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Ricordi Canciani 1950-1978 - associazione pionieri e veterani eni

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in un deserto dove non esisteva un sentiero, una pista tracciata, buche a non finire. I continui<br />

sobbalzi mi avevano causato un forte mal di stomaco, neppure un piccolo paesino dove<br />

potersi fermare a fare uno spuntino.<br />

Io non mi sentivo di mangiare qualche scatoletta di tonno ed un tozzo di pane che avevamo<br />

di scorta, speravo solo nel buon senso d’orientamento dell’autista marocchino e nella<br />

resistenza del mezzo che ci trasportava. Arrivai con gli occhi arrossati, coperto di polvere;<br />

feci una doccia, ma con l’acqua calcarea il sapone non serviva e i capelli erano rimasti<br />

diritti come spaghi.<br />

Così si concluse il primo di tanti altri viaggi che avrei dovuto affrontare in futuro in Nord<br />

Africa, con sorprese, rischi, incognite, imprevisti, avventure, pericoli ed anche paura, che<br />

non è un sentimento negativo, perché ci consente di attuare tutte le cautele ed i preparativi<br />

indispensabili per superare le asperità che la vita ci riserva, evitando grossi errori di<br />

valutazione. Ma è comunque necessario avere un carattere forte e molta volontà, non guasta<br />

anche un po’ di fortuna che dall’alto ci guidi.<br />

Tutta l’attrezzatura occorrente per svolgere il nostro lavoro era arrivata in cantiere da un<br />

paio di mesi. L’autista Fochi, di Piacenza, era stato incaricato di trasferire la cementatrice<br />

dal porto di Casablanca al cantiere di perforazione di Oum Doul, distante circa 1.000 km,<br />

metà dei quali in deserto su terreno accidentato. Se si considera che il peso del mezzo era di<br />

18 tonnellate, un bella impresa!.<br />

La cementatrice Halliburton a Oum Doul Gli Operatori cementazione Marzano e <strong>Canciani</strong><br />

Impiegai alcune settimane per me conoscere la cementatrice nelle sue varie componenti,<br />

imparare a guidarla ed utilizzarla al meglio in tutte le operazioni che si dovevano svolgere.<br />

Nel breve periodo di addestramento in Italia, non mi avevano dato la possibilità di usarlo e<br />

guidarlo, da notare poi che variava in alcune sue componenti rispetto alle unità usate in<br />

Italia. Il tempo stringeva e poteva presentarsi in qualsiasi momento la necessità di usarlo.<br />

La mattina del giorno successivo al mio arrivo, con Franco Marzano che mi istruiva,<br />

cominciai a mettere in moto i motori, controllare le pompe e fare circolare l’acqua dall’una<br />

all’altra vasca ognuna della capacità di 10 barili ( litri 159/ barile). Franco Marzano era un<br />

operatore Halliburton con diversi anni d’esperienza, aveva tutto sotto controllo, ma di una<br />

cosa si era lamentato con il capo sonda. Il silos che conteneva il cemento poteva presentare<br />

qualche problema, i tecnici di San Donato Milanese, che avevano curato l’acquisto, non<br />

conoscevano la differenza tra un silos per l’edilizia e quello per una unità di cementazione<br />

Halliburton.<br />

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