LION CLUB PA VESPRI giornalino web - Lions Palermo dei Vespri
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Società<br />
Ricordo di un incontro con Alvaro Siza<br />
Un articolo apparso su “ La Repubblica”<br />
del 16 luglio dal titolo UN ARCHI-<br />
STAR IN SICILIA parlava dell’architetto<br />
Alvaro Siza, ” tornato a Enna per<br />
tenere una lectio magistralis presso l’università<br />
Kore, in un’aula magna gremita da una folla adorante<br />
di studenti che ha accolto con una autentica<br />
ovazione il celebre architetto”. La lettura di quell’articolo<br />
mi ha fatto ripercorrere come in un veloce<br />
film quella indimenticabile giornata in cui<br />
conobbi Alvaro Siza Vieria a Lisbona alla fine di<br />
novembre del 1998 quando, nell’ambito <strong>dei</strong> rapporti<br />
intrattenuti dal Settore Centro Storico del<br />
Comune di <strong>Palermo</strong> con altre istituzioni italiane ed<br />
internazionali operanti nel campo del restauro,<br />
una rappresentanza di ingegneri ed architetti di<br />
quell’ufficio, che dirigevo, ci recammo, in Portogallo,<br />
ospiti delle università di Lisbona e di Oporto,<br />
per uno scambio di esperienze. C’incontrammo nel<br />
suo studio al Chado, quartiere di Lisbona, di cui<br />
aveva progettato la ricostruzione, dopo l’incendio<br />
del 1988, mantenendo inalterato, nella ricostruzione<br />
degli isolati, lo stile storico del quartiere. Indossava<br />
una giacca di velluto a coste con le tasche<br />
deformate da un uso non accorto, come fanno le<br />
persone che usano le tasche della giacca per infi-<br />
di Attilio Carioti<br />
14<br />
larvi ciò che non possono tenere sempre in mano.<br />
Discutemmo di restauro <strong>dei</strong> centri storici, e soprattutto<br />
di <strong>Palermo</strong> di cui diceva di avere un ricordo<br />
indelebile per la sua stratificazione storica<br />
che la caratterizza tra le numerosissime città che<br />
ha visitato . Questa opinione ribadisce anche nell’intervista<br />
rilasciata a La Repubblica :”<strong>Palermo</strong> è<br />
stata una esperienza unica , una continua emozione<br />
visiva, un continuo affastellarsi <strong>dei</strong> segni della<br />
storia….” Il suo naturale riserbo che qualcuno a<br />
torto scambia per ritrosia svanì quando, accompagnandoci<br />
per le vie del Chado, si infervorò parlandoci<br />
in perfetto italiano di linee minimali e di<br />
razionalità dell’architettura. Rifiutava la definizione<br />
di architetto razionalista che sovente gli si<br />
attribuisce, perché la considerava riduttiva per il<br />
fatto che nel progetto di una nuova opera non va<br />
mai perso di vista il contesto in cui l’opera stessa<br />
viene inserita ed armonizzata . E con voce calma<br />
e suadente già estraeva da una delle tasche della<br />
giacca, un voluminoso taccuino e dal taschino una<br />
matita per tracciare con veloci linee essenziali,<br />
degli schizzi che fissavano con semplici esempi i<br />
concetti che esprimeva. Non mi meraviglio, perciò,<br />
anche a distanza di anni da quell’incontro, se oltre<br />
<strong>Palermo</strong> nel 1985, altre università come Valencia,<br />
Losanna, Lima, Santander,<br />
Coimbra gli abbiano conferito<br />
la laurea ad honorem<br />
e se numerosi e prestigiosi<br />
riconoscimenti gli siano<br />
stati tributati quali il premio<br />
Mies Van Der Rohe, la<br />
medaglia d’oro della Fondazione<br />
Alvar Aalto, il premio<br />
Pritziker Prize etc. e se<br />
ancora al’eta di 78 anni<br />
continua ad insegnare ed a<br />
tenere seminari in ogni<br />
parte del mondo. Egli dimostra<br />
di essere uno <strong>dei</strong><br />
più importanti maestri dell’architettura<br />
del ‘900.