Ricordi Canciani 1950-1978 - associazione pionieri e veterani eni
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uno a fianco all’altro, su due file di sedili fissati ai lati della carlinga. Da Casablanca a Tan<br />
Tan la distanza era di circa 1.000 km. Era prevista una sosta tecnica ad Agadir, dove<br />
l’attesa fu di circa un’ora; il cielo era nuvoloso, ma nulla lasciava presagire la bufera che<br />
avremmo incontrato mezz’ora dopo aver ripreso il volo.<br />
La tempesta aveva sollevato nuvole di sabbia, la visibilità era ridotta al minimo, l’aereo<br />
sembrava che volasse sulle onde di un mare in burrasca e qui iniziò una scena tragicomica:<br />
cominciò uno a vomitare in un secchio di plastica, poi notai questo secchio passare da uno<br />
all’altro, di fronte a questo spettacolo non riuscirono a trattenere i conati di vomito, per<br />
simpatia, neppure quelli che erano immuni da questi disturbi. Questa spiacevole situazione<br />
terminò solo quando il pilota si convinse che non era prudente proseguire, la perturbazione<br />
aveva investito anche la zona dove eravamo diretti, per cui invertì la rotta e tornammo ad<br />
Agadir.<br />
17 - Rinnovo Contrattuale e 2° rientro in Italia per ferie<br />
Nel mese di giugno del 1962 arrivò da Milano un impiegato dell’ufficio personale, con<br />
l’incarico di riesaminare tutti i contratti stipulati dai dipendenti AGIP; volevano rinnovarli<br />
per altri due anni ed eliminare alcune clausole che, a mio avviso, risultavano troppo<br />
vantaggiose per i lavoratori.<br />
Io all’inizio rifiutai, ma in seguito, dopo molte pressioni ed insistenze, accettai di rinnovarlo<br />
per un solo anno, in questo modo avrei prorogato il termine dell’impegno di soli tre mesi<br />
rispetto alla scadenza normale marzo 1963. Erano trascorsi sedici mesi dal mio arrivo in<br />
Marocco, ed i primi di luglio avevo raggiunto il termine per usufruire del secondo periodo<br />
di ferie in Italia.<br />
Assieme a me rientrava in Italia per ferie anche Mario Citro, responsabile del magazzino a<br />
Tan Tan.<br />
A causa di uno sciopero, il viaggio in aereo si interruppe a Marsiglia, per cui la sera<br />
ripartimmo dalla stazione di “Marseille Marignan” con il treno “Transeuropexpress”.<br />
Fu la prima ed ultima volta che mi si presentò l’occasione di cenare al vagone ristorante, dal<br />
finestrino godemmo lo spettacolo notturno della Costa Azzurra e poi la Riviera Ligure,<br />
l’arrivo a Milano era previsto per le 24. Non ricordo molto di questo breve periodo trascorso<br />
con la famiglia, un particolare solo mi è rimasto impresso nella memoria, il viaggio di<br />
ritorno.<br />
Mi avevano accompagnato all’aeroporto della Malpensa mia moglie e l’amico Bernardelli.<br />
Il tempo era incerto, in cielo nuvole che lasciavano prevedere un temporale. Pochi minuti<br />
dopo il decollo il Caravelle iniziò ad avere dei sobbalzi, eravamo al centro di una<br />
perturbazione, l’aereo sembrava precipitare in vuoti d’aria paurosi e poi all’improvviso<br />
spinto dall’aria risaliva, vari oggetti usciti dai ripostigli volavano all’interno della carlinga.<br />
Avevamo allacciata la cintura di sicurezza, ma per sicurezza fummo costretti ad abbracciare<br />
il sedile anteriore. Riapparvero le hostess, forse era trascorso solo un quarto d’ora, ma a noi<br />
era sembrata un’eternità. Atterrammo all’aeroporto di Marsiglia in condizioni non buone,<br />
ma eravamo vivi. Nella prima lettera che mi scrisse, Rosetta mi chiese notizie in merito,<br />
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