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STORIE<br />

C’era una volta<br />

una volta una piccola città che<br />

aveva tutte le cose che hanno le<br />

C’era<br />

piccole città.<br />

Aveva il Comune, i pompieri, il teatro e<br />

aveva anche il cimitero.<br />

Non si può dire che fosse il cimitero più suggestivo<br />

del mondo, ma era ordinato, con un<br />

bel parcheggio all’esterno, un bel viale d’ingresso<br />

e tutte le tombe al loro posto.<br />

Un giorno però qualcuno si accorse che<br />

c’era un angolo, nel cimitero, che non era<br />

a posto.<br />

L’area della cosiddetta fossa comune sembrava<br />

trascurata senza nemmeno un segno<br />

di riconoscimento.<br />

Perché dunque non prevedere un segno, in<br />

pietra come si addice ai cimiteri che si rispettano,<br />

che segnalasse l’area?<br />

L’idea passò di bocca in bocca fi nché un<br />

giorno anche il Comune decise che era il<br />

caso di pensare ad un progetto che risolvesse<br />

il problema.<br />

Un anziano artista del paese, scultore conosciuto<br />

ed apprezzato, si occupò di trovare<br />

una pietra adeguata, di preparare il<br />

progetto, di concordare i tempi ed i modesti<br />

costi dell’opera.<br />

Quando tutto era pronto e mancava solo la<br />

fi rma dell’uffi cialità ecco all’improvviso<br />

comparire sulla scena un astuto concorrente<br />

che, non avendo avuto l’idea, non<br />

avendo fatto alcun progetto ed essendo<br />

estraneo alla questione, trovò del tutto insopportabile<br />

che qualcun altro si occupasse<br />

della cosa.<br />

Era disperato e roso da un fastidio che non<br />

lo lasciava un attimo. Anni di presenza sul<br />

mercato e ben visibile a tutti, soprattutto<br />

a chi in cimitero ci va, come era possibile<br />

che non si fossero rivolti a lui? Chi diavolo<br />

Nemo profeta in patria<br />

Incontro con un artista invisibile<br />

Ci incontriamo nell’ora in cui le persone stanno apparecchiando<br />

per la cena. E’ inverno, e i riquadri giallastri<br />

delle fi nestre fanno da cornice alle case.<br />

Il mio istrionico interlocutore come Prince, il cantante<br />

pop, denominato via via, il Folletto di Minneapolis, l’Artista,<br />

possiede un’inguaribile predisposizione al cambiamento<br />

di nome.<br />

Una sottile perversione che si perpetua nel tempo e che<br />

somiglia più ad un vero e proprio sovvertimento dei dati<br />

anagrafi ci che la ricerca di uno pseudonimo artistico.<br />

Mario Tonut, Maurizio Thonet (chiaro parente della celebre<br />

dinastia), Mauro Tomat, Marco Toned (discendenze<br />

ladine), Mirko Tonin, sino al confi ne della più inesauribile<br />

fantasia.<br />

Ma siamo sicuri<br />

che tutto ciò sia<br />

opera delle virtù<br />

camaleontiche<br />

dell’artista o ci<br />

troviamo piuttosto<br />

davanti ad<br />

un ingiustizia<br />

perpetrata nel<br />

tempo, da parte<br />

della stampa,<br />

di politici miopi,<br />

frutto di inesattezze,<br />

di scarsa<br />

valorizzazione<br />

dell’artista e dei<br />

suoi sentieri?<br />

20 • M T•<br />

aprile 2009<br />

[di Arturo Bertoli]<br />

era e cosa voleva un miserabile scultore,<br />

magari anche senza un ditta ben avviata<br />

come la sua?<br />

Poi un lampo di genio. Gli bastò una<br />

telefonata, una sola, all’amico che occupava<br />

un ruolo di rilievo nel governo<br />

della città e, d’incanto, la firma dell’ufficialità<br />

non ci fu più, il progetto divenne<br />

improvvisamente invisibile e presto<br />

scomparve del tutto, anzi nessuno se ne<br />

ricordava più. Il suo umore cambiò radicalmente<br />

e quella rabbia che lo aveva<br />

tanto disturbato era svanita. Le cose erano<br />

tornate al loro posto.<br />

Lo scultore rimase così, basito, con lo scalpello<br />

sollevato a mezz’aria anche perché<br />

nel frattempo era scomparsa dall’area del<br />

cimitero anche la grande pietra che avrebbe<br />

dovuto lavorare. Tanto per dire le coincidenze.<br />

❒<br />

[di Franco Terzoni]<br />

Certi che l’arte rappresenti frequentemente l’impalpabilità,<br />

il tratto etereo che unisce il terreno al celestiale, ci<br />

sfugge il perchè anche il Nostro, a cospetto delle istituzioni<br />

e degli amministratori, sia una sorta di ectoplasma.<br />

D “Eppure avevi proposto tante iniziative artistiche, di<br />

gestione intelligente degli spazi, nel corso degli anni.“<br />

R “Certo! Ma forse è preferibile lasciar chiuse certe strutture<br />

destinate al degrado, privarsi della promozione turistica,<br />

del coinvolgimento delle persone nell’arte. O della<br />

produzione artistica che, potrebbe creare un incontro internazionale,<br />

con un percorso ragionato e conseguenti<br />

lasciti di opere alla città.“<br />

D “Tuttavia ogni qualvolta ci si muove in questa direzione,<br />

i cittadini di ogni età rispondono entusiastici a queste<br />

iniziative, tanto è il desiderio di immergersi in queste<br />

esperienze...<br />

R “Le circostanze per creare situazioni di avvicinamento<br />

e di sviluppo del mondo artistico, intendendo per ciò<br />

una reale alternativa alla società del rincoglionimento<br />

totale, concretizzando la possibilità di un pensiero non<br />

omologato, ci sono anche a livello locale.“<br />

D “Stiamo parlando di progetti realizzabili, probabilmente<br />

con costi accettabili, da collegare ad altre iniziative.“<br />

R “Sicuramente, prova pensare specialmente ai mesi estivi<br />

quando ogni cosa, comprese location per laboratori ed<br />

atelier itineranti, viene realizzata con minore diffi coltà.“<br />

Lasciandoci andare alle nostre ultime considerazioni intravedo<br />

nel nostro roccioso Canova locale la perseveranza,<br />

comune ad artisti del suo spessore, nel voler realizzare<br />

e diffondere un idea del mondo fatta di forme e colori.<br />

Ciao Mauro Tonet ❒

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