Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Max si volta.<br />
Mi guarda negli occhi, sembrano velati di bianco, come se<br />
una cataratta immaginaria gli impedisse di distinguermi. Eppure<br />
sono lì, in piedi di fronte a lui, che non può alzarsi per abbracciarmi.<br />
Forse neanche mi ha riconosciuto, anche se spero<br />
di sì, e che sia la sedia a rotelle su cui è inchiodato a smorzare<br />
un entusiasmo che, mio malgrado, vorrei percepire ma non<br />
riesco.<br />
Jan rimane in disparte. Ho immaginato di trovarmi davanti<br />
a Max, come sono ora, tante di quelle volte che quasi non riesco<br />
a crederci.<br />
“Ciao Smalley” bisbiglia il fantasma seduto.<br />
Io lo fisso, dall’alto verso il basso. E tremo.<br />
Mi siedo, non posso e non voglio sovrastare la persona che<br />
mi ha salvato il culo. L’unico vero amico che abbia mai avuto.<br />
“Non sembri stupito di vedermi” riesco a dire.<br />
Mi do dell’imbecille, dovevo immaginare che Lupo lo<br />
avrebbe avvisato del mio rientro in Italia, della mia prima lettera,<br />
del mio desiderio di fare luce sugli avvenimenti che lo hanno<br />
portato qui, ora, a non potersi più muovere liberamente, ad<br />
aver perso l’uso delle gambe.<br />
La sua espressione risponde alla mia esortazione.<br />
Ti stavo aspettando.<br />
So che è impossibile ma in realtà mi piace immaginare che<br />
Max non abbia avuto bisogno di avvertimenti; che, dentro di<br />
sé, covi quella telepatia che lega i gemelli, un filo ininterrotto<br />
con i miei pensieri, un’affinità inconscia con le mie pulsioni interiori.<br />
“Come stai?”<br />
Lui sposta lo sguardo da me alle sue gambe immobili e sospira.<br />
Ho sprecato una domanda idiota ma lui non dice nulla lo<br />
stesso, neanche per accennare una lamentela. Ne avrebbe ogni<br />
diritto. Il problema è che mi vengono in mente solo domande<br />
158