13.06.2013 Views

Edizione del 02/06/2013 - Corriere

Edizione del 02/06/2013 - Corriere

Edizione del 02/06/2013 - Corriere

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

CORRI R<br />

Domenica 2 giugno <strong>2013</strong> FILOSOFIA<br />

Il caso <strong>del</strong>l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici<br />

Marotta: la cultura<br />

non abita più qui<br />

Non c’è più chi paga l’affitto e per questo è stato deciso lo 'sfratto' immediato per i 300 mila volumi <strong>del</strong>-<br />

la biblioteca <strong>del</strong>l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici fondato nel 1975 dall’avvocato e conosciuto nel-<br />

le università e nei circoli culturali di mezzo mondo per la qualità di ricerca che ha saputo divulgare<br />

Una pagina nera<br />

La <strong>del</strong>ibera <strong>del</strong>la Regione Campania si è smarrita<br />

«nei corridoi <strong>del</strong>l’inerzia». Il governo Monti ha azzerato<br />

i fondi. Il Comune di Napoli non ha un euro<br />

in cassa. Insomma non c’è più chi paga l’affitto<br />

e per questo è stato deciso lo 'sfratto' immediato<br />

per i 300 mila volumi <strong>del</strong>la biblioteca <strong>del</strong>l’Istituto<br />

italiano per gli studi filosofici fondato nel 1975 dall’avvocato<br />

Gerardo Marotta e conosciuto nelle università e<br />

nei circoli culturali di mezzo mondo per la qualità di ricerca<br />

che ha saputo divulgare.<br />

Per Napoli, sussurrano in molti, si tratta di una pagina nera.<br />

Anzi, è l’ennesimo segno di un declino culturale (e civile)<br />

di più ampie dimensioni che inizia da lontano e appare<br />

inesorabile.<br />

«È un insulto alla cultura, venga Monti a vedere questo<br />

scempio», ha detto a Lettera 43.it Gerardo Marotta, 83 anni,<br />

che ha dedicato la vita ai preziosi volumi che l’Unesco ha inserito<br />

ai primi posti fra i beni per l’umanità da tutelare. L'avvocato<br />

ha poi definito Napoli «una città ostile, che ha paura<br />

di realtà culturali politicamente non catalogabili come l'Istituto<br />

per gli studi filosofici».<br />

Al governatore Stefano Caldoro, al sindaco Luigi De Magistris,<br />

come ai predecessori Rosa Russo Iervolino e Antonio<br />

Bassolino, Marotta non ha riservato parole di stima. «Mi<br />

sento un intellettuale tradito, la vera cultura non è l’ossessione<br />

per il grande evento», ha tuonato. «Purtroppo, anche chi<br />

va al potere come rivoluzionario finisce per accordarsi subito<br />

con le altre forze politiche subendo richieste di ogni tipo».<br />

Marotta - che di De Magistris è stato un convinto elettore -<br />

ha impacchettato con cura i preziosi testi antichi di Giambattista<br />

Vico, Benedetto<br />

Croce, Giordano<br />

Bruno, Aristotele,<br />

Platone, Cicerone,<br />

Tommaso d’Aquino,<br />

Bacone, Newton,<br />

Montesquieu, Voltaire,<br />

Beccaria e Galiani<br />

per trasferirli in<br />

un deposito a Casoria,<br />

nella periferia a<br />

nord di Napoli.<br />

Per le istituzioni, lo<br />

sfratto non solo «una<br />

gran brutta figura».<br />

Ma anche il segno<br />

di una «distrazione»<br />

imbarazzante verso le sorti di una realtà d’eccellenza<br />

<strong>del</strong>la cultura internazionale.<br />

Del resto trasferire i preziosi volumi è inevitabile, visto l’alto<br />

costo (200 mila euro) <strong>del</strong>l’affitto dei locali <strong>del</strong>la biblioteca,<br />

il venir meno dei finanziamenti pubblici e le tasche ormai<br />

vuote <strong>del</strong>l’avvocato Marotta. «Quelle opere», hanno<br />

però fatto notare dall'Istituto, «finché resteranno relegate<br />

nel deposito di Casoria non saranno consultabili dalle centinaia<br />

di intellettuali e studiosi che da tutta Europa visitano<br />

ogni giorno palazzo Serra di Cassano».<br />

L'ultima speranza <strong>del</strong>l’avvocato - che alla Sorbona ricordano<br />

con simpatia come «il filosofo minuto dallo sguardo di fanciullo»<br />

e che i tedeschi hanno insignito col prestigioso premio<br />

Goethe - è riposta ora nel presidente <strong>del</strong>la Repubblica,<br />

Giorgio Napolitano, che da sempre apprezza la sua opera ma<br />

che, finora, è rimasto in silenzio.<br />

«Lo sfratto dei libri di Marotta», si dice in città, «è spia di un<br />

declino più complessivo di Napoli». E fa da amaro controcanto<br />

all’anatema lanciato dall’etno-musicologo Roberto<br />

De Simone, papà <strong>del</strong>la Nuova compagnia di canto popolare<br />

e autore <strong>del</strong>l’opera La gatta Cenerentola, che lo scorso luglio,<br />

stanco <strong>del</strong>le promesse e <strong>del</strong>le attese, ha accettato di aprire<br />

nella splendida Villa Savonarola a Portici, e non più a<br />

Napoli, il Museo di arti e tradizioni popolari campane e la sua<br />

Scuola di Musica.<br />

«Bassolino mi ha <strong>del</strong>uso. L’ex sindaco Rosa Russo Iervolino<br />

ha preferito destinare il Conservatorio di sant’Onofrio a Capuana<br />

a una caserma di polizia invece che ala mia scuola di<br />

musica», ha spiegato De Simone. «Da settembre 2011 aspetto<br />

invano che il sindaco De Magistris mi convochi per discutere<br />

<strong>del</strong> suo progetto di trasferire il Museo nel complesso di<br />

San Domenico Maggiore». Poi ha aggiunto: «Ora, basta. Sono<br />

stufo: abbandono Napoli, troppe <strong>del</strong>usioni. Per favore:<br />

quando muoio, seppellitemi altrove».<br />

Napoli, quindi, avviata verso il declino? «Bisogna passare dal<br />

sogno alla realizzazione dei fatti concreti», ha spiegato Marco<br />

Rossi Doria, napoletano, ex maestro di strada e sottosegretario<br />

<strong>del</strong> governo Monti. (Lettera 43.it)<br />

La scorsa settimana nell’ambito<br />

<strong>del</strong>la Fiera <strong>del</strong> Libro di Atripalda, al<br />

convegno: “Cultura e Giornalismo<br />

umiliati: libri negli scantinati e<br />

giornalisti imbavagliati. Il caso Istituto<br />

Italiano Studi Filosofici e i<br />

trecentomila volumi dimenticati',<br />

insieme al sen Sergio Zavoli, a Nino<br />

Daniele, presidente <strong>del</strong>l’osservatorio<br />

sulla Camorra <strong>del</strong>la Campania<br />

e <strong>del</strong>l’Anci regionale, il filosofo<br />

Gerardo Marotta ha ripercorso la<br />

storia <strong>del</strong>l'Istituto Italiano degli Studi<br />

Filosofici che oggi rischia la chiusura<br />

per la mancanza di fondi. La Spadolini e a Maccanico che dispose-<br />

biblioteca è stata messa insieme ro un'inchiesta. Mi disse Spadolini: “<br />

proprio da Gerardo Marotta in Gerardo tu permetti che io ti mandi un<br />

mezzo secolo di pazienti ricerche consigliere di Stato all'amministrazio-<br />

presso fondi librari e antiquari in ne?”. Risposi: “Sarei felice, perché fino-<br />

tutta Europa e costituisce il nucleo ra ho provveduto soltanto io per quin-<br />

fondamentale <strong>del</strong>l'Istituto fondadici anni all'Istituto”. Il consigliere di<br />

to nel 1975 a Roma, nella sede <strong>del</strong>- Stato fece una relazione nella quale afl’Accademia<br />

dei Lincei. fermò che, negli ultimi cinquant'anni<br />

Qui di seguito riportiamo l’inter- la più bella manifestazione, la più belvento<br />

integrale di Marotta la espressione di cultura in Europa era<br />

<strong>del</strong>l'Istituto. Nel 1980, il più grande filosofo<br />

d'Europa, Hans-Georg Gada-<br />

GERARDO MAROTTA<br />

mer, scrisse diversi articoli, di<br />

cui uno su gli annali <strong>del</strong>la<br />

Nel 1993 quando già ave-<br />

Pubblica Istruzione, <strong>del</strong> Ministero dei<br />

vamo fatto diverse scuo-<br />

Beni Culturali e, un altro, un bellissimo<br />

le nel Mezzogiorno, mi<br />

lavoro dedicato proprio all'Istituto. Nel-<br />

arrivò una telefonata dall’Istituto<br />

lui vedeva realizzarsi il suo sola<br />

Presidenza <strong>del</strong> Consigno,<br />

inseguito da sempre e mai realizglio.<br />

Era presidente <strong>del</strong><br />

zatosi, nonostante avesse girato tutto il<br />

consiglio Carlo Azeglio Ciampi, il qua-<br />

mondo, dall'America al Canada, in tutle<br />

mi disse: “L'Istituto Italiano per gli<br />

ti i paesi europei. Il suo sogno era quel-<br />

Studi Filosofici ha il primato in Europa.<br />

lo di cercare un istituto che potesse ri-<br />

Io ho seguito le sue manifestazioni, le<br />

mediare alla crisi universitaria. Aveva<br />

sue lezioni, i suoi seminari però, non ho<br />

capito insieme a Kristeller, a Richell e<br />

mai avuto la possibilità di cercare un po-<br />

altri grandi personaggi che, l'Università,<br />

sticino da dedicare a lei. Voglio venire a<br />

se abbandonata a se stessa, è fonte di<br />

Napoli ma, intanto voglio dedicare tutto<br />

corruzione per la società. Essa crea sem-<br />

il ricavato <strong>del</strong>la legge <strong>del</strong>l'otto per mille<br />

plicemente persone interessate al dena-<br />

per creare 400 scuole nel Mezzogiorno.<br />

ro. questo già era stato intuito da Fede-<br />

In Sicilia, Calabria, Sardegna , Puglia, in<br />

rico Cesi che fu il creatore <strong>del</strong>l'Accade-<br />

Lucania, nel Molise, dappertutto nel<br />

mia dei Lincei nel 1600. Egli aveva det-<br />

Mezzogiorno. Le manderò questi soldi.<br />

to che, bisognava creare un'accademia,<br />

So che lei fino adesso ha provveduto con<br />

perché i giovani che uscivano dall'Uni-<br />

i suoi risparmi a portare avanti l'Istituversità<br />

dopo la laurea<br />

to, ma questo non è giusto. Io voglio as-<br />

abbandonavano gli studi e si davano alle<br />

professioni. Si<br />

davano a far sol-<br />

“Io sono Raffaele Mattioli, sono il predi. Questo corrompeva<br />

man<br />

sidente <strong>del</strong>la Banca Commerciale Ita- mano la società.<br />

liana ma ho dietro di me tutte le ban- E questo aveva<br />

intuito nel secolo<br />

che italiane. Vorremmo fondare qui a scorso Gadamer<br />

insieme a Kristel-<br />

Napoli un Istituto che serva a formare ler. Egli venne a<br />

una classe dirigente perché Francesco Napoli e disse:<br />

“Io di qui non mi<br />

Saverio Nitti, ha detto che, non esiste muovo, ogni anno<br />

vengo a fare<br />

più una classe dirigente”<br />

lezione”. E così fu<br />

per venticinque<br />

solutamente contribuire come Governo”.<br />

anni.<br />

Dopo una settimana arrivò un'altra te-<br />

Che cosa si proponevano questi grandi<br />

lefonata: “Avevamo deciso cinque miliar-<br />

studiosi, insieme a Pugliese Carratelli<br />

di, invece vogliamo darne dieci, in ono-<br />

che era il direttore <strong>del</strong> nostro Istituto, <strong>del</strong><br />

re di quello che l'Istituto ha creato: l’Isti-<br />

quale ero il presidente?<br />

tuto Superiore di Hei<strong>del</strong>berg la collabo-<br />

Si proponevano di creare un'accademia<br />

razione con gli Istituti di Londra, duecen-<br />

a fianco ad ogni Università europea e<br />

to seminari in Germania. Tutto ciò ono-<br />

occidentale, anche negli Stati Uniti. Quera<br />

il nostro paese. Finché sarò al potere<br />

st'accademia serviva a dare una cultu-<br />

le farò dare sette miliardi all'anno”.<br />

ra generale, ma specificamente intensa.<br />

Ci trovammo così in una posizione di<br />

Una cultura umanistica, scientifica di<br />

privilegio. Naturalmente questo suscitò<br />

base, di scienze naturali, letteraria, sto-<br />

la cattiveria dei napoletani e quindi, prarica.ticamente,<br />

avemmo una campagna di<br />

Tutto questo era stato anche anticipato<br />

stampa contro Ciampi. Ne uscimmo<br />

da Benedetto Croce nel dopoguerra,<br />

gloriosamente, perché l'avvocatura <strong>del</strong>-<br />

quando aveva creato l'Istituto Italiano<br />

lo Stato disse: “Il comitato contro Ciam-<br />

per gli Studi Storici.<br />

pi non può far niente, può solo chiedere<br />

Che cosa era successo nel dopoguerra?<br />

semplicemente pareri al Ministero per i<br />

L'Italia era distrutta, come Napoli. Ven-<br />

Beni Culturali. Ciampi ha agito con giune<br />

un signore a Napoli e domandò:<br />

stizia”. Allora il comitato si rivolse a<br />

“Scusate dov'è la casa di Benedetto Croce?”<br />

Dopo che gli fu indicata la casa di<br />

Marotta,Parascandalo,<br />

Zavoli e Daniele<br />

alla manifestazione<br />

di Atripalda<br />

Benedetto Croce, a via Mariano Sebola,<br />

egli bussò, e fu ricevuto immediatamente.<br />

“Io sono Raffaele Mattioli, sono il<br />

presidente <strong>del</strong>la Banca Commerciale Italiana<br />

ma ho dietro di me tutte le banche<br />

italiane. Vorremmo fondare qui a Napoli<br />

un Istituto che serva a formare una<br />

classe dirigente perché Francesco Saverio<br />

Nitti, ha detto che, non esiste più<br />

una classe dirigente. Tutti i suoi collaboratori<br />

hanno cambiato fisionomia. Si sono<br />

dati al commercio <strong>del</strong>le cariche, <strong>del</strong>le<br />

prebende, anche se si sono mantenuti<br />

onesti. Per cui io voglio mettere a disposizione,<br />

quanti soldi volete, per creare un<br />

Istituto di teoria politica, per formare<br />

una classe dirigente”.<br />

Benedetto Croce si consultò con Adolfo<br />

Omodeo e decisero insieme di dare il<br />

nome di Istituto Italiano per gli Studi<br />

Storici. Fecero un discorso molto importante<br />

insieme a Pugliese Carratelli, a Federico<br />

Chabod, che fu il primo direttore<br />

<strong>del</strong>l'Istituto per gli Studi Storici. “Noi<br />

offriamo alla gioventù qualcosa che l'Università<br />

non può dare, perché l'Università<br />

ha un insegnamento monologico:<br />

ciò avviene per la facoltà di giurisprudenza,<br />

di medicina, di scienze, di architettura<br />

e tante altre facoltà. In realtà ogni<br />

giovane che esce da questa Università<br />

poi si mette a far soldi”.<br />

Era lo stesso ragionamento di Federico<br />

Cesi, fatto anche daGadamer. L'Istituto<br />

Italiano per gli Studi Storici servì a creare,<br />

come disse Valter Piagiami sulla<br />

Giurisprudenza italiana, una robusta covata<br />

di storici. Praticamente, Benedetto<br />

Croce e Raffaele Mattioli avevano realizzato<br />

semplicemente una parte di una<br />

missione: dare ai giovani che venivano<br />

a studiare all'Istituto di Napoli, un'istruzione<br />

di un insegnamento storico ador-<br />

20<br />

Foto di Antonio Mastromarino<br />

nato di una metodologia filosofica. Benedetto<br />

Croce diceva: “Ognuno di voi,<br />

se è idealista farà la storia idealista, con<br />

il metodo <strong>del</strong>la filosofia idealista, se è un<br />

marxista farà la storia secondo il manifesto<br />

di Marx e praticamente farà un'opera<br />

storica marxista, se è un fenomenologo<br />

farà una storia orientata alla fenomenologia<br />

di Husserl, in modo che la<br />

storia non diverrà più una mnemonica,<br />

di date. Noi daremo un insegnamento<br />

piantato sulla filosofia, cioè ognuno seguirà<br />

la propria filosofia nel raccontare<br />

una storia”. Così sorse una grande covata<br />

di storici. Per esempio Ernesto Ragionieri<br />

fu uno storico marxsista o Federico<br />

Chabod che già era un grande storico<br />

idealista.<br />

L’Istituto Italiano per gli Studi Storici co-<br />

L’avvocato Gerardo Marotta ad Avellino con l’ex sindaco Galasso e il presidente de<br />

sì diventò famoso. Ma i tedeschi e i francesi<br />

non si rassegnarono. Loro volevano<br />

una forma di insegnamento diverso<br />

come aveva cercato di fare Humboldt<br />

in Germania. Egli aveva creato a Berlino<br />

un'università al cui fianco aveva<br />

messo uno stiftung in cui si dava ai giovani<br />

una visione panoramica di tutte le<br />

materie.<br />

Naturalmente questo esempio luminoso<br />

di Humboldt, non fu molto seguito<br />

dal Ministero <strong>del</strong>l'Istruzione tedesca.<br />

Nel '900 ci fu un giro per tutto il mondo<br />

di Gadamer, di Kristeller, che venne<br />

con grande speranza in Italia. Entrò come<br />

docente alla Scuola Normale di Pisa.<br />

Kristeller significava la storia <strong>del</strong> Rinascimento,<br />

e i giovani di tutta Italia, corsero<br />

a diventare allievi <strong>del</strong>la Scuola Normale<br />

di Pisa. Questo esperimento grandioso<br />

che si stava creando a Pisa fu interrotto<br />

da una telefonata di Hitler a<br />

Mussolini. Disse Hitler: “Caccia Kristel-

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!