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Ricordi Canciani 1950-1978 - associazione pionieri e veterani eni

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In teoria, la turbina sembrava dovesse dare ottimi risultati ed ottenere avanzamenti<br />

apprezzabili, ma nel pozzo di Oum Doul, dopo due tentativi, forse a causa del ridotto<br />

spessore e dell’elevata durezza dei differenti strati di roccia attraversati dallo scalpello, ci<br />

“ritrovammo in un paio di pantaloni” ovvero con due fori. Dopo questa deludente<br />

esperienza, il metodo fu temporaneamente abbandonato. Sotto il sole cocente procedemmo<br />

alla revisione, pulizia e manutenzione di questo attrezzo, che assemblato pesava diversi<br />

quintali. Il 15 Luglio Bonatti si recò a Casablanca e dopo alcuni giorni rientrò in Italia.<br />

Finalmente venne anche per me il giorno di godermi un breve periodo di meritato riposo:<br />

erano trascorsi tre mesi di lavoro in deserto e il giorno 20 Luglio partii, alle 4 del mattino,<br />

per Tan Tan, dove alle 14 , presi l’aereo “Piaggio” che alle 16.30 atterrò all’aeroporto di<br />

Casablanca.<br />

Da quando ero arrivato in Marocco non avevo più tagliato i capelli, per cui mi recai subito<br />

da un barbiere, i capelloni allora non erano di moda. Poi di corsa al Washington, hotel che<br />

offriva qualche conforto in più rispetto al Balmoral ed era più pulito. Una doccia, il tempo<br />

di togliermi gli abiti da deserto e rendermi presentabile e poi appuntamento al ristorante<br />

“Marcel Shardan”, nome del famoso pugile marocchino deceduto in un incidente aereo. Era<br />

frequentato dalla maggior parte del personale dell’Agip, la cucina era buona, il padrone un<br />

Bolognese.<br />

Dopo cena, per concludere la serata ci recammo in compagnia in un locale notturno il “Don<br />

Chisciotte”. La vita notturna della città era intensa, ma non scevra di qualche pericolo, le<br />

“entreneuses” erano pronte a spennare i polli. Io mi ero lasciato convincere dagli amici che<br />

conoscevano la città e li avevo seguiti, un po’ per curiosità ed anche perchè sentivo la<br />

necessità di distrarmi, il ricordo della famiglia e la nostalgia e mi assillavano. Alcuni<br />

numeri di varietà, qualche ballo, un’orchestrina che suonava molto bene, anche brani a<br />

richiesta, non ricordo quante coppe di “champagne” ho bevuto. Alle 4 del mattino rientrai in<br />

albergo e quando mi svegliai al pomeriggio, controllando il portafoglio mi accorsi che<br />

avevo speso una cifra che avrebbe dovuto servirmi per vivere una settimana. Era stata una<br />

notte brava! Ma almeno una volta nella vita una simile esperienza un uomo la deve fare. Mi<br />

consolai, pensando che alcuni miei amici “scapoli” si erano fatti anticipare dall’azienda due<br />

mensilità di stipendio.<br />

Trascorsi gli otto giorni a scoprire e visitare i luoghi più belli della città. Dalle terrazze<br />

panoramiche dei due più grandi alberghi, si poteva ammirare il movimento del porto<br />

sottostante ed alcuni quartieri limitrofi. In uno dei due alberghi, il Mansur, al pomeriggio si<br />

poteva gustare il tè alla menta ed ascoltare un po’ di musica.<br />

Lungo la vicina costa frastagliata di scogli, molti i ristoranti di lusso e tutti con piscina, dato<br />

che la spiaggia era quasi inesistente. Tante cose belle, ma con la compagnia della solitudine<br />

non si riesce a goderle<br />

Una sera al ristorante incontrai un corregionale Elio Bertosso, da Spilimbergo, che m’invitò<br />

ad accompagnarlo in alcuni brevi viaggi che doveva fare per motivi di lavoro. La prima<br />

meta San Luigi, moderna cittadina costruita ed abitata quasi esclusivamente da Francesi che<br />

lavoravano nella vicina miniera di fosfati. Un’altra cittadina che mi è rimasta impressa nella<br />

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