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Pier Francesco Grasselli Strada libera - Centro di Documentazione ...

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XVII<br />

Andai alla finestra e vi<strong>di</strong> che pioveva ancora, così me ne tornai a letto.<br />

Cenai in pizzeria, andai al Clipper e li trovai tutti lì. Johannes, <strong>Pier</strong>o e<br />

Andrea. Li salutai, mi sedetti e or<strong>di</strong>nai un caffè.<br />

- Che programmi ci sono stasera? - mi informai.<br />

- Area? - <strong>di</strong>sse <strong>Pier</strong>o guardando gli altri in cerca <strong>di</strong> conferma.<br />

L'Area era la <strong>di</strong>scoteca più "in" <strong>di</strong> Cortina. L'ingresso costava trentacinque<br />

carte <strong>di</strong> venerdì, quaranta <strong>di</strong> sabato. C'ero stato, una volta. Le figlie <strong>di</strong><br />

papà se la tiravano a livelli astronomici. Del resto, una ragazza <strong>di</strong>sposta a<br />

spedere quaranta carte per una serata in <strong>di</strong>scoteca è matematico che se la tira<br />

come una regina.<br />

Non avevo tutta questa voglia <strong>di</strong> andarci, ma sapevo che se fossi andato a<br />

casa mi sarei messo a pensare ad Adrienne e mi sarei buttato giù <strong>di</strong> morale.<br />

- A che ora? - domandai.<br />

- Mezzanotte l'una. Tu vieni?<br />

- Non lo so.<br />

Ci andai, ovviamente.<br />

E, ovviamente, me ne pentii.<br />

All'ingresso, vi<strong>di</strong> una scena agghiacciante. Un figlio <strong>di</strong> papà stava cercando<br />

<strong>di</strong> convincere il cassiere a fargli pagare <strong>di</strong> meno.<br />

- Senti, non è che mi faresti il biglietto ridotto? - stava <strong>di</strong>cendo.<br />

Notare che tra il biglietto normale e quello ridotto c'era una <strong>di</strong>fferenza<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ecimilalire.<br />

- Ce l'hai la riduzione?<br />

- No.<br />

- Allora non posso.<br />

- Avanti, fammi il favore.<br />

- Non posso, or<strong>di</strong>ni superiori.<br />

- Avanti, a te non cambia niente...<br />

- Non <strong>di</strong>pende da me. Davvero.<br />

- Avanti...<br />

A un certo punto il cassiere si stancò <strong>di</strong> <strong>di</strong>scutere. Gli porse il biglietto<br />

ridotto e <strong>di</strong>sse: - E va be'... pren<strong>di</strong>.<br />

Sentite cosa fece quell'altro: aprì il portafoglio, tirò fuori una banconota<br />

da cinquecentomilalire e pagò con quella! Dico, cinquecento carte!<br />

- Non ho moneta, mi <strong>di</strong>spiace, - si giustificò.<br />

Il cassiere incassò il biglietto e gli <strong>di</strong>ede il resto <strong>di</strong> quattrocentosettantacinquemila<br />

esatte, ma lasciatemi <strong>di</strong>re che lo guardò molto molto male.<br />

E niente. Se non lo sapete, Cortina ha delle cose così tristi che la metà<br />

basta.<br />

Feci anch'io il biglietto ed entrai. Rimasi a guardare la gente dalla balaustra.<br />

I miei anfibi impolverati si facevano notare tra tutte quelle scarpe<br />

lucide. E un'altra cosa, lì in mezzo ero l'unico a non avere la camicia. Non che<br />

mi <strong>di</strong>spiacesse <strong>di</strong>fferenziarmi un poco, tanto più che non era la gente che faceva<br />

per me. Sì, insomma, io avevo la mia compagnia. Non ci tenevo a far comunella<br />

con gli altri.<br />

Una ragazza mi venne incontro. Indossava un abito <strong>di</strong> paillettes rosse.<br />

Niente <strong>di</strong> speciale, lei. Il tipo <strong>di</strong> ragazza che vestita normale passa inosservata.<br />

- Ciao, gioooiaaa! - esclamò. - Come stai? - Beveva Cointreau e si dava<br />

arie da gran <strong>di</strong>va.<br />

- Bene, tu? - <strong>di</strong>ssi.<br />

- Benissimo, gioia. Benissimo.<br />

- Ti piace venire qui? - domandai.<br />

- Oh sì, gioia. Questo posto è spaziale. Spa-zia-le.<br />

- Dici?

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