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1 E dire che i paesaggi li amavo di più Le mostre, insieme a ... - Diras

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Maria Cristina Bandera<br />

caratterizzate da <strong>di</strong>fferenze, talora impercettibi<strong>li</strong>, <strong>di</strong> materia pittorica, <strong>di</strong> or<strong>che</strong>strazione cromatica e<br />

<strong>di</strong> valori tona<strong>li</strong>. Il Paesaggio oggi alla Camera dei Deputati, infatti, non solo sarà ripreso, sempre<br />

nel 1927 e in controparte, in una celebre incisione (V. inc. 32, C. 1927/3) <strong>che</strong> godette <strong>di</strong> un<br />

imme<strong>di</strong>ato successo per essere pubb<strong>li</strong>cata sull’“Assalto” dell’11 febbraio e sul “Selvaggio” del 15<br />

aprile 1928, rafforzando la lettura strapaesana <strong>di</strong> queste opere <strong>di</strong> Moran<strong>di</strong> da parte dei suoi<br />

contemporanei, ma sarà riproposto in un’altra tela nel 1928, V. 135. Opera <strong>che</strong> può risultare simile<br />

solo ad uno sguardo superficiale 106 . Questi ultimi due <strong>di</strong>pinti lasciano presagire g<strong>li</strong> esiti del<br />

Paesaggio, V. 134, cat. 13, anch’esso risalente all’assolata e “implacabile estate del 1928” 107 , la<br />

stessa <strong>che</strong> fa da fi<strong>li</strong>grana al Sole a picco <strong>di</strong> Cardarel<strong>li</strong>, pubb<strong>li</strong>cato l’anno successivo con ventidue<br />

<strong>di</strong>segni <strong>di</strong> Moran<strong>di</strong>. Quest’opera appartenne a Alfredo Casella, compositore raffinato e<br />

lungimirante, ma an<strong>che</strong> artista vicino ai pittori e grande collezionista. In una rielaborazione mentale<br />

in costante ricerca, Moran<strong>di</strong> supera in essa il sintetismo esperito dalla lezione <strong>di</strong> Cézanne<br />

restringendo l’inquadratura e adottando una visione <strong>più</strong> ravvicinata e un conseguente allargamento<br />

delle forme, <strong>che</strong> paiono evadere dal telaio, così da credere <strong>che</strong> il <strong>paesaggi</strong>o sia stato indagato con<br />

l’ausi<strong>li</strong>o <strong>di</strong> un cannocchiale. Intensifica l’effetto della zoomata il colore a larghe macchie <strong>che</strong> fa da<br />

contorno alla facciata bianca e abbacinata dalla luce estiva e <strong>che</strong>, sebbene <strong>più</strong> sobrio, risulta <strong>più</strong><br />

pastoso e, comunque, sempre <strong>di</strong>stribuito con una sapienza tonale <strong>che</strong> non ha egua<strong>li</strong>. La<br />

composizione è nota an<strong>che</strong> per un’altra ‘variante’, il Paesaggio, 1928, V. 132, <strong>che</strong> appartenne a<br />

Enrico Vallecchi. Sebbene per queste due opere non si possa parlare <strong>di</strong> ‘serie’, è evidente – an<strong>che</strong><br />

data la presenza in entrambe del pag<strong>li</strong>aio – <strong>che</strong> la scintilla dovette scoccare nella mente creatrice <strong>di</strong><br />

Moran<strong>di</strong> a seguito della sua forte curiosità per Monet, per le vibrazioni straor<strong>di</strong>narie e per la valenza<br />

<strong>di</strong> modernità della sua pittura. Una attenzione per il francese <strong>che</strong> si prolungherà per tutti i suoi anni<br />

e <strong>che</strong> lo spinse a richiederne con forza una mostra, comprendente an<strong>che</strong> le opere tarde, per la<br />

Biennale <strong>di</strong> Venezia del 1960 della quale era commissario 108 .<br />

Nella sequenza della nostra rassegna chiude la lunga serie delle vedute del terzo decennio in cui<br />

compaiono volumi architettonici il Paesaggio del 1930, V. 160, cat. 15, <strong>che</strong> riprende il motivo<br />

dell’incisione con le Case del Campiaro a Grizzana, V. inc. 53, dell’anno precedente. L’esito del<br />

<strong>di</strong>pinto, tuttavia, fa comprendere come Moran<strong>di</strong> abbia stu<strong>di</strong>ato e stabi<strong>li</strong>to l’inquadratura come un<br />

regista e come dalla fine deg<strong>li</strong> anni venti eg<strong>li</strong> <strong>di</strong>a inizio ad un lavoro <strong>più</strong> personale. Di quanto nel<br />

quadro la composizione risulti <strong>più</strong> serrata e compressa, an<strong>che</strong> <strong>più</strong> “complessa <strong>di</strong> quello <strong>che</strong> sembra<br />

<strong>di</strong> primo acchito”, s’è accorto Vita<strong>li</strong>. Nota, infatti, come “i rettango<strong>li</strong> ed i trapezi vi si innestano ai<br />

triango<strong>li</strong> con incastri sapientissimi e nel medesimo tempo come nascosti. Una semp<strong>li</strong>cità <strong>che</strong><br />

sembra perfino ovvia: la semp<strong>li</strong>cità delle opere perfettamente concluse” 109 . La tela, quando si<br />

trovava nella raccolta <strong>di</strong> Margherita Caetani <strong>di</strong> Sermoneta, suscitò l’ammirazione <strong>di</strong> Thomas<br />

Stearns E<strong>li</strong>ot, il poeta statunitense natura<strong>li</strong>zzato inglese cugino della principessa <strong>che</strong> era so<strong>li</strong>ta<br />

riunire nella sua residenza amici e letterati, musicisti e pittori. Lo ricorda Luigi Magnani con un<br />

aneddoto curioso. Incaricato da Moran<strong>di</strong>, neg<strong>li</strong> anni della seconda guerra, <strong>di</strong> acquistarg<strong>li</strong> i colori<br />

Windsor and Newton <strong>di</strong> cui il pittore era so<strong>li</strong>to servirsi, dopo avere ricevuto un primo <strong>di</strong>niego, data<br />

l’impossibi<strong>li</strong>tà <strong>di</strong> poter<strong>li</strong> esportare, il musicologo riuscì nel proprio intento con queste parole: “Con<br />

questi colori, – <strong>di</strong>ssi, – il <strong>più</strong> grande pittore ita<strong>li</strong>ano, Giorgio Moran<strong>di</strong>, potrebbe creare dei<br />

capolavori. Se il suo nome vi è ignoto, non lo è al vostro maggiore poeta, E<strong>li</strong>ot; potrei portarvi<br />

testimonianza scritta della sua ammirazione per lui –. Il giorno innanzi infatti ero stato a visitarlo<br />

nel suo stu<strong>di</strong>o presso la casa e<strong>di</strong>trice Faber and Faber, e nel ricordare un nostro precedente incontro<br />

106 <strong>Le</strong> due opere sono state accostate in occasione della mostra tenutasi al Metropo<strong>li</strong>tan Museum of Art, Giorgio<br />

Moran<strong>di</strong> 1890-1964, cit. 2008, con una s<strong>che</strong>da redatta da chi scrive, pp. 144-148.<br />

107 F. Arcange<strong>li</strong>, Giorgio Moran<strong>di</strong>, cit. 1964, p. 228.<br />

108 Come risulta dalle reiterate richieste <strong>di</strong> Moran<strong>di</strong>, attestate dai verba<strong>li</strong> delle riunioni del Comitato <strong>di</strong> esperti incaricato<br />

<strong>di</strong> organizzare le <strong>mostre</strong> per le Bienna<strong>li</strong> del 1958 e 1960: M.C. Bandera, Moran<strong>di</strong> sceg<strong>li</strong>e Moran<strong>di</strong>, cit. 2001, pp. 42-45.<br />

109 L. Vita<strong>li</strong> Giorgio Moran<strong>di</strong> pittore cit. 1964, p. 33.<br />

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