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Ricordi Canciani 1950-1978 - associazione pionieri e veterani eni

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In fondo alla discesa, per un tratto di circa 2 km la pista continuava su un terreno molle<br />

simile ad una spugna, una “sebka” o palude secca di acqua marina; la pista era stata battuta<br />

e percorsa più volte da mezzi pesanti ma se si usciva dalla carreggiata tracciata si<br />

sprofondava. Nel cantiere in allestimento a Puerto Cansado era stato necessario adottare<br />

particolari accorgimenti di sicurezza onde evitare, durante la perforazione del pozzo,<br />

infiltrazioni di acqua marina nel foro. Un basamento di planche di legno, di circa mezzo<br />

metro di spessore, sosteneva l’impianto di perforazione, con la torre alta 32 metri.<br />

Il 22 Ottobre iniziò il tubaggio della colonna da 18 pollici, alle 3 del mattino avevo finito la<br />

cementazione. Mi avevano comunicato via radio che era arrivato dall’Italia Franco Marzano<br />

a darmi il cambio, era prossima la scadenza di otto mesi previsti dal contratto per poter<br />

usufruire di un periodo di ferie da trascorrere in patria con la famiglia. Approfittai<br />

dell’amico Franco Casalini che mi offrì un passaggio e rientrai alla base di Tan Tan con la<br />

sua gru. Partimmo il giorno dopo alle 15 ed arrivammo alla base a notte inoltrata. Il giorno<br />

successivo, 29 Ottobre, con un mezzo aziendale, “un gippone”, ero di nuovo in viaggio con<br />

Franco, diretti a Puerto Cansado.<br />

Nonostante ci fossero alcuni punti precisi di riferimento per non uscire dalla pista, verso<br />

sera ci accorgemmo che eravamo fuori strada, smarriti. Vagammo per oltre 2 ore in mezzo<br />

alle dune seguendo delle tracce di ruote, prima di accorgerci che stavamo seguendo<br />

l’esempio del cane che si morde la coda. Le tracce erano le nostre, giravamo sempre<br />

intorno alla stessa duna. Alla fine arrivammo a destinazione.<br />

Ripresa la perforazione del pozzo dopo il tubaggio della prima colonna, si verificarono<br />

subito dei problemi a causa delle infiltrazioni d’acqua che diluivano il fango, diminuendo il<br />

suo peso specifico e la conseguente caduta della pressione idrostatica in pozzo e aumento<br />

dell’invasione di acqua..<br />

Per eliminare queste perdite di peso specifico del fango fu necessario pompare nel pozzo<br />

110 quintali di cemento per sigillare il foro con un tappo. Tappo che, appena consolidato, fu<br />

perforato. Questa cementazione fu eseguita il mattino del 1° Novembre. Alle 2 del<br />

pomeriggio, Franco e io eravamo di nuovo in viaggio, arrivammo a Tan Tan alle 2 di notte e<br />

da qui, alle 10 del mattino riprendemmo il viaggio per Oum Doul. Nell’arco di tempo di una<br />

decina di giorni avevo percorso alla guida oltre 1.000 km. in deserto. Una media di 12 ore di<br />

guida per ogni viaggio, in aggiunta a tutte le ore lavorate in cantiere. Con queste ultime<br />

precisazioni, non so se sono riuscito a rendere l’idea di quanto fosse impegnativo e<br />

stressante il lavoro dell’operatore Halliburton.<br />

Il giorno 3 Novembre, con 270 quintali di cemento fu eseguita la cementazione della<br />

colonna da<br />

9 5/8” nel pozzo di Oum Doul. Concluso questo intervento, al pomeriggio del giorno<br />

successivo rientravo a Tan Tan.<br />

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