Studi di caso IEA-PIRLS 2004 - Iislamezia.it
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STUDIO DI CASO D<br />
Un po’ attrice, un po’ pagliaccio, un po’ mamma<br />
33<br />
Silvana Serra<br />
L’insegnante<br />
L’insegnante, <strong>di</strong> sesso femminile, ha al suo attivo trentaquattro anni <strong>di</strong> insegnamento nella<br />
scuola elementare, <strong>di</strong> cui sei svolti in una classe quarta. Oltre al <strong>di</strong>ploma magistrale è in<br />
possesso <strong>di</strong> t<strong>it</strong>olo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o superiore e <strong>di</strong> una specializzazione triennale in amb<strong>it</strong>o pedagogico,<br />
relativa al trattamento <strong>di</strong> soggetti con <strong>di</strong>sabil<strong>it</strong>à. In tale amb<strong>it</strong>o, prima <strong>di</strong> de<strong>di</strong>carsi<br />
all’insegnamento nella scuola primaria, ha collaborato per un triennio con un équipe me<strong>di</strong>ca<br />
dell’Univers<strong>it</strong>à, esperienza alla quale la stessa insegnante attribuisce un valore fondamentale<br />
nella propria formazione professionale. Il contatto prolungato con <strong>di</strong>sabili le ha permesso <strong>di</strong><br />
potenziare e affinare la capac<strong>it</strong>à <strong>di</strong> comprendere atteggiamenti e problemi dei bambini e <strong>di</strong><br />
dare significato concreto agli stu<strong>di</strong> psicologici e pedagogici che r<strong>it</strong>iene essere il fondamento<br />
in<strong>di</strong>spensabile <strong>di</strong> una corretta impostazione della professional<strong>it</strong>à docente.<br />
La maestra è, appunto, convinta che il rapporto con il bambino si instauri sostanzialmente<br />
su base relazionale e affettiva: “Non è importante tanto il cosa, ma il come si insegna”. Per<br />
questo motivo la capac<strong>it</strong>à relazionale è <strong>di</strong> fatto l’elemento sul quale ha impostato il rapporto<br />
con i bambini e ha costru<strong>it</strong>o la qual<strong>it</strong>à del proprio insegnamento, creando un clima sereno e<br />
<strong>di</strong>steso e valorizzando la persona, ponendo in altre parole il bambino al centro dell’azione<br />
educativa, al fine <strong>di</strong> svilupparne non solo l’intelligenza cogn<strong>it</strong>iva ma anche l’intelligenza<br />
emotiva e <strong>di</strong> rafforzare la fiducia in se stesso. Il principio che l’insegnante ha fatto proprio è,<br />
dunque, quello primario della central<strong>it</strong>à delle <strong>di</strong>namiche affettive e relazionali nei processi <strong>di</strong><br />
appren<strong>di</strong>mento.<br />
Nella scuola elementare r<strong>it</strong>iene, infatti, che sia essenziale la funzione dell’insegnante<br />
quale supporto continuo per gratificare, sostenere e rendere piacevole l’appren<strong>di</strong>mento<br />
attarverso una serie <strong>di</strong> interventi sugger<strong>it</strong>i da una grande flessibil<strong>it</strong>à, che può essere declinata<br />
in due aspetti: l’abil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> adeguarsi e <strong>di</strong> riuscire ad affrontare le s<strong>it</strong>uazioni, le più varie ed<br />
impreve<strong>di</strong>bili che possono verificarsi nella classe e la capac<strong>it</strong>à <strong>di</strong> stimolare e <strong>di</strong> tenere viva nei<br />
bambini la curios<strong>it</strong>à, che cost<strong>it</strong>uisce la molla dell’appren<strong>di</strong>mento. È sua ferma convinzione<br />
che soprattutto nel primo ciclo si giochi tutto sulla motivazione vivace e continuamente<br />
rinnovantesi: “Io sono la Tv in classe”. Con questa efficace metafora la maestra esemplifica il<br />
proprio ruolo.<br />
Nel rapporto con i bambini della scuola elementare reputa essenziale, dunque, soprattutto<br />
saper instaurare un contatto <strong>di</strong>retto, riuscire a trasmettere “in modo allegro e giocoso”, con un<br />
linguaggio comprensibile, mirato e <strong>di</strong>retto, quelle informazioni che l’insegnante sceglie dal<br />
paniere delle proprie conoscenze. Alla base del successo formativo degli alunni, oltre al<br />
bagaglio culturale dell’insegnante e alle sue conoscenze teoriche, c’è soprattutto la sua<br />
capac<strong>it</strong>à <strong>di</strong> interagire: non sempre chi più conosce meglio insegna; è <strong>di</strong> notevole peso il modo<br />
<strong>di</strong> veicolare il proprio sapere e <strong>di</strong> tradurlo in forme attive. Risulta quin<strong>di</strong> determinante al fine<br />
dell’efficacia del rapporto educativo il modo che la maestra ha <strong>di</strong> porsi, anche se “sapere e<br />
saper dare vanno in parallelo”. L’insegnamento è <strong>di</strong> fatto “verifica della teoria nella pratica:<br />
teoria, ricerca, innovazione continua”: in questa affermazione della maestra è condensato il<br />
convincimento che sia in<strong>di</strong>spensabile superare l’idea dell’insegnamento come semplice