Ricordi Canciani 1950-1978 - associazione pionieri e veterani eni
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7 - In Marocco: Casablanca e Agadir<br />
Il 12 Aprile, con un’auto del servizio pubblico, mi recai all’aeroporto della Malpensa<br />
assieme a mia moglie, nostra figlia Laura e mia suocera. Avrei voluto salutarle a casa per<br />
evitare i momenti dolorosi del distacco, ma Rosetta aveva insistito tanto e io avevo<br />
acconsentito. Ci attendeva un lungo periodo di separazione. Il contratto sottoscritto<br />
prevedeva il ritorno dopo otto mesi per gli sposati e dopo un anno per gli scapoli .<br />
Prima di salire la scaletta d’imbarco, le vidi sulla terrazza inviarmi l’ultimo saluto con il<br />
fazzoletto. Sono trascorsi oltre quarant’anni e mi è difficile descrivere lo stato d’animo di<br />
allora, lascio alla riflessione di coloro che mi leggono, immaginarlo.<br />
Era la prima volta che viaggiavo in aereo, un quadrimotore trasformato e adibito al trasporto<br />
passeggeri. Non ero preparato agli scricchioli e vuoti d’ari; non avevo paura, ma un po’ di<br />
timore c’era. Un signore seduto a fianco che mi rassicurava. Ci volle poco più di un’ora per<br />
arrivare a Parigi e da qui, dopo un’attesa d’alcune ore, ripresi il volo con un altro aereo per<br />
arrivare a Casablanca alle 23. Per effetto della differenza di fuso orario si prolungava il<br />
tempo del crepuscolo e il ritardo nell’arrivo della notte. Non dimenticherò mai lo spettacolo<br />
che si presentò ai miei occhi, milioni di luci disegnavano la pianta della città.<br />
Il Dr. Luigi Crippa, già in Marocco da qualche mese, venne a prendermi all’aeroporto e mi<br />
accompagnò all’hotel Metropol. Da qui mi trasferii il 14 di Aprile, due giorni dopo, al<br />
Balmoral, più vicino al centro e comodo per recarsi in ufficio e in alcuni ristoranti, dove i<br />
proprietari erano Italiani e la cucina, pur con nomi francesi, non era molto diversa dalla<br />
nostra.<br />
Nella mattinata del giorno successivo mi presentai agli uffici dell’Agip al 17 di Rue Bullet:<br />
qui ritrovai Bernardi all’Ufficio Personale e l’ing. Cremaschi, che avevo conosciuto a<br />
Crema. L’ing. Pettorossi era il Responsabile della Filiale. Pensavo di v<strong>eni</strong>re trasferito subito<br />
alla Base Operativa di Tan Tan e da qui ad Oum Doul, distante oltre duecento km, verso la<br />
Mauritania, dove era già iniziata, alla fine gennaio, la perforazione di un pozzo con un<br />
impianto Ideco Super 7/11.<br />
La base logistica di Tan Tan La postazione del pozzo di Oum Doul<br />
I lavori procedevano a rilento a causa del terreno roccioso incontrato dallo scalpello e non<br />
erano previste operazioni che rendessero necessaria la mia presenza in deserto. Per questo,<br />
temporaneamente, mi fu richiesto di fermarmi a Casablanca per lavorare con il personale<br />
che stava montando in fiera un nuovo impianto di perforazione arrivato dall’Italia.<br />
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