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quattro o cinque volte l’anno, a volte a Modena, oppure altrove,<br />
dietro ai gruppi del momento.<br />
Due sabati prima, durante un concerto al Livello 57, a Bologna,<br />
ci eravamo allontanati dal palco per parlare. Lei è ancora<br />
abbronzata, con due grandi occhi da manga e le labbra sottili.<br />
Di carnagione scura, il fisico esile, è vestita con jeans e una<br />
magliettina attillata. Non riesco a smettere di guardarle il seno,<br />
minuto come lei. Spero non se ne accorga.<br />
Lei è gentile, come sempre. Mi prende per mano, mi porta<br />
fuori. È una delle poche persone con cui parlare. Non solo di<br />
musica ma anche di libri, di cultura, di persone e di vita normale.<br />
Mi fa sentire a mio agio. Nonostante il piercing al naso,<br />
che non mi piace: uno spesso cerchietto di almeno due centimetri<br />
di diametro che pare uno di quegli anelli che usano i vaccari<br />
per trascinare di qua e di là i tori.<br />
Gli altri la snobbano, la considerano stupida, solo perché<br />
ha pensieri di ogni tipo e non si fa scrupolo a discuterne. La<br />
scena hardcore giudica e bisogna attenersi all’etichetta, è la regola<br />
numero uno. Occorre sempre stare attenti a come ci si veste,<br />
a cosa si dice, alle persone con cui si parla. Un errore può<br />
costare caro. Sia in termini di popolarità che di credibilità.<br />
Fuori è buio.<br />
Io sono impacciato, con le ragazze non mi muovo come il<br />
cavaliere senza macchia che spesso fingo di essere, per non sfigurare<br />
di fronte gli amici. Ho ventitré anni e non sono ancora<br />
stato con nessuna. Pensa a tutto Eleonora, che mi stampa sulle<br />
labbra un bacio intenso, dura un’eternità. Non c’è nulla da aggiungere.<br />
Lei mi trascina verso la station wagon del fratello,<br />
cerca le chiavi nella borsetta, apre la portiera.<br />
La seguo.<br />
Ci baciamo ancora, a lungo, selvaggiamente, cercandoci<br />
con le mani e abbracciandoci. Ci fermiamo un istante per fissarci<br />
negli occhi. Non mi è mai sembrata così bella.<br />
“Cosa hai fatto alla guancia?” mi chiede, carezzando con<br />
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