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Studi di caso IEA-PIRLS 2004 - Iislamezia.it

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iscontrabili all’interno della classe, viene spiegata dalla stessa insegnante come conseguenza<br />

<strong>di</strong> una pratica in uso nella scuola: sono le stesse famiglie, infatti, a “prestare” questo materiale<br />

in dotazione alla classe e i libri, in particolare, vengono sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i mensilmente. L’aula, come<br />

del resto tutte le altre dell’ist<strong>it</strong>uto, è dotata <strong>di</strong> un computer posizionato vicino alla cattedra.<br />

La lezione ha inizio con la lettura ad alta voce da parte dell’insegnante <strong>di</strong> un brano mentre<br />

i bambini seguono su una fotocopia, appos<strong>it</strong>amente loro <strong>di</strong>stribu<strong>it</strong>a, in cui sono riportate, oltre<br />

che il testo scr<strong>it</strong>to del racconto, anche le prove <strong>di</strong> verifica.<br />

L’ascolto sembra essere vissuto dagli alunni come un’esperienza piacevole, soprattutto<br />

perché l’insegnante, pur non variando il contesto del racconto scr<strong>it</strong>to, modula la voce con toni<br />

<strong>di</strong>versi per sottolineare alcuni passaggi relativi alla storia: l’intonazione ed il r<strong>it</strong>mo adeguati<br />

aiutano così a capire le sfumature dei sentimenti che il brano vuol comunicare.<br />

La docente si rivolge agli alunni sempre con tono rassicurante, come ad esempio: “OK,<br />

vedete come la storia è semplice e chiara?”. I bambini sembrano coinvolti: la trama del testo,<br />

ma soprattutto il modo <strong>di</strong> raccontarla non asettico, fa presa sul loro interesse, tanto che alcuni,<br />

già alla fine della prima lettura da parte dell’insegnante, <strong>di</strong>mostrano <strong>di</strong> aver recep<strong>it</strong>o la<br />

comprensione totale del brano, sorridendo in considerazione dell’epilogo degli eventi.<br />

L’insegnante chiama in causa <strong>di</strong>rettamente i bambini, coinvolgendoli sia per “costruire” il<br />

significato delle parole più <strong>di</strong>fficili e <strong>di</strong> minore uso comune, sia per innescare una serie <strong>di</strong><br />

considerazioni personali sul tema proposto dal brano.<br />

Durante la <strong>di</strong>scussione l’insegnante entra in causa per gestire gli interventi in modo da<br />

ev<strong>it</strong>are che una domanda venga lasciata in sospeso o un’osservazione espressa a metà e,<br />

infine, per riformulare in modo sintetico quanto detto. Pone, infatti, domande che richiedono<br />

risposte rapide e il suo ruolo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>natore e moderatore è riconosciuto ed accettato dagli<br />

alunni. Questi intervengono <strong>di</strong> buon grado, strutturando la conversazione tra loro e con<br />

l’insegnante: conversazione che nasce dal testo e al testo si riconduce passando attraverso il<br />

vissuto personale.<br />

La lezione<br />

Il brano letto in classe è un racconto <strong>di</strong> carattere narrativo-fantastico, La montagna rubata,<br />

e la lezione viene struttura in 4 fasi.<br />

1 a fase: lettura ad alta voce da parte della maestra e successiva lettura silenziosa esegu<strong>it</strong>a<br />

dagli alunni.<br />

L’insegnante nella sua esposizione, pur non variando il contenuto del racconto scr<strong>it</strong>to, usa<br />

toni <strong>di</strong>versi per mettere in evidenza alcune parti salienti del brano: il telegramma del ministro,<br />

la risposta corale del paese, le scuse finali. La successiva lettura silenziosa esegu<strong>it</strong>a dagli<br />

alunni permette loro una maggiore concentrazione sul significato del brano e ne facil<strong>it</strong>a la<br />

comprensione, non essendo impegnati nello sforzo <strong>di</strong> pronunciare a voce i segni tradotti in<br />

suoni.<br />

2 a fase: analisi lessicale.<br />

Dopo la prima lettura vengono presi in esame i vocaboli <strong>di</strong> uso meno comune e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

più <strong>di</strong>fficile comprensione come “parete <strong>di</strong> VI grado”, “onorabil<strong>it</strong>à”, “esecuzione”.<br />

La strategia usata è quella <strong>di</strong> chiamare in causa <strong>di</strong>rettamente i bambini coinvolgendoli<br />

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