1 E dire che i paesaggi li amavo di più Le mostre, insieme a ... - Diras

Maria Cristina Bandera
americane, ordinata anche in questo caso da Soby 42 , dove furono esposte nove opere di Morandi e
tutte nature morte.
Spettò a Rodolfo Pallucchini, negli anni cinquanta, accompagnare il pittore sulla scena
transoceanica alla IV Biennale di San Paolo del Brasile nel 1957 con un testo critico che mirava a
rendere ‘attuale’ Morandi 43 . L’occasione fu la “Sala Especial” per l’importante esposizione
sudamericana, organizzata dalla Biennale di Venezia, con trenta opere, scelte dallo stesso Morandi,
comprensive di sette paesaggi, di cui quattro ora in mostra: 1925, V. 110, cat. 9; 1932, V. 174, cat.
16; 1940, V. 279, cat. 30; 1942, P. 1942/2, cat. 38. Con l’intento di fare breccia su Alfred H. Barr
Jr., che rappresentava il punto di forza della giuria brasiliana, il critico italiano avanza un ardito
confronto con Mondrian 44 , che a Morandi non piacque, ma che raggiunse lo scopo di fargli ottenere
il Gran Prix per la pittura davanti a Marc Chagall 45 . In quest’ottica va letto anche il suo passo
relativo ai ‘paesi’, visti come “struttura architettata in una trama precisa e rigorosa, ma trasfigurata
in una luce che regola ogni elemento della composizione, tanto da trasformare ogni brano di realtà
oggettiva in una dimensione nuova [...]. Già in questi mirabili paesaggi esposti, variati nel taglio e
nell’ispirazione, si precisa il potere trasfigurante di Morandi: la sua qualità di astrarre dal vero
[...]” 46 .
Nello stesso 1957, anch’egli accompagnandone l’opera con una lettura in chiave di
un’elementarietà astratta – “Morandi feels that a geometrical form has a sense in painting if an
abstract color dresses it” –, Linonello Venturi ne presenta una retrospettiva alle World House
Galleries a New York sottolineandone la coerenza di ricerca artistica indipendentemente dal
soggetto prescelto: “Morandi’s style has such a unity that his approach to landscape is not
particularly different from his approach to still lifes, in spite of the different conditions of the
sourroundings”. Per questo motivo tra i trentacinque dipinti esposti selezionò otto paesaggi.
Il 1964 è l’anno delle due principali monografie su Giorgio Morandi, entrambe per le edizioni Del
Milione. La prima,‘vigilata’ dal maestro, accompagnata da una fortuna critica per lo più dal lui
stesso indicata, stampata nel mese di gennaio a cura di Lamberto Vitali, la seconda, più personale
ed emotiva, pubblicata, dopo vicende travagliate, il 31 luglio a firma di Francesco Arcangeli. In
mezzo, nel mese di giugno, avvenne la morte del pittore che con tenacia aveva impedito la stampa
del testo del più giovane, allievo di Longhi, inizialmente da lui stesso prescelto per quest’opera, di
cui, una volta ultimata, non condivise più l’impostazione critica.
Vitali, imprenditore, studioso d’arte e grande collezionista, ma soprattutto prossimo a Morandi per
averne già curato il Catalogo generale delle incisioni 47 , pur dietro la ritrosia di volere fare il punto
della situazione piuttosto che un libro con nuove chiavi di lettura, parte da un’asserzione importante
di cui fornisce alcune motivazioni circostanziate: “Morandi non è un pittore attuale, anzi non è mai
stato attuale” 48 . Ne nota la giovanile presa di distanza dalle esperienze del divisionismo, la volontà
di non imbrancarsi con il Futurismo, l’autonomia della fase metafisica e, subito dopo, e a ragione,
42
Eloquente, a tale proposito, è l’elenco dei dipinti di Morandi, tutte nature morte, esposti nella rassegna (Milano,
Palazzo Reale), ordinata da J. Th. Soby, “promossa e studiata dal Museum of Modern Art – New York” e realizzata
dall’Ente Manifestazioni milanesi, Arte italiana del XX secolo da collezioni americane, Milano 1960, pp. 199-200.
43
R. Pallucchini, Personalidade de Morandi, in IV Bienal do Museu de Arte Moderna de São Paulo, catalogo della
mostra, Museu de Arte Moderna, São Paulo, Brasil, settembre – dicembre 1957, pp. 271-281, pubblicato in lingua
italiana Id., Attualità di Morandi, in “Arte Antica e Moderna”, 1, gennaio-marzo 1958, pp. 57-64.
44
Confronto a suo tempo già avanzato da J. Th. Soby, Painting and Sculpture since 1920 – Later Work of de Chirico,
Carrà and Morandi, in Twentieth-Century Italian Art, a cura di A.H. Barr e J. Th. Soby, catalogo della mostra, The
Museum of Modern Art, New York, 28 giugno – 12 settembre 1949, p. 26.
45
Sugli antefatti e sulle scelte operate da Morandi per la propria sala alla Biennale di San Paolo si veda M.C. Bandera,
Morandi sceglie Morandi. Corrispondenza con la Biennale 1947-1962, Milano 2001, passim, e sulle motivazioni che
indussero la commissione a premiare Morandi, M.C. Bandera, Giorgio Morandi Today, in Giorgio Morandi 1890-1964
cit. 2008, p. 39.
46
R. Pallucchini, Attualità di Morandi, cit.1958, p. 60.
47
L. Vitali, Giorgio Morandi. Opera grafica, Torino 1957 (II ed. ampliata e corretta, 1964; III ed. ampliata e corretta,
1978; IV ed. ampliata, 1989).
48
L. Vitali, Giorgio Morandi pittore, cit. 1964, p. 31.
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