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parenti, amici, semplici conoscenti. Mentre passavamo lungo le vie<br />
del Giambellino, numerosi furono coloro che dalle finestre salutarono<br />
con il pugno chiuso. Quando passammo davanti alla sede dell’Anpi,<br />
i vecchi uscirono, abbassarono le serrande e salutarono alla<br />
maniera dei comunisti. Infine, ci fermammo davanti alla lapide dei<br />
partigiani, all’angolo tra via Segneri e piazza Tirana, e venne letta l’orazione<br />
funebre:<br />
Se oggi siamo qui; se oggi volti di vecchi compagni e di vecchi amici<br />
si mescolano a volti di giovani compagni e di giovani amici; se<br />
oggi le nostre bandiere sono abbrunate, è perché è morto il compagno<br />
Pierino.<br />
Morire, in fondo, è naturale come la morte del capitalismo e la nascita<br />
di una società finalmente giusta, finalmente libera, finalmente felice.<br />
Se avesse potuto scegliere, Pierino avrebbe sicuramente scelto di<br />
morire in combattimento, con le armi in pugno. Come il “Che”<br />
Guevara, come Mara, come gli altri rivoluzionari che hanno tracciato,<br />
con il loro sangue, il sentiero che conduce alla Rivoluzione.<br />
Ma così non è stato. Perché così non poteva essere. Viviamo in tempi<br />
difficili, per i rivoluzionari. Il compagno che era ieri al tuo fianco è<br />
ora stanco di lottare per una causa che sembra non realizzarsi mai;<br />
tanti non hanno saputo resistere ai colpi di una delle repressioni più<br />
spietate e ignobili che si ricordino, una repressione che aveva la pretesa<br />
di insinuarsi nelle stesse coscienze personali e nelle stesse famiglie<br />
per mettere i genitori contro i figli, i fratelli contro i fratelli, i mariti<br />
contro le mogli, l’amico contro l’amico...; alcuni hanno barattato<br />
la loro dignità con le briciole che la borghesia lascia cadere a terra<br />
dalla tavola sempre più imbandita dello sfruttamento, della violenza<br />
e della guerra; altri ancora si sono lasciati sedurre dalle sirene del<br />
conformismo e del successo sociale, scambiando l’onestà e la coerenza<br />
con i trenta denari che quotano, alla borsa del disonore, il<br />
prezzo del tradimento. Addirittura, una classe intera, attraverso la<br />
mediazione delle sue rappresentanze istituzionali, ha avuto accesso<br />
ai locali che, nel palazzo del Potere, sono riservati alla servitù fedele<br />
e obbediente. In questo clima generale percorso dai venti del consumismo,<br />
del perbenismo e del grigiore morale, non si può pensare a<br />
una morte che ti colga mentre dai prova della tua profonda umanità<br />
ricorrendo all’ultima risorsa degli uomini senza potere e senza giustizia.<br />
Non si può sperare in una morte che ti colga con le armi in pugno,<br />
come sperava lo cogliesse un giorno la morte il compagno Pierino.<br />
Nonostante ciò, Pierino è morto da rivoluzionario: in pace non<br />
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