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Alcuni anni prima di morire, mia madre mi raccontò un episodio.
Durante una campagna elettorale, tra il 1970 e il 1971, Pierino rincasò
a notte fonda piuttosto brillo ma molto contento. Una volta a letto
guardò Heidi e le disse: «Sono troppo forte! Questa notte ho bruciato
dieci striscioni del Msi e ho sollevato un autobus!». «Dormi! È
tardi!» fu la risposta scocciata di mia madre. La mattina seguente la
frase sibillina di Pierino trovò una spiegazione. Aveva passato buona
parte della notte a bordo della sua Volvo: se trovava gli striscioni
elettorali del Msi e della Dc che sormontavano le vie di Milano, parcheggiava
la sua auto, scendeva, si arrampicava sul palo e con l’accendino
cercava di dar loro fuoco. Stanco delle arrampicate, a un
certo punto aveva deciso di andare a festeggiare il “lavoro” con gli
amici. Tornando a casa, la vista annebbiata, non si era accorto del
bus parcheggiato al capolinea di piazza Tirana. La Volvo si infilò sotto
il mezzo, sollevandolo di peso. Quella notte, a letto, rise a lungo
prima di riuscire a prendere sonno.
Giacomo “Lupo” Cattaneo
Esistono persone che per me sono poco più che un lontano ricordo,
persone con le quali ho passato alcuni momenti dei miei primi anni
di vita e che poi, per mille vicissitudini, non ho più incontrato. Ma il
loro ricordo, seppur lontano, è rimasto indelebile. Una di queste
persone è senza dubbio Giacomo Cattaneo.
Giacomo Cattaneo è stato uno dei due o tre ex partigiani che,
agli albori della lotta armata, entrarono a far parte delle Brigate
Rosse. Era originario del lodigiano; viveva a Santo Stefano, che allora
si trovava ancora in provincia di Milano. In quella zona, come al
Giambellino, numerosi erano i compagni che militavano fuori dalle
sezioni del Pci. Giacomo nel Partito comunista aveva militato a lungo.
Era stato partigiano e aveva combattuto nelle formazioni di
Giustizia e Libertà. Dopo la guerra si era iscritto al Partito e aveva
iniziato la sua lunga militanza. Nel 1967 lasciò il Pci e non vi fece
più ritorno.
Alcuni compagni lodigiani lavoravano all’“Unità”; fu proprio in
quella sede che conobbero i miei zii, Adriano e Antonio. Fecero
amicizia. I lodigiani scoprirono quello che stava accadendo al
Giambellino: la rottura con il Pci, la nascita del gruppo “Luglio
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