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F<strong>il</strong>e riservato ad esclusivo fine di studio<br />
Giuseppe Bettiol. Convegno patavino<br />
furiare del Diritto penale della volontà (W<strong>il</strong>lenstrafrecht), si ebbe uno dei pochi studi<br />
di critica oggettiva usciti in quei tempi diffic<strong>il</strong>i contro <strong>il</strong> diritto penale della volontà<br />
“di obbrobriosa memoria”, e proprio mentre in Germania, allora, certi professori per<br />
critiche anche velate al nuovo sistema perdettero la cattedra e non solo quella 17 .<br />
Quanto alla qualifica speculativa che secondo Pettoello non sarebbe attribuib<strong>il</strong>e<br />
al Bettiol-pensiero, riconosciamo ancora una volta di non avere strumenti adeguati<br />
per affrontare <strong>il</strong> tema, ma osserviamo che la perentorietà dell’affermazione lascia<br />
perplessi, se non altro perché <strong>il</strong> pensiero bettioliano, qualificato come f<strong>il</strong>osofia, è<br />
sempre stato preso in seria considerazione dai f<strong>il</strong>osofi del diritto 18 . Certo, si può dire<br />
anche, con Gonzalo Rodriguez Mourullo, che <strong>il</strong> teleologismo valorativo di Bettiol<br />
si presenta in definitiva come un’ideologia sulle fonti sostanziali del diritto penale 19 .<br />
Comunque, notiamo che lo stesso Pettoello r<strong>il</strong>eva che Bettiol si erge contro <strong>il</strong> sovvertimento<br />
operato dal positivismo criminologico invocando <strong>il</strong> complesso speculativo<br />
del razionalismo: né l’agire dell’uomo è “determinato”, né l’uomo che delinque è<br />
assim<strong>il</strong>ab<strong>il</strong>e alle primitive razze selvagge (i due postulati dell’indirizzo avversato). Il<br />
soggetto di diritto penale è “persona” sulla quale può cadere un rimprovero. Il rimprovero,<br />
non già la pericolosità (previsione di un possib<strong>il</strong>e danno, che come tale può<br />
riguardare anche un essere subumano o un’entità inanimata), è <strong>il</strong> giudizio penalistico<br />
da riferire ad una azione, perché essa, in quanto umana, è cosciente e volontaria. La<br />
scuola positiva si trova dunque in errore; i principi in cui credere − l’uomo è un essere<br />
cosciente, l’azione umana è cosciente e volontaria − sono ancora gli stessi del vecchio<br />
mondo razionalistico. Ma tale corso di idee va debitamente adeguato ai tempi, per<br />
cui <strong>il</strong> reato viene configurato e inteso non più come segmento di vita, come spazio<br />
chiuso, come fatto e null’altro, bensì come risultante di fatto e di personalità, cosicché<br />
<strong>il</strong> credo legalitario liberale non rinviene più nella condotta incriminata un limite<br />
ma un’occasione di arricchimento ulteriore.<br />
Questo basti ad indicare quel primato del valore dell’uomo e della cultura, cui<br />
Bettiol tanto teneva, e che questo Convegno certamente contribuirà a <strong>il</strong>lustrare meglio.<br />
Solo potremmo aggiungere, in relazione ai temi della prevenzione speciale cui<br />
si rivolge tra l’altro <strong>il</strong> titolo del convegno stesso, e riservando ulteriori riflessioni alla<br />
nostra successiva relazione, che, secondo Bettiol, <strong>il</strong> vero problema del diritto penale<br />
consiste non già nell’avvicinamento o nell’eventuale sostituib<strong>il</strong>ità della pena con<br />
una misura rivolta alla prevenzione speciale, bensì nella umanizzazione della pena e<br />
17 G. Bettiol, Colpevolezza normativa e pena retributiva oggi, in Gli ultimi scritti 1980-1982 e la lezione<br />
di congedo 6.V.1982, Cedam, Padova 1984, p. 92.<br />
18 Vedi, di recente, anche per ulteriori indicazioni, A. Vernacotola, Primato della persona e realismo<br />
metafisico. La f<strong>il</strong>osofia del diritto penale di Giuseppe Bettiol, ESC (Gruppo ESI), Rende 2010. Cfr. inoltre<br />
G. Marini, Giuseppe Bettiol. Diritto penale come f<strong>il</strong>osofia, Napoli 1985.<br />
19 G. Rodriguez Morullo, El teleologismo valorativo de Bettiol y el finalismo de Welzel, in «Boletin de<br />
la Universidad Compostelana», 1965, p. 40 dell’estratto.<br />
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