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E’ una storia vestita di nero<br />

Primum vivere, deinde philosophari<br />

significa: Prima vivere e poi filosofare;<br />

cioè prima viene la vita materiale<br />

e terrena e poi la filosofia. Questa<br />

frase di Aristotele vorrebbe stabilire che<br />

il nutrimento del corpo viene prima di<br />

quello della mente. Ma quante cose posso<br />

essere subordinate al “mangiare”?<br />

Anche la salute e la vita stessa?<br />

Otello Bosari è stato consigliere regionale<br />

del Partito comunista italiano nelle prime<br />

legislature dopo la costituzione della regione<br />

Friuli Venezia Giulia, dal 1964 al 1978.<br />

Si è sempre occupato di urbanistica e di<br />

pianificazione territoriale con competenze<br />

universalmente riconosciute tant’è che<br />

ancor oggi è ricordato per essere stato uno<br />

dei protagonisti della ricostruzione dopo il<br />

terremoto. Con lui è venuto a Monfalcone<br />

Adriano Biasutti che della regione è stato il<br />

presidente un po’ dopo e da democristiano,<br />

circostanze che però non gli hanno impedito<br />

di essere amico di Bosari.<br />

Arrivano in Monfalcone per presentare<br />

l’ultimo libro di Otello: Luci e ombre del<br />

riformismo liberale italiano di cui ho curato<br />

l’editing e ora la presentazione in libreria<br />

Rinascita.<br />

La presentazione in forma d’intervista a tre<br />

riesce bene, il pubblico è numeroso, verso<br />

la fine esordisco col dire che le ultime<br />

domande avrebbero riguardato la città e il<br />

Territorio di Monfalcone.<br />

Da quello che era il vostro osservatorio<br />

in regione come percepivate il territorio<br />

di Monfalcone. Per voi era Friuli o Venezia<br />

Giulia?<br />

[A.B.] Sicuramente Monfalcone non è in<br />

Friuli ne’ culturalmente ne’ come identità,<br />

ma la sua crescita e la sua evoluzione sono<br />

sicuramente legate più al Friuli che a Trieste<br />

tant’è che nella politica illiana c’è una<br />

componente penalizzante per quest’area<br />

che è quella della grande viabilità.<br />

Del resto sono stato proprio io a proporre<br />

provocatoriamente l’assemblea delle province<br />

friulane...<br />

Presidente Biasutti, allora la devo interrompere...<br />

l’assemblea delle province<br />

friulane, che gli autonomisti volevano<br />

fosse prevista dallo statuto della regione,<br />

è un aggregazione istituzionale su base<br />

etnica. Ora nessuno preconizza per il<br />

FVG scenari balcanici, però molte delle<br />

affermazioni del vate dei serbi di Bosnia<br />

Radovan Karadzic: noi non siamo come<br />

voi, noi parliamo una lingua etc... hanno<br />

qualcosa a che fare con le analoghe affermazioni<br />

di alcuni autonomisti friulani...<br />

[A.B.] Chiariamo su questo, io sono friulano,<br />

parlo friulano e mi sento totalmente<br />

friulano, ma sono fortemente contrario all’utilizzo<br />

della lingua per la costruzione di<br />

identità...<br />

E Tu Otello (Bosari), che ne pensi?<br />

[O.B.] Bisogna andare cauti su questo terreno,<br />

in questi ultimi giorni, a Udine, negli<br />

ambienti nazionalisti si è manifestato il<br />

rifiuto perfino per il coordinamento delle<br />

università perché questi signori sostengono<br />

che l’università friulana debba mantenere<br />

l’identità friulana. È uno dei peggiori argomenti<br />

che si possano sostenere in questo<br />

momento...<br />

[A.B.] Oltretutto le risorse che hanno usato<br />

sulla lingua friulana sono ingentissime<br />

e sono state letteralmente bruciate. Posso<br />

raccontare un esempio familiare...quest’anno<br />

la mia nipote più grande è andata<br />

a scuola e mio figlio ha dovuto scegliere<br />

se farle apprendere il friulano. Io non ci<br />

ho messo becco e mio figlio non ha scelto<br />

il friulano. I friulanisti, che hanno anche<br />

scelto una koinè personale, hanno anche<br />

dato un nome diverso al comune dove sono<br />

nato. Allora ho chiesto loro se erano consapevoli<br />

di usare nomi artificiali. Il problema<br />

è che impongono le delibere in friulano, e<br />

tutta una serie di cose su cu sono contrario.<br />

Invece le tre province devono essere prima<br />

di tutto un fatto programmatico, un fatto<br />

territoriale, di grandi infrastrutture...<br />

[O.B.] voglio raccontare una cosa su Monfalcone.<br />

Nella seconda legislatura è stato<br />

eletto in consiglio regionale un vostro<br />

concittadino, Spartaco Zorzenon, persona<br />

molto preparata e seria, lui, in occasione<br />

di uno dei primi bilanci di questa seconda<br />

legislatura ha proposto che quando in<br />

consiglio regionale si discuteva il bilancio,<br />

ognuno dei tre o quattro consiglieri regionali<br />

impegnati in quella discussione loro<br />

doveva venire davanti al cantiere di Monfalcone<br />

nel momento della pausa pranzo<br />

per illustrare la posizione comunista. Allora<br />

si cercava di costruire un rapporto vero<br />

con le persone...<br />

[A.B.] Negli anni della mia presidenza del-<br />

AMIANTO<br />

[di Tiziano Pizzamiglio]<br />

è una storia da basso impero<br />

è una storia mica male insabbiata<br />

è una storia sbagliata.<br />

(Faber)<br />

la regione il cantiere sostanzialmente era<br />

morto. Avevamo fatto la Garibaldi, prima<br />

facevamo i sommergibili, poi non ci furono<br />

più commesse. Allora fui chiamato dai sindacati.<br />

All’epoca il presidente del consiglio<br />

era Giovanni Spadolini, gli chiedemmo insistentemente<br />

una commessa militare, ma<br />

non ci fu verso benché gli promettessimo<br />

di chiamarla Mazzini (ride). A quel punto<br />

i sindacalisti del cantiere mi dissero che<br />

qua a Monfalcone c’era ancora la cultura<br />

e la tecnologia delle navi bianche. In verità,<br />

con Prodi all’Iri, il cantiere ottenne la<br />

commessa della Micoperi. Chiesi cosa servisse<br />

per realizzarle e mi spiegarono che<br />

c’era la tecnologia sufficiente ma non il<br />

differenziale economico. Bisogna ribadire<br />

che Prodi capi istantaneamente il discorso<br />

e allora la cosa partì. Quello che sarebbe<br />

da chiedere alla politica di oggi è se si sono<br />

accorti che è cambiato il modo di produrre.<br />

Tutto questo afflusso di genti a Monfalcone<br />

è stato preceduto da una programmazione<br />

territoriale?<br />

Siamo all’ultima domanda. Avete appena<br />

detto che i consiglieri regionali comunisti<br />

venivano spesso in città e lei stesso presidente<br />

Biasutti è stato chiamato più volte<br />

per la crisi della cantieristica. Allora vi<br />

voglio chiedere: qualcuno vi ha mai messo<br />

al corrente che gli operai dei cantieri<br />

si ammalavano di asbestosi e che molti di<br />

loro morivano di mesotelioma pleurico?<br />

Che percezione avevate allora della tragedia<br />

amianto nel monfalconese?<br />

[A.B.] Nessuna. Allora un posto di lavoro<br />

valeva più di qualsiasi altra cosa. Nessuno<br />

mi ha mai posto questa questione.<br />

[O.B.] Anch’io devo dare la stessa risposta.<br />

Però ricordo le iniziative di un altro<br />

consigliere regionale comunista della provincia<br />

di Gorizia, Bergomas, che sosteneva<br />

la necessità di investire in termini di prevenzione<br />

socio sanitaria e di non puntare<br />

tutto sulle cure, peraltro prevalentemente<br />

con l’edilizia ospedaliera. Praticamente fu<br />

quello il clima politico in cui persone come<br />

il professor Gobbato riuscirono a lavorare,<br />

altro non so... ❒<br />

aprile 2009 • M T<br />

• 27

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