Doppia anima

Nella pagina accanto, una suggestiva
immagine notturna della sede modenese
della Motor, sulla via Emilia. Qui sopra
l’officina accoglie un’ospite importante,
la “Enzo”. Altre vedute dello spazio
espositivo di Modena e, sotto, di Bologna
promettente di Modena.
L’esperimento durò poco
meno di due anni passati i
quali Ferrari chiese al conte
Antolini se fosse interessato a
subentrare. “Allora ero molto
legato alla Lancia: con le loro
macchine ho fatto anche
parecchie corse, comprese un
paio di Mille Miglia. Ma la
proposta del Commendatore
era allettante: le Ferrari
avevano un motore
straordinario, che non aveva
eguali. Tutto il resto, come
accadeva sulle auto della
concorrenza, lasciava un po’ a
desiderare (i freni erano
palesemente insufficienti, il
telaio pesava come quello di
un camion) ma il fascino del
marchio era enorme. Lasciai
così la Casa di Chivasso per
quella di Maranello ed iniziò
la mia splendida avventura:
ancora oggi ringrazio la
fortuna per l’occasione che mi
diede”.
L’autentica passione per le
auto, il Conte la riversa
abbondantemente nella
gestione della Motor: “Oltre al
Challenge, riservato ai clienti
naturalmente portati alle
gare, organizziamo un paio di
sedute all’anno in pista. Sono
giornate di immersione totale
nella guida sportiva, con 140-
150 macchine a inanellare giri
su giri, fino a esaurimento
delle gomme e dei freni. Il
prossimo appuntamento è per
il 4 maggio, al Mugello”. Ma
lei, personalmente, cosa ama
guidare? “Di cuore la 360,
divertente e maneggevole, con
grande tiro ai bassi e
bell’inserimento in curva: di
fisico e d’età, la 575
Maranello: elegante, comoda,
silenziosa, con uno
straordinario 12 cilindri”.
Altro titolo, altro personaggio.
Ugo Longobardi, direttore
vendite, è il Dottore, laureato
in scienze politiche con
orientamento sociologico
anche se, sentendolo parlare,
Dealer story 63