenti in via Natisone<br />

1 a Monfalcone, realtà conosciuta come

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