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Marmellata di more di gelso<br />
1 kg di more di gelso, 600 g. di zucchero<br />
Lavare le more in acqua fredda e metterle a cuocere in una pentola per lameno 15 minuti. Poi<br />
aggiungere lo zucchero e continuare a cuocere per un ora e mezza. A fine cottura, aggiungere la buccia<br />
del limone grattugiato. Invasare ancora calda e capovolgere i vasi (si ringrazia il Ristorante “Fava” –<br />
Casola Valsenio (RA) - Chef Fava Kaia).<br />
Grappa di morar<br />
1 l di grappa, 100 g di more di gelso (Morus nigra), 2 cucchiai di zucchero<br />
Cospargete le more di gelso con lo zucchero e lasciatele macerare per un giorno in un recipiente<br />
capiente. Versate sui frutti la grappa e chiudete il vaso. Lasciate in infusione per 15 giorni in luogo<br />
caldo, ma non soleggiato, ag<strong>it</strong>ando spesso. Trasfer<strong>it</strong>e in cantina e lasciate riposare per altri 15 giorni.<br />
Filtrate bene e lasciate stagionare per 2 mesi prima di consumare.<br />
P.S: Anche le more di Morus Alba possono essere usate per la preparazione di questa grappa, la quale<br />
risulterà profumata ma priva di colorazione.<br />
GINEPRO COMUNE (Juniperus communis L.)<br />
<strong>Famiglia</strong>: Cupressacee<br />
Nome dialettale: Z’nèver, Z’nèveir, Z’nèvar, Zanèvar,<br />
Baracocla<br />
Etimologia: Il nome ha conservato la sua origine latina.<br />
Arbusto, alberello sempreverde a<br />
cresc<strong>it</strong>a lenta.<br />
Fior<strong>it</strong>ura: febbraio-giugno.<br />
Altezza: fino a 5-6 anche 12 m.<br />
Ambiente: dal mare fino a 2300 m.<br />
Il Ginepro comune ha una larghissima distribuzione<br />
geografica: è presente in tutto l’emisfero boreale, dal<br />
Nordamerica all’Asia sudoccidentale e dalla Siberia al<br />
Med<strong>it</strong>erraneo; in Italia è diffuso sulle Alpi e sugli<br />
Appennini. In Svezia ne sono stati segnalati alcuni alti<br />
quasi 20 m. Sol<strong>it</strong>amente si presenta con la chioma a cono<br />
stretto di colore verde chiaro, può essere anche cespuglioso o strisciante. I rami sono ascendenti e<br />
corteccia di colore grigio-rossastro che si sfalda in strisce long<strong>it</strong>udinali con margini ondulati. Le foglie<br />
sono aghiformi pungenti lunghe da 1 a 18 mm, in serie, raggruppate per tre; la pagina superiore è striata<br />
di bianco quella inferiore di grigio. E’ una pianta dioica con fiori maschili gialli e fiori femminili<br />
verdastri all’ascella dei ramuli, portati in piante separate. I frutti sono bacche sferiche di 4-8 mm,<br />
carnose; derivano dall’ingrossamento delle tre squame fertili del fiore femminile. Sono verdi o bluverdastre<br />
per poi diventare nel secondo anno blu-scure e pruinose. Indifferente alla natura del suolo è<br />
assai ben resistente al caldo e al freddo, è importante per la sua capac<strong>it</strong>à di ricoprire i suoli deforestati e<br />
di preparare il suolo per la ricostruzione del bosco. Il legno è duro, compatto e a grana fine; viene<br />
utilizzato in falegnameria e per la lavorazione al tornio. Questa specie è molto longeva, vive circa 600<br />
anni.<br />
Essendo considerata una delle conifere più rustiche è disponibile in diverse varietà coltivate: compressa,<br />
con forma colonnare nana, a cresc<strong>it</strong>a lenta, indicata per i giardini rocciosi; cracovia, con forma<br />
colonnare larga, branche ascendenti e rami con estrem<strong>it</strong>à ripiegate; depressa portamento basso, espanso