Dall’alto in basso: la classica calandra quadrettata della California ospitava il cavallino in alluminio spazzolato; la presa d’aria sul cofano incassata caratterizza la versione “passo corto” della spider Ferrari; solo il contagiri ed il tachimetro trovavano posto di fronte al pilota, con tutti gli altri strumenti allineati sopra la consolle centrale; i caratteristici sfiati d’aria cromati che alleggerivano il parafango anteriore. 42 Granturismo
L a California, intesa come Stato americano, ha rappresentato a lungo il simbolo di una spensieratezza senza limiti. Il trittico magico sole-mare-donne ha creato aspettative esotiche esagerate, al limite del sogno, come avrebbe definitivamente stabilito, negli anni ’70, “California dreamin”” la famosa canzone dei Mamas and Papas. La California, intesa come spider Ferrari, è stata invece la materializzazione a quattro ruote di ciò che, agli inizi degli anni ‘60, la dolce vita tutta europea voleva aspettarsi da un sogno: eleganza, divertimento, bellezza, potenza e immagine. Tutte caratteristiche che si potevano trovare in qualsiasi modello uscito dalla fabbrica di Maranello, ma che la 250 California interpretava in maniera totale, assoluta. A sancire la sua fama di seduttrice, provvide una folta e significativa schiera di personaggi del jet-set internazionale, che la elessero auto ideale con la quale farsi vedere e fotografare o, semplicemente, raggiungere gli amici a Gstaad e St. Tropez. La coppia glamour Brigitte Bardot-Roger Vadim ne possedeva due, una passo corto e l’altra passo lungo; teste coronate, come il re Leopoldo del Belgio e Vittorio Emanuele di Savoia, la ritenevano ideale perfino per gli spostamenti di rappresentanza; i fan di James Coburn e Gregory Peck, a caccia dei loro idoli cinematografici, assediavano i locali di Hollywood davanti ai quali vedevano parcheggiate le loro inconfondibili California; la scrittrice Francois Sagan, sottile come un giunco, si divertiva a dominare i 280 cv sprigionati dal 12 cilindri come pure il tenore Mario Del Monaco, la cui “passo lungo” sfrecciava dai lungomare delle native Marche alle coste del Principato. Anche se non era stata costruita per le corse, la 250 California si diede da fare in diversi circuiti, su tutti Sebring e Le Mans, con i piloti che, una volta dismessi i panni del corridore, la usavano su strada con lo stesso piacere e le medesime sensazioni provate in gara. Uno di loro, il barone tedesco Wolfgang von Trips, si era a tal punto identificato con Motore anteriore longitudinale 12 cilindri a V di 60° tipo 128 F, raffreddamento ad acqua blocco e teste in lega leggera Alesaggio e corsa mm 73 x 58,8 Cilindrata unitaria 246,10 cm3 Cilindrata totale 2953,21 cm3 Rapporto di compressione 9,2 a 1 Potenza 280 CV a 7000 giri/min Distribuzione 1 valvola di aspirazione e 1 di scarico per ciascun cilindro, 2 assi a camme in testa comando a catena Alimentazione 3 carburatori Weber 36 DCL 3 Accensione con 2 spinterogeni Lubrificazione a carter umido Autotelaio tubolare in acciaio, con longheroni e traverse tipo 539, carrozzeria in acciaio, alcuni esemplari in alluminio Trazione posteriore Frizione a secco e mozzo elastico Cambio a 4 marce sincronizzate e RM in blocco col motore Differenziale normale Sospensioni anteriori indipendenti, bracci trasversali, molle elicoidali Sospensioni posteriori ponte rigido con balestre semi elittiche, ammortizzatori idraulici, puntoni laterali Sterzo vite e settore Freni 4 dischi Pneumatici anteriori 6,00 x 16 posteriori 6,00 x 16 Passo m 2,40 Carreggiate anteriore m 1,378/ posteriore m 1,374 Peso a vuoto kg 1050 Serbatoio 90 litri Velocità massima 249,5 km/h Granturismo 43