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Preoccupazioni e dubbi sul futuro<br />
della casa di riposo [di<br />
CITTÀ<br />
Giacomo Cuscunà]<br />
...non sempre privatizzare è sinonimo di risparmio e quasi mai<br />
privatizzare è sinonimo di maggiore qualità...<br />
Da quanto dichiarato dalle RSU del<br />
Comune di Monfalcone e dalle Segreterie<br />
provinciali di FP-CGIL e CISL-<br />
FP, nel primo periodo di attività della nuova<br />
casa di riposo di via Crociera si sono evidenziate<br />
delle criticità molto importanti.<br />
La struttura, inaugurata il 7 maggio 2008 è<br />
stata progettata per l’accoglienza di anziani<br />
non autosufficienti, affiancandosi così a<br />
quella già esistente, riservata a persone ancora<br />
autonome. Il progetto aveva lo scopo<br />
di rispondere all’esigenza sempre più pressante<br />
di assistenza alla popolazione anziana<br />
e di riportare sul territorio le numerose<br />
persone accolte in strutture fuori Comune.<br />
La necessità di effettuare dei lavori di manutenzione<br />
nella struttura vecchia, però,<br />
ha impedito l’operatività immediata di entrambi<br />
gli edifici ed ha portato alla scelta di<br />
aprire la nuova casa di riposo trasferendovi<br />
temporaneamente le persone già ricoverate,<br />
in attesa dell’inizio e del completamento<br />
dei lavori di ristrutturazione.<br />
La gestione è affidata sia a personale dipendente<br />
del comune, sia a personale di cooperativa<br />
che collabora nelle mansioni di cucina,<br />
di infermieristica e all’assistenza degli<br />
ospiti. Negli ultimi anni il personale dipendente<br />
si è ridotto notevolmente, perchè<br />
l’amministrazione ha scelto di non coprire<br />
con nuove assunzioni i posti vacanti per i<br />
pensionamenti. E’ venuto così ad aumentare<br />
il ricorso ai servizi offerti dalla cooperativa<br />
e ci si è avviati verso un lento smantellamento<br />
della gestione pubblica.<br />
Attualmente la struttura vecchia ospita ancora<br />
diversi servizi:<br />
- il centro diurno: il servizio è rivolto agli<br />
anziani che, pur continuando a vivere nelle<br />
proprie famiglie, trascorrono parte della<br />
giornata nella struttura comunale pranzando<br />
insieme alle persone residenti e partecipando<br />
alle attività di socializzazione proposte<br />
dalle operatrici;<br />
- la cucina: è stata pensata e attrezzata per<br />
fornire i pasti ad entrambe le strutture (attualmente<br />
quindi non vengono sfruttate a<br />
pieno le sue potenzialità);<br />
- gli uffici amministrativi del Servizio sociale<br />
comunale;<br />
- alcuni locali utilizzati da diverse associazioni<br />
per le loro attività;<br />
Nel seminterrato inoltre sono operativi la<br />
lavanderia e gli spogliatoi utilizzati dal per-<br />
sonale mentre il primo piano, dove sono<br />
ubicate le camere, dal mese di maggio 2008<br />
non viene utilizzato.<br />
I problemi rilevati e sottoposti all’attenzione<br />
dell’amministrazione dai sindacati sono<br />
molteplici e, secondo questi ultimi, devono<br />
essere affrontati e risolti.<br />
Per quanto concerne l’attività quotidiana<br />
che viene svolta all’interno della struttura<br />
gli operatori si trovano a dover fare i conti<br />
con i gravi disservizi provocati dal malfunzionamento,<br />
dall’installazione incompleta,<br />
dai guasti frequenti delle attrezzature che<br />
causano difficoltà e pericolo per loro stessi e<br />
per gli anziani ospiti - in un’opera pubblica<br />
che non ha neanche un anno di vita -.<br />
Alla fine di febbraio il Sindaco, il Direttore<br />
generale e all’assessore ai LL.PP. hanno<br />
effettuato un approfondito sopralluogo insieme<br />
al personale e ai rappresentanti sindacali,<br />
e si sono impegnati ad attivare tutti gli<br />
interventi necessari per garantire l’efficienza<br />
dell’edificio.<br />
Purtroppo, però, queste non sono le uniche<br />
criticità che mettono in discussione<br />
il servizio offerto agli anziani. L’Amministrazione<br />
ha infatti confermato che intende<br />
chiudere completamente la vecchia<br />
struttura perchè i finanziamenti per i lavori<br />
di ristrutturazione non sono stati ancora<br />
reperiti, il costo di un ospite risulta essere<br />
il doppio rispetto ad altre realtà e le spese<br />
per il mantenimento delle strutture (pulizia,<br />
riscaldamento...) incidono in maniera<br />
rilevante sul bilancio. Di conseguenza è<br />
previsto lo spostamento di alcuni uffici<br />
amministrativi nella nuova struttura e nella<br />
sede di via Duca d’Aosta, al centro diurno<br />
si destineranno alcuni spazi sempre nella<br />
nuova casa di riposo, la cucina chiuderà e<br />
la fornitura dei pasti sarà affidata ad una<br />
ditta esterna.<br />
Il sindaco ha assicurato che tutto questo avverrà<br />
senza abbassare lo standard di qualità<br />
del servizio, ma il sindacato e gli stessi<br />
operatori sono convinti che queste decisioni<br />
incideranno anche sulla qualità della vita<br />
degli anziani.<br />
La scelta di esternalizzare la cucina e la<br />
conseguente dismissione di un impianto,<br />
ammodernato da poco, che fornisce un servizio<br />
di alta qualità è giudicata incomprensibile.<br />
Sempre da quanto comunicato dalle<br />
parti sociali, “dovrebbero essere individuate<br />
nuove possibilità e opportunità per utilizzare<br />
a pieno le potenzialità di questa struttura<br />
insieme all’alta professionalità del personale.<br />
Va ricordato in proposito che, prima di<br />
esternalizzare il servizio di assistenza domiciliare,<br />
le cuoche preparavano i pasti anche<br />
per le persone assistite sul territorio. Il vero<br />
spreco di denaro pubblico sarebbe la sua<br />
chiusura. L’esperienza di questi anni ci insegna<br />
che se è relativamente facile scegliere<br />
di appaltare un servizio, è quasi impossibile<br />
la sua successiva reinternalizzazione. E’<br />
sempre l’esperienza ad insegnare che non<br />
sempre privatizzare è sinonimo di risparmio.<br />
E quasi mai privatizzare è sinonimo di<br />
maggiore qualità.”<br />
Preoccupazione anche sul fronte del centro<br />
diurno: “fino ad ora è stato uno strumento<br />
molto importante di aiuto per le famiglie che<br />
hanno in cura parenti anziani e un’opportunità<br />
di stimolo e di socializzazione per gli<br />
stessi anziani accolti nel servizio. Temiamo<br />
che l’obiettivo di risparmiare possa compromettere<br />
la sua efficacia e le sue finalità.<br />
Non deve diventare una sorta di parcheggio<br />
giornaliero.”<br />
Gli obbiettivi dei sindacati sono dunque<br />
sintetizzabili in tre punti: la messa in funzione<br />
al più presto di entrambi gli edifici<br />
per realizzare il progetto che ha determinato<br />
la scelta della costruzione della nuova<br />
casa di riposo; il pieno sfruttamento delle<br />
potenzialità della cucina, e non la sua chiusura,<br />
prevedendo l’assunzione a tempo indeterminato<br />
di una cuoca, a coprire quello<br />
rimasto vacante dopo un recente pensionamento<br />
e, infine, se dovesse risultare necessario<br />
trovare una sede provvisoria per<br />
il centro diurno, la scelta in funzione del<br />
mantenimento dello standard di qualità<br />
fino ad ora garantito. Una valorizzazione<br />
di questo servizio risulta strategicamente<br />
importante: è un’irrinunciabile alternativa,<br />
insieme al servizio domiciliare, all’istituzionalizzazione<br />
degli anziani.<br />
I sindacati concludono: “il costo del welfare<br />
non può essere solamente un problema<br />
di numeri e di percentuali, anche in<br />
una situazione finanziaria pesante come<br />
quella che gli enti locali devono gestire.<br />
Nelle scelte di razionalizzazione delle spese<br />
gli amministratori devono tener conto<br />
dei reali bisogni delle fasce più deboli dei<br />
cittadini.” ❒<br />
aprile 2009 • M T•<br />
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