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in mandrie di numerosi individui dello stesso sesso durante la
gran parte dell’anno, ad eccezione della stagione riproduttiva.
I segnali all’interno del gruppo si trasmettono in modo
insolito; oltre ai brontolii che i maschi emettono quando sono
agitati, entrambi i sessi usano il posteriore bianco per inviare
messaggi di allerta: quando i bighorn corrono con la coda
alzata mostrando il candido posteriore agli altri membri,
significa pericolo imminente, perciò è meglio darsela a
gambe!!
Come molti altri animali, anche il bighorn di montagna è stato
perseguitato dai cacciatori per lunghi anni finché non è stato
dichiarato specie protetta da severe leggi.
Sia nella fitta taiga di aghi verdi che nella fredda e spoglia
tundra vive un voracissimo animale, il ghiottone. Dal pelo
fulvo, con un muso che ricorda il tasso, è un singolare
mammifero dalla rara ferocia che possiede canini aguzzi,
artigli affilati e un’infallibile arma odorifera “rubata” alle
puzzole. È chiamato ghiottone a causa dell’avidità con cui
consuma le sue prede, ma anche perché si nutre di una grande
varietà di cibi: piccoli roditori, larve d’insetto, uccelli e uova,
bacche, frutta e noci, in base a ciò che la stagione offre.
Durante la bella stagione non è un predatore attivo, preferisce
nutrirsi di carogne e impiega la sua ferocia per minacciare
animali più grossi di lui come puma e orsi, che spesso si
arrendono di fronte alle sue poderose mascelle, alle potenti
ghiandole odorifere e al suo caratteraccio bellicoso. In
inverno, invece, si trasforma in un abile cacciatore, aiutato
dalle larghe zampe che gli consentono di correre sulla neve
dove molti animali hanno difficoltà a muoversi: è capace di
uccidere da solo un caribù adulto. Questa ferocia che
contraddistingue i ghiottoni è proprio una loro caratteristica
peculiare, insita nei geni: già dopo pochi mesi dalla nascita,
allo svezzamento, i cuccioli lasciano la tana per andare a
caccia con la madre, che gli insegnerà a diventare abili killer.