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Ma i Masai non costituiscono l’unico “problema Serengeti”.<br />
Il Parco Nazionale del Serengeti è purtroppo di recente<br />
tornato alla ribalta della cronaca (nera) dell’Africa come<br />
“cimitero degli Elefanti” e “Paradiso dei bracconieri”.<br />
Gnu<br />
Gnu<br />
Un bracconaggio spietato e continuo sta infatti portando<br />
all’estinzione animali che fino a qualche decennio fa vivevano<br />
in folto numero nel Parco. La caccia illegale di trofei: zanne di<br />
elefanti e corni di rinoceronti e di carne da rivendere ha<br />
portato all’uccisione, nell’ultimo decennio, del 90% dei<br />
rinoceronti del Serengeti. I rimanenti non bastano per<br />
garantire la sopravvivenza della specie. Più della metà degli<br />
elefanti del Parco sono stati eliminati, cosicché oggi ne restano<br />
solo 500 esemplari. Il corno del rinoceronte è venduto a cifre<br />
esorbitanti ( da 3 a 10 milioni di lire al chilo) nei mercati<br />
orientali come afrodisiaco e nello Yemen del Nord come<br />
manico dei jambia, i pugnali tradizionali.