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Gaetano Greco - Dipartimento di Storia

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G. GRECO, Lezioni <strong>di</strong> <strong>Storia</strong> della Chiesa. 2<br />

feudale, capeggiata dal cavaliere Franz von Sickingen e dall’umanista Ulrich von Hutten<br />

(1488-1523, autore della seconda parte delle Epistolae obscurorum virorum), cominciò ad<br />

assalire la grande nobiltà ecclesiastica; l’alleanza fra principi luterani e vescovi cattolici<br />

sconfisse la rivolta <strong>di</strong> questi cavalieri, che, impoveriti dall’inflazione, univano sentimenti<br />

anticlericali al desiderio <strong>di</strong> saccheggiare i ricchi patrimoni del clero.<br />

Passarono pochi mesi e nella regione tedesca della Franconia scoppiò una rivolta conta<strong>di</strong>na<br />

che in breve interessò la Svevia, la Baviera, la Turingia, l’Alsazia, la Carinzia ed il Tirolo,<br />

fino al principato vescovile <strong>di</strong> Bressanone in Italia. La guida fu assunta dal teologo Thomas<br />

Müntzer ed il programma rivoluzionario, esposto in un documento noto con il nome <strong>di</strong> 12<br />

articoli, comprendeva tanto tra<strong>di</strong>zionali riven<strong>di</strong>cazioni conta<strong>di</strong>ne (come il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> continuare<br />

ad usare le antiche terre comuni) quanto elementi del più ra<strong>di</strong>cale riformismo religioso. La<br />

richiesta che l’elezione dei parroci <strong>di</strong> campagna spettasse ai conta<strong>di</strong>ni e non ai loro signori <strong>di</strong><br />

per sé non era rivoluzionaria, perché era un costume <strong>di</strong>ffuso in tante contrade europee ed<br />

accettato dalla consuetu<strong>di</strong>ne canonica, ma nelle pre<strong>di</strong>cazione degli agitatori più ra<strong>di</strong>cali si<br />

trasformava nella negazione <strong>di</strong> ogni gerarchia ecclesiastica e civile. Di fronte al pericolo<br />

sociale costituito dal movimento conta<strong>di</strong>no ancora una volta i principi tedeschi ritrovarono la<br />

loro unità, con l’avallo dello stesso Martin Lutero, che scrisse un opuscolo dal titolo<br />

significativo: Contro le empie e scellerate bande <strong>di</strong> conta<strong>di</strong>ni (1525). Nella battaglia <strong>di</strong><br />

Frankenhausen (1525) i conta<strong>di</strong>ni furono sconfitti, il loro capo venne giustiziato e la rivolta<br />

venne repressa nel sangue.<br />

La chiesa luterana. Il ruolo tenuto dai prìncipi nella <strong>di</strong>fesa della Riforma e nella<br />

repressione dei movimenti rivoluzionari che pretendevano <strong>di</strong> trarre da essa ispirazione ebbe<br />

un naturale sbocco nell'organizzazione delle chiese riformate. Nonostante che le simpatie <strong>di</strong><br />

Lutero andassero più verso la «Chiesa invisibile» (quella dei Santi, dei Giusti scelti da Dio),<br />

<strong>di</strong> fatto il riformatore tedesco collaborò con il suo allievo Melantone nella costruzione <strong>di</strong> una<br />

nuova organizzazione ecclesiastica <strong>di</strong> tipo territoriale. A ciascun principe venne riconosciuto<br />

il ruolo <strong>di</strong> «vescovo esterno» della chiesa del suo dominio, con il compito <strong>di</strong> vigilare sul suo<br />

or<strong>di</strong>namento, sulla sua gestione e sull'integrità della sua fede. In queste funzioni il sovrano<br />

veniva coa<strong>di</strong>uvato da un «concistoro» (cioè da un consiglio) nominato da lui stesso e formato<br />

da giuristi e teologi; più sotto stavano i «sovrintendenti» ed alla base i «pastori», incaricati<br />

dell'istruzione religiosa, della pre<strong>di</strong>cazione e delle pratiche <strong>di</strong> culto. Ben presto, però, i<br />

sovraintendenti furono sostituiti da nuovi vescovi, sicché la Chiesa luterana assunse un doppio<br />

aspetto: da una parte si trattava <strong>di</strong> una Chiesa statale, legata e subor<strong>di</strong>nata al potere politico<br />

territoriale; dall'altra parte era una Chiesa episcopale, cioè una Chiesa sempre più<br />

gerarchizzata e non comunitaria. All’interno <strong>di</strong> questo sistema, poi, svolgeva una funzione<br />

fondamentale l'istituto della «visita»: un'ispezione approfon<strong>di</strong>ta che i sovrintendenti dovevano<br />

effettuare per verificare il livello culturale e religioso dei pastori e per adottare gli eventuali<br />

opportuni rime<strong>di</strong> contro l'ignoranza del clero e contro la presenza <strong>di</strong> sette religiose.<br />

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