IL GIORNALE DELLA dei Medici e degli Odontoiatri ... - Enpam
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GIANCARLO PIZZA – Ordine di Bologna<br />
Sarò brevissimo perché,<br />
avendo sentito la<br />
relazione di Oliveti,<br />
che rispecchia il Bilancio,<br />
i quesiti che ci<br />
eravamo posti sono rimasti<br />
esattamente gli<br />
stessi, e vi sono stati<br />
inviati qualche giorno<br />
fa, proprio per mettervi<br />
in condizioni di<br />
comprendere la situazione.<br />
E quindi il mio<br />
è un gesto puramente<br />
formale, di deposizione<br />
<strong>dei</strong> quesiti, che vi abbiamo anticipato.<br />
Un commento brevissimo su quello che ha detto Parodi,<br />
il Presidente.<br />
La fiducia va calibrata. Quando siamo stati bersagliati<br />
da colleghi che ci chiedevano: “Ma che è successo? Possiamo<br />
continuare a versare?”, le risposte per iscritto che<br />
ho dato sono sempre state: “Guai a voi! Continuate, non<br />
ci sono buchi! Non ne abbiamo mai parlato”.<br />
Tutto qui. Grazie.<br />
(La richiesta di chiarimenti avanzata dai cinque rappresentanti<br />
di Ordini è riportata dopo il Consiglio nazionale<br />
– pag. 38 – con la risposta su ogni punto del<br />
vice presidente vicario Alberto Oliveti)<br />
FRANCESCO NOCE – Ordine di Rovigo<br />
CONSIGLIO NAZIONALE<br />
Oltre ad essere presidente<br />
di Ordine, faccio<br />
parte del Collegio<br />
Sindacale dell’Ente e<br />
posso assicurarvi che<br />
abbiamo lavorato<br />
molto e mai abbiamo<br />
risparmiato qualcosa<br />
al Consiglio di Amministrazione.<br />
Ho preso la parola<br />
perché in questi anni<br />
ho potuto avere una<br />
visione privilegiata di come è andata la Fondazione e<br />
vorrei ricostruirne un po’ la storia: molti non ne sono<br />
a conoscenza, alcuni se ne sono dimenticati, forse qualcuno<br />
fa finta di non ricordare, però la storia di questo<br />
Ente va divisa in periodi: il primo, con il presidente<br />
Parodi, lo definirei “periodo del risanamento”.<br />
Dopo quello che è successo all’inizio <strong>degli</strong> anni ‘90,<br />
l’Ente ha cominciato a vivere proprio questa fase: i<br />
suoi investimenti, esclusivamente immobiliari, erano<br />
stati fino ad allora portati avanti senza un piano preciso;<br />
molti <strong>degli</strong> immobili, inoltre, non erano a norma,<br />
e ci si è visti costretti ad effettuare anche la ristrutturazione<br />
<strong>degli</strong> stabili. È stato poi improntato un<br />
piano di dismissioni e di acquisizioni molto preciso e<br />
oculato. Infine, è stato il momento di investire in modo<br />
diverso: la parola d’ordine del Consiglio di Amministrazione<br />
fu infatti “diversificare”, perché, come<br />
dissero gli analisti economici, “la diversificazione del<br />
patrimonio è l’unica cosa che consente di mantenerlo,<br />
preservarlo, e farlo fruttare”.<br />
Vi assicuro che la volontà del Consiglio di Amministrazione<br />
fu prima di tutto quella di investire limitando<br />
al massimo i rischi: gli investimenti, infatti, furono<br />
in obbligazioni a capitale garantito. Certo, sono<br />
capitati anche investimenti in CDO (Collateralized<br />
debt obligation). Ma bisogna considerare anche che,<br />
ad esempio, a causa del crollo <strong>dei</strong> mercati nel 2007 e<br />
nel 2008, il Fondo Pensioni della Banca d’Italia ha<br />
perso il 25 per cento del suo valore! Se si fosse investito<br />
su Le Generali, che è il titolo principe della Borsa<br />
italiana, avremmo acquistato a quaranta euro: ieri<br />
il valore era poco più di tredici euro. Si sarebbe quindi<br />
andati incontro ad una perdita di due terzi del capitale.<br />
Detto questo, passiamo al secondo periodo della storia<br />
dell’Ente. Lo scorso anno ci sono state le elezioni<br />
e, oltre ad essere confermato Parodi, che è stato il<br />
principale artefice del risanamento, è arrivato Oliveti<br />
come vice presidente vicario: questo è il momento<br />
della previdenza.<br />
Il discorso di Oliveti sul fatto di vedere il Bilancio, gli<br />
investimenti e il patrimonio in rapporto alla previdenza,<br />
ha un significato molto profondo: non è più<br />
possibile pensare che, versando pochi contributi, si<br />
possano avere delle pensioni elevate. Ce lo dobbiamo<br />
togliere dalla testa!<br />
E noi non abbiamo, fra l’altro, l’ombrello dello Stato,<br />
che ci protegge.<br />
7 - 2011<br />
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