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Ricordi Canciani 1950-1978 - associazione pionieri e veterani eni

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La discesa della colonna da 13” nel pozzo si bloccò a settecento metri, e a questa profondità<br />

fu cementata con settecento quintali di cemento. Alle quattro del mattino avevo finito, ed a<br />

mezzogiorno ripartivo per ritornare alla base, ma fui costretto a rientrare al cantiere di<br />

Puerto Cansado dopo 4 ore perché la pista, ad un passaggio obbligato, era interrotta. Il<br />

mattino del 5 Dicembre ripresi il viaggio diretto a Tan Tan.<br />

In quel periodo la iella mi perseguitava: avevo percorso un terzo del cammino, quando<br />

m’insabbiai con tutta la parte anteriore del camion. Per rimediare a queste frequenti<br />

disavventure, avevo sempre appese sui fianchi della cementatrice due “tapparelle”<br />

rettangolari d’acciaio larghe 40 cm,. lunghe 4 metri, con bordature sporgenti per fare presa<br />

sulle gomme. Dopo aver scavato le buche davanti alle ruote anteriori, infilai l’estremità<br />

delle due tapparelle sotto le ruote. Risalito alla guida, lentamente riuscii a uscire dalla buca,<br />

ma quando una delle ruote raggiunse l’altra estremità della piastra metallica, questa si<br />

sollevò come un ariete sul lato posteriore e mi tranciò il tubo che portava il gasolio non<br />

consumato dal motore al serbatoio.<br />

Per fortuna, la macchina aveva due serbatoi, chiudendo i rubinetti potevo escludere quello<br />

guasto, ma la quantità di gasolio dell’altro serbatoio, considerando la distanza da percorrere,<br />

non era sufficiente per raggiungere la base e così fui costretto a ritornare di nuovo a Puerto<br />

Cansado.<br />

Quando arrivai, il capo sonda Orlandi mi comunicò che era arrivato via radio l’ordine di<br />

lasciare la cementatrice e rientrare con il primo mezzo disponibile. Lo stesso giorno, 5<br />

Dicembre, nel pomeriggio, con un’ora e mezza di volo con l’elicottero aziendale, rientravo<br />

alla base di Tan Tan, dove mi informarono che dovevo ripartire il giorno successivo per<br />

effettuare una prova di strato nel pozzo di Oum Doul, che aveva raggiunto l’obiettivo<br />

minerario a 3400m di profondità, con una pressione a fondo pozzo di oltre 340 atmosfere.<br />

Per chi fosse interessato a conoscere la tecnica e le attrezzature impiegate in una prova di<br />

strato, ho inserito un ANNEX1 in coda al mio racconto.<br />

Dopo aver verificato che tutte le attrezzature e relativi ricambi d’emergenza fossero a posto,<br />

io ed Ibrahim le caricammo sul Leoncino e partimmo per Oum Doul.<br />

Purtroppo la prima prova e le successive furono negative ed il pozzo, dichiarato sterile, fu<br />

chiuso alla fine con vari tappi di cemento.**<br />

Il giorno 8 Dicembre, finita la prova di Oum Doul rientravo a Tan Tan con il Leoncino<br />

assieme ad Ibrahim. Il tempo di riordinare l’attrezzatura e la mattina del 10 Dicembre<br />

ripartivamo di nuovo per Puerto Cansado con il Leoncino per un’altra prova di strato.. La<br />

sera stessa del mio arrivo ebbe inizio una prova, che terminò con esito negativo alle 5 del<br />

mattino. Ci fu un’altra prova una settimana dopo, ma fu interrotta e poi annullata poichè<br />

l’attrezzatura non passava nel foro scoperto.<br />

Complessivamente, nel mese di dicembre trascorsi circa venti giorni a Puerto Cansado. In<br />

questo periodo, quando non ero impegnato nel mio lavoro, andavo con una squadra di<br />

operai marocchini a controllare la pista nei passaggi più difficili per facilitare il transito agli<br />

automezzi che trasportavano rifornimenti.<br />

Il 29 Dicembre rientravo alla base con il dr. Guarnieri. Mancavano due giorni alla fine del<br />

1960, un anno movimentato. La sera dell’ultimo dell’Anno la trascorsi nella sala radio, in<br />

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