Pier Francesco Grasselli Strada libera - Centro di Documentazione ...
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VI<br />
Eravamo al Summer Club, tutta la banda.<br />
- Hai visto quella ragazza là in fondo? - <strong>di</strong>sse Diego.<br />
- Carina, - <strong>di</strong>ssi.<br />
- Ti guarda o sbaglio?<br />
Annuii.<br />
- Pensi <strong>di</strong> andare?<br />
- Mi tenta.<br />
Carina era carina. E non dava l'idea <strong>di</strong> una facile. Per quello mi piaceva.<br />
Di solito non mi butto allo sbaraglio, ma in qualche modo avevo capito che<br />
quella era la ragazza giusta per me. Così andai a parlarci.<br />
Fu un gancio impacciato, il mio. Le feci tutta quella serie <strong>di</strong> domande del<br />
cavolo che fanno i ragazzini alle prime armi. "Come ti chiami?", "da dove<br />
vieni?" e così via. La comunicazione era resa <strong>di</strong>fficile dal fatto che lei era<br />
ungherese e quasi non parlava l'inglese. E tu passa <strong>di</strong>rettamente ai fatti, <strong>di</strong>rete<br />
voi. Be', come ho già detto, non sono poi così spigliato in fatto <strong>di</strong> ragazze.<br />
Si chiamava Adrienne e aveva capelli castani lunghi fino al mento. Le<br />
domandai se aveva voglia <strong>di</strong> fare un giro in motocicletta. - Later, - <strong>di</strong>sse.<br />
Penso avesse bisogno <strong>di</strong> consultarsi con un'amica. Tornai a sedermi con i miei<br />
amici.<br />
Cinque minuti più tar<strong>di</strong> sentii qualcuno battermi la mano sulla spalla. Mi<br />
voltai e vi<strong>di</strong> Adrienne in pie<strong>di</strong> alle mie spalle.<br />
- Come on! - <strong>di</strong>sse.<br />
Mi alzai, la presi per mano e mi avviai verso l'uscita. Uscimmo dal Summer<br />
Club. Adrienne si avvicinò alla motocicletta, si piegò sul cruscotto e lesse la<br />
velocità massima, che era segnata ai duecento all'ora.<br />
- Wow! - esclamò.<br />
Le feci indossare il mio giubbotto e la aiutai a salire. Come sentì il<br />
rombo del motore, Adrienne prese paura. Da quello che capii, non era mai salita<br />
su una motocicletta. Difatti, ogni volta che accelleravo, si copriva gli occhi e<br />
gridava “SLOW! SLOW! SLOW! ” e si stringeva a me. Io le <strong>di</strong>cevo <strong>di</strong> stare<br />
tranquilla, ma non ero sicuro che mi capisse. Staccai un attimo la mano sinistra<br />
dal manubrio per avvolgerla alla sua, ma lei mi fece segno <strong>di</strong> rimetterla al suo<br />
posto, che così sì era più tranquilla.<br />
La portai al piccolo molo tranquillo che avevamo scoperto io e Diego durante<br />
la nostra escursione notturna, mantenendo così la promessa <strong>di</strong> portarci una<br />
ragazza. Fermai la moto sulla banchina <strong>di</strong> cemento e feci scendere Adrienne. La<br />
presi <strong>di</strong> nuovo per mano e camminai con lei sulla passerella <strong>di</strong> legno. Molte<br />
piccole barche a remi e a motore erano ormeggiate ai lati del molo. Mi chinai,<br />
ne tirai una verso <strong>di</strong> noi e feci cenno ad Adrienne <strong>di</strong> salirci. Lei rise piano e<br />
con un saltello salì sulla barca; io la seguii, ma fui più impacciato e quasi<br />
cad<strong>di</strong> nell'acqua.<br />
Era una bella notte chiara e un fresco vento notturno ci spettinava i capelli.<br />
Sedemmo nella barca fianco a fianco e cominciammo a parlare. Era una<br />
comica, perchè lei mi faceva lunghi <strong>di</strong>scorsi in ungherese e tutte le volte che<br />
chiedevo cosa aveva detto rispondeva “semmi”, che vuol <strong>di</strong>re “niente” nella sua<br />
lingua. Le rare volte che ci capivamo invece annuiva e <strong>di</strong>ceva “igen”, “sì” in<br />
ungherese.<br />
Adrienne aveva <strong>di</strong>ciassette anni, stava in campeggio con i suoi genitori e<br />
nella vita voleva fare la cantante. E Adrienne aveva la voce più bella che si<br />
possa immaginare. Dolce, femminile, armoniosa. Mi piaceva sentirla parlare,<br />
anche se non capivo quello che <strong>di</strong>ceva.<br />
Presi coraggio e feci per baciarla, ma lei si scostò. Allora mi scoraggiai<br />
e, per quella sera, non la sfiorai più con un <strong>di</strong>to. Ecco il mio guaio, mi<br />
scoraggio facilmente. Basta un niente a farmi perdere la fiducia in me stesso. I<br />
miei amici sono dei bulldozer. Sia come sia, loro insistono fino a che la ragazza<br />
o li scaccia in malo modo o cede e ci sta. Io non insisto più <strong>di</strong> tanto, e<br />
per questa ragione mi gioco un sacco <strong>di</strong> occasioni.