Studi di caso IEA-PIRLS 2004 - Iislamezia.it
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Bambini: Sì [in coro].<br />
Insegnante: Chi trovò la fanciulla dolce e gentile vicino alla fontana? Laura, <strong>di</strong>llo te.<br />
Bambina: Trovò una vecchietta.<br />
Insegnante: Voce, voce, non avere timore. Noemi! Questa vecchietta era in realtà una<br />
vecchietta oppure era un’altra persona? Chi era?<br />
Bambina: Era la fata.<br />
Insegnante: Bravissima. Era la fata trasformatasi in una vecchietta. Cosa chiede la<br />
vecchietta alla fanciulla? Lo <strong>di</strong>ce Sandro.<br />
Bambino: Un po’ d’acqua.<br />
Insegnante: Hai detto bene, ma vorrei una risposta più completa [Il bambino risponde con<br />
voce quasi impercettibile].<br />
Continuando così ad interpellare i bambini, che spesso si mostrano timorosi nel<br />
rispondere, la maestra procede in modo serrato alla verifica della comprensione del contenuto<br />
della vicenda, fissando in tal modo le informazioni essenziali relative al racconto appena<br />
letto.<br />
Distribuisce poi, in fotocopia, una scheda con un esercizio scr<strong>it</strong>to <strong>di</strong> rior<strong>di</strong>no delle<br />
sequenze, connesso con un’attiv<strong>it</strong>à espressiva (l’uso delle mat<strong>it</strong>e colorate per riempire le<br />
illustrazioni) e spiega ai bambini che cosa devono fare, sollec<strong>it</strong>andoli a prestare attenzione<br />
prima <strong>di</strong> iniziare il lavoro: “Dovete ascoltare quello che vi <strong>di</strong>co. Nella scheda ci sono cinque<br />
figure, cinque sequenze, con i personaggi della fiaba. Voi dovete numerare le immagini in<br />
or<strong>di</strong>ne, come sono avvenuti i fatti. I personaggi sono <strong>di</strong>segnati in modo da fornirvi piccoli<br />
in<strong>di</strong>zi. Ad esempio, come inizia la fiaba? Dimmelo, Irene”.<br />
La bambina sussurra qualcosa <strong>di</strong> poco comprensibile e la maestra, dopo averle chiesto <strong>di</strong><br />
togliere la mano posta davanti alla bocca, la sollec<strong>it</strong>a ad osservare bene le vignette (nella<br />
prima è <strong>di</strong>segnata una figura femminile con un secchio d’acqua nelle mani).<br />
La maestra provvede, poi, alla <strong>di</strong>stribuzione dei pennarelli colorati e dei materiali vari<br />
contenuti nell’arma<strong>di</strong>etto per consentire ai bambini <strong>di</strong> colorare le vignette, dopo averle<br />
or<strong>di</strong>nate secondo la successione delle sequenze.<br />
Prima <strong>di</strong> lasciarli lavorare, in<strong>di</strong>vidualmente, ricorda loro che “non c’è né voto né<br />
giu<strong>di</strong>zio”. Mentre tutti, in silenzio, completano il lavoro e i più veloci entrano in<br />
competizione, facendo presente <strong>di</strong> avere già terminato, l’insegnante passeggia tra i banchi;<br />
raccoglie infine le schede e si congeda dai bambini, <strong>di</strong>cendo loro: “Bravi, siete stati<br />
bravissimi. Siete stati un po’ timi<strong>di</strong>, però”.<br />
La classe quarta<br />
L’aula, ampia e luminosa, contiene <strong>di</strong>ciassette bambini, a netta prevalenza maschile. I<br />
banchi, che presentano una <strong>di</strong>sposizione mista - a ferro <strong>di</strong> cavallo con una fila interme<strong>di</strong>a -<br />
sono in realtà troppo piccoli per l’età e l’altezza dei bambini. Gli arre<strong>di</strong> sono essenziali<br />
(lavagna e arma<strong>di</strong>etti) e le pareti sono ricoperte <strong>di</strong> <strong>di</strong>segni dei bambini, i quali, impegnati in<br />
un lavoro sulla poesia con la seconda maestra del modulo, hanno illustrato con propri <strong>di</strong>segni<br />
alcune figure retoriche <strong>di</strong> più imme<strong>di</strong>ata comprensione: la simil<strong>it</strong>u<strong>di</strong>ne e la metafora.<br />
La maestra saluta i bambini che, a loro volta, salutano entrando in classe, prima <strong>di</strong><br />
collocarsi composti nei loro banchi.<br />
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