LION CLUB PA VESPRI giornalino web - Lions Palermo dei Vespri
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mune europea di rappresentare la più alta concentrazione<br />
di cultura occidentale con potenzialità aggregative.<br />
Differente tuttavia l’interpretazione che veniva data<br />
a tale embrionaria aggregazione: dall’Europa delle<br />
Patrie di Charles DeGaulle, allo scettico distacco di<br />
tipo insulare dell’Inghilterra, alla Germania divisa<br />
in due, col prioritario problema della sua riunificazione.<br />
E’ prevalso il lato economico, che ha condizionato la<br />
realizzazione dell’Unione Europea, i cui Soci si sono<br />
impegnati a soggiacere a rigide regole di bilancio e<br />
valutarie, sotto la spinta principale della Germania,<br />
che non ha mai dimenticato la lezione della Repubblica<br />
di Weimar, quando erano necessari miliardi di<br />
marchi per comprare un chilo di pane.<br />
Indubbiamente è stato un bene limitare il facile ricorso<br />
alla svalutazione, su cui l’Italia si adagiava per<br />
favorire le esportazioni, facendo pagare un pesante<br />
contributo a pensionati ed al reddito fisso. Le rigide<br />
regole valide per tutti gli stati aderenti hanno avuto<br />
la funzione di predisporre piani di sviluppo pluriennali<br />
armonizzati, cosa in cui l’Italia non ha certamente<br />
brillato e che le ha permesso di utilizzare, per<br />
la sua lentezza burocratica, mediamente soltanto il<br />
15% <strong>dei</strong> fondi europei messi a sua disposizione.<br />
L’Unione Europea non è una federazione di stati né<br />
un organizzazione cooperativa, ma un insieme di<br />
stati che unisce la propria individualità e sovranità<br />
per una migliore forza nel contesto mondiale, delegando<br />
alle Istituzioni comuni il proprio potere individuale.<br />
In atto la U.E. si regge sulla cooperazione economica<br />
di 27 paesi, con mercato unico, moneta unica<br />
(in atto non per tutti e 27) e libera circolazione di<br />
persone e merci. La sua opera si estende dagli aiuti<br />
allo sviluppo alle politiche ambientali, promuove i<br />
diritti umani, la democrazia.<br />
Politicamente, il Parlamento europeo ha poteri normativi,<br />
di controllo delle istituzioni comunitarie, discute<br />
ed adotta il bilancio, ma non ha poteri<br />
vincolanti sui singoli stati, bensì realizza direttive<br />
comunitarie, cui seguono sanzioni economiche (riduzione<br />
<strong>dei</strong> contributi europei) in caso di mancata<br />
applicazione.<br />
13<br />
Società<br />
Lo stesso vale per la carente armonizzazione della<br />
politica estera, per le diverse prese di posizione a seconda<br />
delle convenienze degli stati.<br />
Si diceva della Germania di Erhard (1963/1965)<br />
che era gigante economico ma nano politico.<br />
L’impostazione prevalentemente economica <strong>dei</strong> rapporti<br />
tra gli stati dell’U.E. e la contemporanea apertura<br />
<strong>dei</strong> mercati senza dazi doganali, ha sollecitato la<br />
libera concorrenza. La recente globalizzazione <strong>dei</strong><br />
mercati ha allargato a livello planetario la concorrenza<br />
produttivo-commerciale, favorendo quei paesi<br />
che non hanno sistemi di sicurezza sociale e bassi<br />
costi, sì da produrre con prezzi bassissimi, spiazzando<br />
le fabbriche similari degli altri paesi. Generalmente,<br />
se ciò aumenta per la gente l’ accesso a<br />
beni di consumo per i prezzi più bassi, specie in periodo<br />
di assenza di miglioramenti salariali della popolazione,<br />
dall’altro si riducono i posti di lavoro per<br />
le fabbriche di prodotti a tecnologia medio-bassa,<br />
costrette a diversificare o a dislocare in paesi che<br />
producono a costi più bassi (delocalizzazione delle<br />
aziende).<br />
Il liberismo selvaggio, che ha creato le recenti bolle<br />
speculative e la conseguente recessione che ancora il<br />
mondo sta pagando, rivela come la politica economica<br />
non possa prescindere dall’etica, ed ha evidenziato<br />
la necessità del rispetto di regole che<br />
devono temperare gli eccessi della finanza finalizzata<br />
a se stessa, avulsa dalla produzione e dalla morale.<br />
Ritornando alla domanda iniziale, quale Europa?,<br />
cosa conviene ai cittadini europei? Vivere in un continente<br />
delle Patrie, ovvero pensare ad una Unione<br />
Europea Federata di tipo statunitense, che limiti,<br />
omogeneizzandoli, i poteri degli stati singoli, ma che<br />
ne aumenti forza e prestigio internazionale?<br />
Il nostro Paese riceverebbe benefici da un sistema a<br />
conduzione sopranazionale? I politici europei, cui<br />
spettano le decisioni in proposito, sono disponibili a<br />
delegare parte del loro potere?<br />
Questi sono i quesiti a cui prima o dopo si dovrà<br />
dare risposta ed in tempi non eccessivamente lunghi,<br />
perchè il mondo corre ed è in ebollizione.<br />
Ma pare che quanti sono delegati a provvedere siano<br />
in altre faccende affaccendati.