Afasia: come recuperare le parole perdute? L'afasia ... - Città di Torino
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Dis<strong>le</strong>ssia: dopo la <strong>le</strong>gge, bisogna lavorare per cambiare la cultura<br />
Il prob<strong>le</strong>ma principa<strong>le</strong>, infatti - anche dopo la recente e tanto attesa approvazione della <strong>le</strong>gge sulla<br />
<strong>di</strong>s<strong>le</strong>ssia - resta l'incapacità <strong>di</strong> capire cosa essa sia e <strong>come</strong> si debba serenamente affrontare, senza<br />
pregiu<strong>di</strong>zi, all'interno <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong>dattico finalmente f<strong>le</strong>ssibi<strong>le</strong> al<strong>le</strong> <strong>di</strong>fferenze<br />
Credo <strong>di</strong> poter parlare a nome dei tanti genitori <strong>di</strong> bambini e ragazzi <strong>di</strong>s<strong>le</strong>ssici, ma anche dei molti<br />
insegnanti già sensibili al tema, nel riba<strong>di</strong>re ancora una volta che il prob<strong>le</strong>ma non sono i nostri figli<br />
<strong>di</strong>s<strong>le</strong>ssici e non è la <strong>di</strong>s<strong>le</strong>ssia. Il prob<strong>le</strong>ma è piuttosto l'incapacità <strong>di</strong> capire cosa essa sia e <strong>come</strong> si<br />
debba serenamente affrontare, senza pregiu<strong>di</strong>zi, all'interno <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong>dattico finalmente<br />
f<strong>le</strong>ssibi<strong>le</strong> al<strong>le</strong> <strong>di</strong>fferenze. I nostri figli non sono "malati", "stupi<strong>di</strong>", "pigri", "svogliati". Sono invece<br />
ragazzi intelligenti, capaci e creativi che hanno semplicemente modalità <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>verse da<br />
quel<strong>le</strong> rigidamente standar<strong>di</strong>zzate e che hanno pertanto bisogno <strong>di</strong> metodologie <strong>di</strong>dattiche f<strong>le</strong>ssibili<br />
nonché <strong>di</strong> strumenti consoni al<strong>le</strong> loro peculiarità.<br />
Essere <strong>di</strong>s<strong>le</strong>ssici non è una vergogna, <strong>come</strong> non lo è essere mancini, daltonici o albini. Ben lungi<br />
dall'essere un han<strong>di</strong>cap o, peggio ancora, un'etichetta infamante, la <strong>di</strong>s<strong>le</strong>ssia è semplicemente una<br />
caratteristica in<strong>di</strong>vidua<strong>le</strong>. E infatti il prob<strong>le</strong>ma nasce solo nel momento in cui questi ragazzi, spigliati e<br />
arguti, vengono a contatto con un sistema scolastico che non ne riconosce la <strong>le</strong>gittimità, che ne<br />
mette in dubbio la veri<strong>di</strong>cità, che rifiuta <strong>di</strong> dare loro ciò <strong>di</strong> cui hanno bisogno. In sintesi, che non<br />
rispetta la loro identità persona<strong>le</strong>. In ta<strong>le</strong> contesto ai nostri figli non rimane che soccombere,<br />
innanzitutto psicologicamente e tanto più velocemente quanto meno possono contare su una famiglia<br />
capace <strong>di</strong> tutelarne caparbiamente i <strong>di</strong>ritti. Diversamente invece possono sviluppare tutte <strong>le</strong> loro<br />
capacità, acquisire l'autostima necessaria per raggiungere il successo formativo e costruirsi il<br />
bagaglio cultura<strong>le</strong> fondamenta<strong>le</strong> per realizzarsi nella vita. Basta poco, in fin dei conti, solo un pizzico<br />
<strong>di</strong> sensibilità e rispetto.<br />
Conosco personalmente ragazzi <strong>di</strong>s<strong>le</strong>ssici eccezionali, che si sono laureati, che hanno scritto libri,<br />
che hanno lanciato attività impren<strong>di</strong>toriali, che hanno mil<strong>le</strong> stupen<strong>di</strong> progetti in testa, ma purtroppo<br />
vedo anche tanti loro compagni più sfortunati, vittime sacrificali <strong>di</strong> una cultura prevaricante e<br />
irrispettosa del<strong>le</strong> <strong>di</strong>fferenze. È vero, oggi, finalmente, possiamo contare su una <strong>le</strong>gge che tutela i<br />
<strong>di</strong>ritti degli studenti <strong>di</strong>s<strong>le</strong>ssici, approvata alcuni mesi or sono all'unanimità [la Legge 170/10, N.d.R.],<br />
ma sappiamo anche che si tratta <strong>di</strong> un cambiamento cultura<strong>le</strong> il cui decorso non sarà così imme<strong>di</strong>ato<br />
e scontato. Giocano "contro" i pregiu<strong>di</strong>zi e l'abitua<strong>le</strong> resistenza al cambiamento, ben supportati<br />
dall'altisonante campagna negazionista che trova spesso breccia sui me<strong>di</strong>a proprio per i suoi toni<br />
allarmistici («scuo<strong>le</strong> <strong>come</strong> ospedali», «malati anziché somari», «scuo<strong>le</strong> in declino» ecc.). Mascherati<br />
da una patina <strong>di</strong> buonismo egualitario, questi interventi ricalcano la feroce crociata anti-psichiatrica (e<br />
anti ADHD [<strong>di</strong>sturbo da deficit <strong>di</strong> attenzione e iperattività, N.d.R.] e DSA [<strong>di</strong>sturbi specifici <strong>di</strong><br />
appren<strong>di</strong>mento, N.d.R.]), sbarcata dagli Stati Uniti assieme a una ben nota setta pseudo-religiosa.<br />
Ora il Comitato Tecnico-Scientifico Ministeria<strong>le</strong> è al lavoro per definire i decreti attuativi della Legge<br />
170/10 ed ecco - <strong>come</strong> in ogni momento delicato dell'iter <strong>le</strong>gislativo - far capolino un nuovo attacco,<br />
lanciato a spron battuto sui me<strong>di</strong>a a mo' <strong>di</strong> comunicato stampa, questa volta da una fantomatica<br />
"insegnante" in tota<strong>le</strong> anonimato.<br />
Non credo certo che gli autorevoli componenti del Comitato Ministeria<strong>le</strong> si lascino con<strong>di</strong>zionare da<br />
argomenti così poco qualificati. In ogni caso, si sappia, noi genitori <strong>di</strong> ragazzi <strong>di</strong>s<strong>le</strong>ssici, sostenuti dai<br />
numerosi insegnanti e tecnici che hanno a cuore il loro futuro, sorri<strong>di</strong>amo ormai nel <strong>le</strong>ggere <strong>le</strong> solite<br />
accozzaglie <strong>di</strong> banalità e proce<strong>di</strong>amo instancabili nel portare avanti con determinazione questa<br />
battaglia <strong>di</strong> civiltà. Per i nostri figli e per quelli che verranno. Per una cultura della <strong>di</strong>versità, <strong>di</strong> cui<br />
l'Italia ha così tanto bisogno.<br />
superando.it – 11 febbraio 2011