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TERRITORIO<br />

Turriaco: c’era una volta<br />

e voglio che sia ancora<br />

Questo è un tentativo di capire cosa possa<br />

essere successo ad un parcheggio di<br />

1.072 metri quadrati che avrebbe dovuto<br />

essere pubblico e non costare un centesimo al comune di Turriaco. Purtroppo questa area di sosta pubblica per le<br />

macchine non c’è... o forse c’è ancora ma non è più pubblica. Naturalmente ci possiamo sbagliare e nel faldone di<br />

documenti esaminati potrebbe mancare l’anello che giustifica la sparizione del parcheggio, se così fosse, saremmo<br />

felici di appurare che tutto si è svolto regolarmente e che l’apparenza ci ha ingannato.<br />

I<br />

faldoni di documenti non piovono dal cielo.<br />

Qualcuno li deve dare a qualcun altro e<br />

tanto per essere chiari aggiungeremo che<br />

chi scrive ha incontrato due persone che sono<br />

già state ascoltate dagli organismi competenti,<br />

su questa e altre questioni e in più d’una<br />

occasione, in qualità di persone informate sui<br />

fatti. Chiaro no?<br />

La vicenda scaturisce dagli interventi di recupero<br />

edilizio su uno dei luoghi del mandamento<br />

che tutti i bisiachi conoscono bene, il<br />

curtivon di Turriaco nel quale, per anni, è stata<br />

aperta una delle private più famose di tutto<br />

il Territorio: la Roseta. Abbiamo citato la mescita<br />

di vino ma avremmo potuto qualificare<br />

il luogo anche per quello che effettivamente<br />

era prima che i lavori di recupero edilizio lo<br />

trasformassero in altra cosa: l’unica aia colonica<br />

del Seicento esistente in provincia di<br />

Gorizia. Cioè un bene storico e architettonico<br />

che avrebbe dovuto essere patrimonio di tutti<br />

e stare a cuore a tutti, turriachesi e non, ma<br />

vallo a spiegare a uno di Monfalcone o di San<br />

Canzian che a Turriaco c’è (o c’era) un bene<br />

storico e architettonico che culturalmente appartiene<br />

pure a lui...<br />

Tutte le persone che sono entrate nel curtivon<br />

dal portico ad arco vicino alla splendida<br />

chiesa di San Rocco sanno che, sulla destra,<br />

dopo la mescita, c’era una tettoia, certamente<br />

non coeva del resto del complesso, che ora è<br />

stata trasformata in un bel condominio sporgente,<br />

che fa parte dalle cubatura e dunque<br />

dell’investimento, ma che non ha nulla a che<br />

fare con l’armonia delle linee del complesso<br />

preesistente. Nulla di strano, in questa demenziale<br />

modernità, non solo i restauri filologici<br />

e rispettosi dell’architettura non interessano a<br />

nessuno, ma anche il punto di equilibrio tra gli<br />

interessi pubblici e quelli privati non è sempre<br />

rispettoso dei beni storico architettonici.<br />

Solita storia... tuttavia questo spavaldo manufatto<br />

se dal lato del curtivon appare borioso,<br />

dal lato ovest appare addirittura tracotante<br />

perché sorge ad un metro e mezzo appena da<br />

una casa rurale preesistente. Eppure sarebbe<br />

previsto che la distanza non debba essere inferiore<br />

ai 5 metri lineari o dieci se, come in<br />

questo caso, la parete fosse finestrata. Invero,<br />

il piano regolatore del comune stabiliva che la<br />

parete di questo condominio ex tettoia fosse<br />

costruito a ridosso della parete del manufatto<br />

rurale appunto per non consentire l’apertura<br />

24 • M T•<br />

aprile 2009<br />

di finestre da quel lato come sarebbe stato<br />

logico. Invece decidono di ricorrere (chi?) al<br />

piano particolareggiato e questo allineamento<br />

obbligatorio viene spostato di un metro e<br />

mezzo, che coincide con la distanza minima<br />

prevista dal codice civile per l’apertura di<br />

finestre che si affacciano su altre proprietà.<br />

C’è chi non accetta tutto ciò e ricorre alle vie<br />

legali. Il giudice nomina un perito per l’accertamento<br />

di eventuali infrazioni. Tuttavia<br />

il pronunciamento del perito o Ctu è contrario<br />

alla tesi sostenuta dai ricorrenti secondo<br />

la quale era necessario costruire a ridosso,<br />

muro contro muro, perché sarebbe vincolante<br />

quanto previsto dal piano regolatore e non dal<br />

successivo piano particolareggiato. Va scritto<br />

che la Legge consente una certa flessibilità tra<br />

il piano particolareggiato e il piano regolatore<br />

da cui esso deriva, ma non sono ammesse<br />

modifiche agli allineamenti, non ci sarebbero<br />

dubbi al riguardo anche se poi la sentenza è<br />

stata coerente con il parere del Ctu e infatti il<br />

Giudice riconosce che non è stata commessa<br />

alcuna infrazione per tutta una serie di valutazioni<br />

puntualmente contenute nella Sentenza<br />

del 19.10.07, nella causa civile iscritta al numero<br />

747/2002.<br />

Siamo solo al primo grado di giudizio ma un<br />

fatto è certo, non ve ne saranno altri perché<br />

nel frattempo un legale rappresentante della<br />

società Contado, proprietaria del curtivon e<br />

di palazzo Priuli, ha acquistato la proprietà<br />

confinante con il proprio bel condominio e,<br />

come per un sortilegio, sono sparite sia le<br />

parti in causa che l’oggetto della contesa...<br />

Va bene.<br />

Piaccia o non piaccia, questo è il pronunciamento<br />

del Tribunale e tanto deve bastare<br />

a tutti, senza rancore e senza polemiche.<br />

Per quanto ci riguarda, ma unicamente da<br />

un punto di vista filologico, il nostro dubbio<br />

consiste nel chiedere se la parete est della tettoia<br />

preesistente coincide o no con la parete<br />

del condominio edificato al suo posto.<br />

Questa è una vicenda di sparizioni, non stavamo<br />

forse parlando di un parcheggio pubblico<br />

che non c’è più?<br />

L’acquisto della proprietà da parte del rappresentante<br />

legale della società Contado S.r.l non<br />

riguarda tutta la proprietà confinante, infatti<br />

un’altra porzione diventerà pubblica a seguito<br />

di un esproprio attuato dall’Amministrazione<br />

comunale con l’intento di ricavarci un<br />

parcheggio che, guarda caso, è quasi contiguo<br />

all’altro parcheggio, quello scomparso che,<br />

secondo le nostre fonti (per Mt sono fonti, ma<br />

per le istituzioni coinvolte sono persone informate<br />

sui fatti), rientra in un accordo tra la società<br />

Contado e l’Amministrazione comunale<br />

di Turriaco. Siccome le parole e le evidenze<br />

documentali sono soggette a valutazioni di<br />

credibilità e verosimiglianza diverse, atteniamoci<br />

ai documenti. Infatti c’è un documento<br />

denominato Convenzione per l’attuazione di<br />

un piano particolareggiato comunale di iniziativa<br />

privata ai sensi del secondo comma<br />

dell’art. 49 della L.R. 52/1991 (Rep. N. 682).<br />

All’articolo 2 di questo documento, che porta<br />

la data del 18 luglio 2000, si legge l’elenco<br />

delle opere primarie che l’impresa si impegna<br />

a realizzare a proprie spese. Al punto 3 di detto<br />

articolo si legge: realizzazione completa di<br />

un’area di parcheggio a servizio della residenza<br />

(S1a) di progettuali complessivi 1072 metri<br />

quadrati. Il documento prevede costi e tempi<br />

di realizzazione del parcheggio e tante altre<br />

cose interessanti e utili per la comunità.<br />

Il faldone che ci viene messo a disposizione,<br />

(si tratta di documenti pubblici ai quali, tutti<br />

avrebbero accesso, compreso chi dovrebbe,<br />

come previsto dalle leggi che disciplinano le<br />

autonomie locali, assicurare la vigilanza e il<br />

controllo nell’ambito del rapporto tra maggioranza<br />

e opposizione) contiene anche altri<br />

documenti.<br />

Infatti un altro documento interessante è quello<br />

denominato Atto di cessione gratuita opere<br />

di urbanizzazione comparto “B” – Curtivon<br />

(Rep. N. 727) del 18 dicembre 2006 con il<br />

quale l’Amministrazione comunale sancisce<br />

l’acquisizione, a titolo non oneroso, tutta una<br />

serie di particelle, opportunamente e puntualmente<br />

elencate che non sembrano comprendere<br />

il parcheggio di 1.072 metri quadrati<br />

previsti dal primo documento. Sul finir dello<br />

scorso anno apprendiamo dalla stampa che<br />

l’amministrazione comunale ha espropriato<br />

la parte di proprietà non acquistata dal rappresentante<br />

legale della società Contado S.r.l<br />

appunto per ricavarci il parcheggio in sostituzione<br />

di quello promesso e mai messo a<br />

disposizione della comunità.<br />

Sono andate veramente così le cose o forse<br />

manca qualche passaggio chiave sufficiente<br />

a rendere tutto plausibile ed inutili le nostre<br />

domande? ❒

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