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1 E dire che i paesaggi li amavo di più Le mostre, insieme a ... - Diras

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Maria Cristina Bandera<br />

l’equi<strong>di</strong>stanza fra il Novecento e Strapaese, nonostante <strong>che</strong> “nel battag<strong>li</strong>one <strong>di</strong> Strapaese”<br />

mi<strong>li</strong>tassero g<strong>li</strong> “amici provati e spiritualmente a lui <strong>più</strong> vicini”, Soffici, Longanesi e Maccari. Vita<strong>li</strong><br />

de<strong>di</strong>ca tutto un capitolo ai <strong>paesaggi</strong> del bolognese, ne scan<strong>di</strong>sce le <strong>di</strong>fferenze, ne legge g<strong>li</strong> esisti in<br />

parallelo con “l’evoluzione del <strong>li</strong>nguaggio” 49 , ne intende da conoscitore profondo i paralle<strong>li</strong> con le<br />

incisioni, soprattutto ne esalta la “fruttuosa stagione” <strong>di</strong> Grizzana durante la guerra, “fra le <strong>più</strong> fe<strong>li</strong>ci<br />

per un sentimento sereno e pur ma<strong>li</strong>nconico della natura” 50 , per questo “destinata dunque a rimanere<br />

capitale nell’avventura pittorica <strong>di</strong> Moran<strong>di</strong>” 51 . Un giu<strong>di</strong>zio, questo, <strong>che</strong>, come s’è visto sarà ripreso<br />

da Longhi con un peso determinante e con una risonanza internazionale, dal momento <strong>che</strong><br />

l’annotazione accompagnerà la retrospettiva del maestro alla Biennale <strong>di</strong> Venezia del 1966, ma <strong>che</strong>,<br />

soprattutto, aveva già trovato il severo consenso <strong>di</strong> Moran<strong>di</strong>. Questi, per so<strong>li</strong>to, restio ad<br />

autoconsiderazioni, in una lettera <strong>di</strong> capitale importanza, <strong>che</strong> evidentemente riflette un <strong>di</strong>alogo<br />

aperto e una <strong>di</strong>sponibi<strong>li</strong>tà d’animo verso Vita<strong>li</strong> 52 , rivolgendosi a lui il 22 maggio 1963, scrive:<br />

“grazie della Sua lettera ed ora a risponder<strong>Le</strong> alle sue risposte.<br />

1° Grazie <strong>di</strong> quanto <strong>di</strong>ce riguardo ai <strong>paesaggi</strong> del 1940-43. Mi fa piacere <strong>che</strong> abbia riconsiderato la<br />

questione. Come le <strong>di</strong>ssi a voce in questi <strong>paesaggi</strong> si può sentire quanto ho considerato nei miei<br />

anni giovani<strong>li</strong>. Questo senza presa volontà ma naturalmente. Spontaneamente, <strong><strong>di</strong>re</strong>i. Riguarda la<br />

mia educazione. Misteriosa cosa an<strong>che</strong> per me. Non sappiamo perchè certe cose ci hanno così<br />

vivamente toccato e perchè siamo stati in<strong>di</strong>fferenti ad altre tante cose. Certo <strong>che</strong>, riguardo a questi<br />

<strong>di</strong>pinti non sapremmo a qua<strong>li</strong> cose riferirci in modo preciso. Riguar<strong>di</strong> il mio <strong>paesaggi</strong>o del 1940, già<br />

esposto a Venezia [è il V. 279, cat. 30] ed altri deg<strong>li</strong> anni successivi. Li ritengo miei.”<br />

Arcange<strong>li</strong>, nella sua monografia, parte da un presupposto ag<strong>li</strong> antipo<strong>di</strong> rispetto a quello <strong>di</strong> Vita<strong>li</strong>.<br />

Con un testo articolato e imprescin<strong>di</strong>bile, sforzo <strong>di</strong> una personale lettura interpretativa, mira a<br />

intendere il pittore “come uomo-artista in sé e in rapporto al suo tempo” 53 . Soprattutto, <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong><br />

non con<strong>di</strong>videre né la posizione <strong>di</strong> Vita<strong>li</strong> <strong>di</strong> “ritener Moran<strong>di</strong> ‘inattuale’”, né quella <strong>di</strong> Pallucchini<br />

“<strong>di</strong> pensarlo attuale perchè se ne può condurre la lettura verso Mondrian” 54 . Per lui, Moran<strong>di</strong> è “un<br />

antesignano della ‘pittura <strong>di</strong> materia’ o dell’‘informel’” 55 , an<strong>che</strong> se non solo. Ricca, dettag<strong>li</strong>ata,<br />

appassionata la sua lettura dei <strong>paesaggi</strong> dei primi anni. Dopo i puntua<strong>li</strong> riferimenti a Cézanne e alla<br />

cultura formale <strong>di</strong> Seurat – <strong>che</strong> saranno una costante dell’arte <strong>di</strong> Moran<strong>di</strong>, an<strong>che</strong> se sempre<br />

interpretati “a modo suo” – ad Arcange<strong>li</strong> viene spontaneo <strong>di</strong> notare come nel Paesaggio del 1913,<br />

V. 8, “sembra già prevedere il verde, friabile, incerto mormorio <strong>di</strong> alcuni paesi <strong>di</strong> Fautrier del<br />

1928” 56 . Si tratta <strong>di</strong> una interpretazione in avanti verso l’informale, a cui Moran<strong>di</strong> si oppose con<br />

veemenza, ma <strong>che</strong>, tuttavia, suggerì al critico – in veste mi<strong>li</strong>tante in questo caso – <strong>di</strong> sotto<strong>li</strong>neare<br />

come già tra il ’13 e il ’14, quando il pittore “gira dalle parti del Reno” l’ispirazione a Cézanne<br />

fosse “generica” notandovi, piuttosto “un senso <strong>che</strong>, non troppo <strong>di</strong>verso, soltanto <strong>più</strong> ‘barbarico’, e<br />

fuso entro la materia, è an<strong>che</strong> in certi <strong>paesaggi</strong> ancor poco noti <strong>di</strong> Morlotti, verso il ’42-’44” 57 . Con<br />

un’analoga lettura, Arcange<strong>li</strong> sostiene <strong>che</strong> il Paesaggio Jesi del 1914, ora a Brera, V. 17, avrebbe<br />

strappato “l’ammirazione a Tobey” 58 , e <strong>che</strong> nei primi piani del Paesaggio 1922, V. 75, cat. 7, si può<br />

avvertire “una fattura altrettanto ar<strong>di</strong>ta, e <strong>più</strong> sapiente, e <strong>più</strong> modestamente ma altamente perduta<br />

nella materia delle cose, dei nebulosi affascinanti Fautrier del ’28” 59 . A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> pagine, il critico,<br />

con la sua prosa coinvolgente, approda ai <strong>paesaggi</strong> deg<strong>li</strong> anni quaranta. Tra quel<strong>li</strong> ora esposti, si<br />

49 Ivi, p. 35.<br />

50 Ivi, p. 36.<br />

51 Ivi, p. 37.<br />

52 E’ sintomatico <strong>che</strong> Vita<strong>li</strong> de<strong>di</strong>chi il catalogo generale delle incisioni <strong>di</strong> Moran<strong>di</strong> ai loro genitori. Lo stralcio della<br />

lettera è pubb<strong>li</strong>cato con il cortese consenso <strong>di</strong> Enrico Vita<strong>li</strong>.<br />

53 F. Arcange<strong>li</strong>, Giorgio Moran<strong>di</strong>, Milano 1964, p. 9.<br />

54 Ivi, p. 309.<br />

55 Ivi, p. 260.<br />

56 Ivi, p. 37.<br />

57 Ivi, p. 43.<br />

58 Ivi, p. 64.<br />

59 Ivi, p. 158.<br />

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