Gaetano Greco - Dipartimento di Storia
Gaetano Greco - Dipartimento di Storia
Gaetano Greco - Dipartimento di Storia
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
G. GRECO, Lezioni <strong>di</strong> <strong>Storia</strong> della Chiesa. 2<br />
anti-spagnola e anti-imperiale, in sostanziale collusione con gli interessi dei principi e delle<br />
repubbliche protestanti.<br />
I seguaci <strong>di</strong> Giansenio, che avevano come roccaforte e centro spirituale il monatero <strong>di</strong> Port<br />
Royal, attaccarono duramente la morale lassista e ogni compromesso con i comportamenti<br />
moralmente rischiosi o contigui con situazioni peccaminose.<br />
Del Giansenismo erano temuti tanto il rigorismo morale quanto e soprattutto gli effetti<br />
<strong>di</strong>sgregatori sull'unità monolitica della Chiesa nazionale. Sin dalla metà del secolo erano<br />
cominciate le pressioni del governo francese nei confronti della Curia romana per far<br />
condannare solennemente la dottrina giansenista, e fin dalle sue prime apparizioni il<br />
Giansenismo venne condannato dai pontefici:<br />
- con la bolla In eminenti (scritta nel 1642 e pubblicata nel 1643) papa Urbano VIII censurò<br />
una prima volta le opinioni <strong>di</strong> Giansenio, colpendo 5 proposizioni tratte dalla sua opera,<br />
- nel 1653 dalla bolla Cum occasione <strong>di</strong> papa Innocenzo X<br />
- nel 1664 dalla bolla Regiminis apostolici <strong>di</strong> Alessandro VII.<br />
Fra i polemisti <strong>di</strong> orientamento giansenista che intervennero nelle polemiche religiose <strong>di</strong><br />
quegli anni vi furono:<br />
- Antonio Arnaud (1612-1694), che scrisse nel 1643 un fortunato trattato contro la<br />
«comunione frequente» (cioè contro la superficialità con la quale i fedeli si accostavano a<br />
questo sacramento)<br />
- il filosofo e matematico Blaise Pascal, che pubblicò le sue famose Provinciali (1656-1657,<br />
mandate al rogo nel 1660) contro le contorsioni <strong>di</strong> una teologia morale, che impiegava le<br />
sue energie nell'analisi dettagliata <strong>di</strong> ogni singolo caso con un atteggiamento<br />
eccessivamente benevolo - almeno secondo Pascal - nei confronti dei peccatori e delle loro<br />
responsabilità<br />
- Jean Duvergier de Hauranne, abate <strong>di</strong> Saint-Cyran, che era il <strong>di</strong>rettore spirituale del<br />
monastero femminile <strong>di</strong> Port-Royal<br />
- il padre oratoriano Pasquier Quesnel, autore dell’opera Le Nouveau Testament en français<br />
avec des réflexions morales sur chaque verset (pubblicata una prima volta nel 1671 e<br />
ristampata più volte fino all’e<strong>di</strong>zione definitiva del 1699).<br />
C'è, infine, un altro aspetto del giansenismo, che non può essere trascurato perché permarrà<br />
assai a lungo, per tutta l'età moderna: la concezione ecclesiologica, cioè le idee dei giansenisti<br />
sull'organizzazione interna della Chiesa. Giansenio e i suoi seguaci nutrivano una forte ostilità<br />
nei confronti dei gran<strong>di</strong> or<strong>di</strong>ni regolari (in particolare dei Gesuiti e dei Domenicani), mentre<br />
erano favorevoli alle piccole congregazioni religiose (quelle che - come l'Oratorio <strong>di</strong> Pierre de<br />
Bérulle - operavano a livello <strong>di</strong>ocesano in accordo con i vescovi). Essi sostenevano inoltre<br />
un'ecclesiologia <strong>di</strong> stampo episcopalista: i vescovi dovevano essere in<strong>di</strong>pendenti tanto nei<br />
confronti del papa, la cui infallibilità poteva essere accettata solo per le decisioni sui gran<strong>di</strong><br />
principi ma non per i giu<strong>di</strong>zi intorno ai fatti concreti, quanto nei confronti dello stato, che non<br />
doveva ingerirsi nelle questioni dottrinali.<br />
Ma i giansenisti - favoriti anche dalla moderazione <strong>di</strong> papa Clemente IX che si accontentò<br />
<strong>di</strong> un’adesione generica alle condanne emanate dai suoi predecessori («pace clementina») -<br />
resistettero adottando una tattica assai particolare: accettarono la condanna papale, ma<br />
sostennero che le proposizioni condannate o non si trovavano nell'opera <strong>di</strong> Giansenio oppure<br />
erano state condannate attribuendo loro un significato <strong>di</strong>verso da quello che realmente<br />
avevano (e su ciò intendevano mantenere un “rispettoso silenzio”). Su questa linea <strong>di</strong>fensiva i<br />
seguaci <strong>di</strong> Giansenio si mossero con grande abilità, spostando lo scontro dai gran<strong>di</strong> problemi<br />
teorici a questioni <strong>di</strong>sciplinari e procedurali, attaccandosi a cavilli giuri<strong>di</strong>ci e interpretazioni<br />
capziose (il già ricordato “rispettoso silenzio”, il “caso <strong>di</strong> coscienza”, la <strong>di</strong>stinzione fra linea<br />
48