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Pier Francesco Grasselli Strada libera - Centro di Documentazione ...

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L'indomani lasciammo Zagabria e andammo verso Varaz<strong>di</strong>n e il confine con<br />

l'Ungheria. In dogana ci controllarono i passaporti e annotarono i nostri numeri<br />

<strong>di</strong> targa, non so per quale motivo.<br />

Dal confine in avanti viaggiammo nella campagna ungherese tra campi<br />

coltivati e dolcissime colline, e poi su uno stradone <strong>di</strong>ritto e pianeggiante che<br />

pareva un immenso viale, con i busti rigi<strong>di</strong> per fare fronte alle correnti d'aria<br />

che in quel tratto erano molto forti.<br />

Viaggiammo su questo stradone ombreggiato dagli alberi fino a quando non<br />

uscimmo dai boschi e avemmo improvvisamente il lago Balaton sulla sinistra. Nei<br />

punti in cui non c'erano alberi il vento era talmente forte da spostare la<br />

motocicletta. Sentii che l'aria mi spingeva verso destra e dovetti <strong>di</strong>minuire la<br />

velocità e stare basso con il busto sul serbatoio e tenere una presa salda sul<br />

manubrio.<br />

Decidemmo <strong>di</strong> fare una sosta e andammo a fumare una sigaretta sulla riva del<br />

lago. L'avevamo davanti, il mare degli ungheresi. Era molto vasto e non se ne<br />

vedeva la fine. In quel momento il sole era coperto e le acque del lago erano<br />

grige, opache e poco invitanti. Una ragazzina ci fotografò in pie<strong>di</strong> sulla riva,<br />

uno <strong>di</strong> fianco all'altro, con i capelli agitati dal vento e i volti provati.<br />

Venne una bella foto, quando il rullino fu fatto sviluppare.<br />

- Tira una bella aria, eh? - <strong>di</strong>sse Jacopo.<br />

- Dio santo, a momenti finivo fuori strada! - <strong>di</strong>ssi.<br />

- Tieni ben stretto il manubrio.<br />

Diego era sdraiato per terra.<br />

- Ehì, tutto a posto? - domandai.<br />

- Sì, ho solo mal <strong>di</strong> testa.<br />

- Colpa del vento.<br />

- Può darsi.<br />

- Te la senti <strong>di</strong> continuare?<br />

- Certo, per chi mi hai preso?<br />

- Scusa tanto.<br />

Eravamo appena ripartiti e non eravamo ancora arrivati alla città <strong>di</strong> Siòfok<br />

che Diego sorpassò tutti, mettendosi in testa alla colonna e accostando subito<br />

dopo sulla destra. Noi pure accostammo e Diego si sfilò il casco con aria<br />

sofferente.<br />

- Sto male, - <strong>di</strong>sse.<br />

- Sul serio?<br />

- Sì.<br />

- Hai la febbre?<br />

- Non so, può darsi.<br />

- Sentigli la fronte, - <strong>di</strong>sse Max.<br />

Gli toccai la fronte con il palmo della mano. - Scotta, - <strong>di</strong>ssi.<br />

- Quanto manca a Budapest? - domandò Jacopo.<br />

- Centosessanta chilometri, più o meno.<br />

- Te la senti <strong>di</strong> proseguire? - domandai a Diego.<br />

- Mi fa male la testa e ho i brivi<strong>di</strong>. Mi <strong>di</strong>spiace, ragazzi.<br />

- Ha preso freddo, - <strong>di</strong>sse Max.<br />

- Mi sembra <strong>di</strong> poter svenire da un momento all'altro, - si lamentò Diego. -<br />

Vi <strong>di</strong>spiace se ci fermiamo nel primo posto?<br />

- Okay, per oggi basta così, - <strong>di</strong>ssi. - Ci si ferma nel primo posto. Vuol<br />

<strong>di</strong>re che saremo a Budapest con un giorno <strong>di</strong> ritardo, non casca il mondo.<br />

- Dobro, - <strong>di</strong>sse Jacopo.<br />

Affittammo per quattromila fiorini ungheresi un bungalow sul lago in mezzo<br />

a una specie <strong>di</strong> campeggio. Diego andò dritto a letto; fummo io e Max a portare i<br />

suoi bagagli in stanza. Volevamo che si rimettesse e che fosse in forma per<br />

poter ripartire l'indomani sul presto.<br />

Quella sera gli altri andarono a letto alle un<strong>di</strong>ci. Io non avevo sonno,<br />

così comperai una bottiglia <strong>di</strong> birra nel bar del campeggio e andai a berla in<br />

riva al lago. La riva era poco illuminata e si vedevano le luci delle case<br />

dall'altra parte del lago. Si vedevano molte stelle e restai a guardarle sor-

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