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Pier Francesco Grasselli Strada libera - Centro di Documentazione ...

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- Conviene.<br />

- Bisogna fare attenzione con i taxi. Avete sentito cos'hanno detto quei<br />

ragazzi. Cercano <strong>di</strong> fregarti.<br />

- Ci penso io, - <strong>di</strong>ssi.<br />

Quando fummo vestiti, scesi alla reception e domandai al portiere <strong>di</strong><br />

chiamare un taxi. - Quanti siete? - domandò in inglese.<br />

- Cinque.<br />

Il portiere fece una telefonata e parlò in ungherese e l'unica parola che<br />

capii fu semmi. Voleva <strong>di</strong>re niente, me l'aveva detto Adrienne in Croazia. Il<br />

portiere lasciò la telefonata in sospeso e <strong>di</strong>sse: - Non hanno taxi per cinque<br />

persone a <strong>di</strong>sposizione. Ne devo chimare due.<br />

- Va bene.<br />

Riprese in mano la cornetta e <strong>di</strong>sse qualcos'altro nella sua lingua.<br />

- Saranno qui tra pochi minuti.<br />

Avevamo il nome <strong>di</strong> un locale. Remo era stato a Budapest e ce ne aveva<br />

parlato.<br />

- Quanto costerà andare al Fat Mo's? - domandai al portiere.<br />

- Al massimo mille fiorini.<br />

- Grazie.<br />

Gli lasciai una mancia e chiamai i miei amici. Uscimmo fuori e accesi una<br />

sigaretta mentre aspettavamo i taxi. Le due vetture arrivarono quasi subito e io<br />

mi avvicinai al finestrino <strong>di</strong> uno dei conducenti. - Quanto vuole per portarci al<br />

Fat Mo's? - domandai.<br />

- Duemila fiorini.<br />

- In albergo hanno detto mille al massimo.<br />

- D'accordo.<br />

Salimmo in macchina. Mi sedetti con Jacopo e Max nel taxi che stava<br />

davanti. Diego e mio fratello in quello che stava <strong>di</strong>etro. Notai il grosso coltello<br />

serramanico che il tassista teneva nel vano sotto il freno a mano.<br />

I taxi fecero inversione, andarono verso l'altra parte della città e attraversarono<br />

il Duna per Ponte Elisabetta.<br />

- Quello è il mio, - <strong>di</strong>sse Max mentre attraversavamo il ponte, in<strong>di</strong>cando<br />

uno dei gran<strong>di</strong> battelli con musi simili a pescigatti.<br />

- Giura! Credevo che il tuo fosse quello là! - <strong>di</strong>ssi in<strong>di</strong>candone un'altro.<br />

Eravamo allegri e avevamo voglia <strong>di</strong> scherzare.<br />

Giunti a Pest, i taxi svoltarono in una serie <strong>di</strong> viuzze e si fermarono davanti<br />

al Fat Mo's. Era un bel pub ricavato da una cantina con stampe appese ai<br />

muri e se<strong>di</strong>li <strong>di</strong> legno.<br />

I tavoli erano tutti occupati ma avemmo un colpo <strong>di</strong> fortuna: una coppia si<br />

alzò e ne liberò uno. Sedemmo e aspettammo che il cameriere venisse a prendere<br />

le or<strong>di</strong>nazioni. La musica era buona - stava girando un pezzo dei Cure - e il<br />

volume non era tale da ostacolare la conversazione. Or<strong>di</strong>nammo birra chiara per<br />

tutti.<br />

- Sta prendendo bene, - <strong>di</strong>sse Jacopo.<br />

- Anche a me.<br />

Eravamo allegri e contenti <strong>di</strong> essere lì e la birra prendeva bene per forza<br />

<strong>di</strong> cose. Ne or<strong>di</strong>nammo altre cinque. Nella saletta in fondo al locale avevano cominciato<br />

a ballare. Lasciammo il tavolo e ci facemmo largo nello stretto<br />

passaggio tra il lungo bancone e i separè alla volta della pista da ballo.<br />

Adesso facevano musica anni ottanta. Ma la pista era troppo affollata per i miei<br />

gusti e non ci restai molto. Mi allontanai e guardai i miei amici ballare.<br />

Max mi venne vicino: - Non balli?<br />

- Non sono abbastanza ubriaco.<br />

- Ti capisco.<br />

Uscimmo dal Fat Mo's e camminammo verso il centro della città. Passeggiammo<br />

lungo Vàci utca con i suoi bei negozi e ci fermammo in uno dei bei caffè <strong>di</strong><br />

Vorosmarty tèr a bere la terza birra della serata. Ma quando ci alzammo per<br />

pagare il conto ci sfilarono dai portafogli mille fiorini a testa perchè eravamo<br />

in centro e perchè eravamo italiani. Mille fiorini per una birra, contro i<br />

trecentocinquanta che avevamo speso al Fat Mo's. E questo era il centro <strong>di</strong><br />

Budapest: una trappola per turisti.

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