30.05.2013 Views

Famiglia - Ilbrolo.it

Famiglia - Ilbrolo.it

Famiglia - Ilbrolo.it

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Quanto alle siepi, per farle crescere f<strong>it</strong>te si usa potare le piantine quando hanno raggiunto la grossezza<br />

di un d<strong>it</strong>o: si tagli molto basso, senza scrupoli; non tarderanno a ricacciare. Quando una siepe già adulta<br />

minaccia di diradarsi in basso, si possono fendere i rami più grossi nel senso della lunghezza, per poi<br />

piegarli e fissarli al terreno. Quando le piante arrivano dal vivaio, non bisogna essere timidi nel potare,<br />

specialmente se si vogliono ottenere siepi robuste.<br />

Usi & Tradizioni<br />

Il biancospino è noto all’uomo fin dai tempi più antichi; fu Teofrasto, pare, a chiamarlo Crataegus da<br />

“kratos”, in greco forza, robustezza; e del biancospino non è robusto soltanto il legno (un legno,<br />

specialmente quello del Crataegus monogyna, quando il tronco della pianta abbia raggiunto un<br />

sufficiente diametro, molto ricercato dai falegnami e torn<strong>it</strong>ori), ma l’intera pianta, che nel suo insieme<br />

dà un’impressione di forza. Le siepi di biancospino sono poi utili oltre che per lo scopo ornamentale,<br />

anche come difesa: se vengono tenute in buona forma, con opportune potature, divengono una barriera<br />

impenetrabile per gli animali. Infine le siepi e gli alberelli delle specie più rustiche di c. sono un ottimo<br />

rifugio per gli uccelli siepaioli che vi costruiscono i loro nidi.<br />

Qualche specialista di cespugli come il Boerner, tratta il C. con una certa sufficienza e lo sconsiglia per<br />

il giardino. E questo perché “ i fiori emanano cattivo odore e sui suoi rami vivono molti insetti che<br />

possono emigrare sui nostri alberi da frutto e causare molti danni”. Un motivo plausibilissimo. Ma, per<br />

quel che riguarda la minaccia di infezioni, esistono ben altri pericoli di contagio e a ogni modo è un<br />

inconveniente abbastanza facile da prevenire. Quanto al cattivo odore (i fiori del Biancospino emanano<br />

un leggero odore di pesce marcio, scrive l’Enciclopedia Br<strong>it</strong>tanica), quale fastidio può dare all’aria<br />

aperta? Basterà non portare i rami in casa.<br />

Storie & Leggende<br />

Una casa ornata di fiori allieta lo spir<strong>it</strong>o di chi ab<strong>it</strong>a, ma fate attenzione ai fiori che scegliete: ce lo<br />

suggerisce una superstizione anglosassone, secondo cui portare in casa i rami fior<strong>it</strong>i di biancospino<br />

significa morti in famiglia. Non deve essere estranea a quest’altra credenza celtica, secondo la quale la<br />

corona di spine di Cristo sarebbe stata intrecciata con i rami di Biancospino: da qui è certo derivata<br />

l’antipatia per la pianta. Ma le leggende, tutte nordiche, non finiscono qui. Una di esse narra che San<br />

Giuseppe d’Arimatea, giungendo a Glastonbury, in Inghilterra, per portarvi la fede cristiana, invocasse<br />

un miracolo e che questo si realizzasse nella fior<strong>it</strong>ura natalizia del Biancospino; il miracolo si riferisce<br />

alla specie chiamata C. monogyna varietà precox, che è coltivata in moltissimi giardini inglesi (famosi<br />

quelli dell’Abbazia di Glastonbury, ricordati anche dal verso di Tennyson: “To Glastonbury, where the<br />

winter thorn blossoms at Christmas, mindful of our Lord”). Un’altra versione della storia di San<br />

Giuseppe di Arimatea (colui che ebbe l’onore insigne di recare sepoltura a Gesù) narra che il<br />

biancospino miracoloso che cresceva a Weary-all Hill, appena sopra Glastonbury, era il bastone che il<br />

santo aveva piantato in terra appena giunto in quel luogo e che puntualmente rifioriva tutti gli anni, la<br />

vigilia della nasc<strong>it</strong>a di Cristo. Fino all’epoca di Carlo I, il giorno di Natale veniva portato solennemente<br />

al re d’Inghilterra un ramo fior<strong>it</strong>o di biancospino. Ma nel 1649 Carlo I fu decap<strong>it</strong>ato e il biancospino<br />

venne tagliato dai pur<strong>it</strong>ani di Cromwell. Oggi il punto in cui esso cresceva è indicato da una pietra. Però<br />

i germogli dell’arbusto fioriscono ancora e la tradizione vuole che per Natale se ne continui a presentare<br />

un ramoscello al sovrano.<br />

Una leggenda, questa volta francese, vuole che il giorno del Venerdì Santo il legno del C. emetta<br />

gem<strong>it</strong>i e lamenti. Meno cupi, più felici e certamente più aderenti al valore che ha la pianta nel ciclo<br />

stagionale, i greci consideravano il Crataegus l’emblema della speranza e facevano grande uso dei suoi<br />

rami fior<strong>it</strong>i durante le processioni nuziali, adornando con essi gli altari della dea Imene.<br />

Nel Santuario della Verrucchia a Zocca nel Modenese, si dice che la Madonna apparve su di una pianta<br />

di biancospino (il tronco è conservato all’interno dell’edificio sacro); coloro che si recavano in<br />

pellegrinaggio a questo santuario osservavano diligentemente la consuetudine di asportare dai boschi

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!