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counseling per gli operatori della salute - Api Formazione

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simulazione di situazioni lavorative. I giochi di ruolo rappresentano una modalità<br />

es<strong>per</strong>ienziale basata sull'immaginazione e sulla capacità di immedesimarsi in una<br />

situazione-stimolo tratta dalla vita quotidiana (lavorative o privata). I giochi di ruolo<br />

hanno un vasto utilizzo sia in campo terapeutico, formativo e ludico. In campo<br />

terapeutico il primo a verificare l'utilità del gioco e dell'azione drammatica nella<br />

liberazione dei sentimenti repressi fu Jacob Levi Moreno, uno dei fondatori <strong>della</strong><br />

psicologia moderna, partendo dal "teatro <strong>della</strong> spontaneità" da lui s<strong>per</strong>imentato. Nello<br />

psicodramma classico un direttore - che è un terapeuta - con l'aiuto di alcuni assistenti,<br />

invita un paziente a rappresentare scenicamente una situazione, di vita reale, <strong>per</strong> lui<br />

conflittuale, mettendosi a confronto con un antagonista. Anche in campo educativo fu<br />

Moreno stesso ad avvertire <strong>per</strong> primo il valore pedagogico <strong>della</strong> drammatizzazione e<br />

chiamò "tecniche di role-playing" le applicazioni del "teatro <strong>della</strong> spontaneità" a fini<br />

formativi. Tale tecnica rientra all'interno del settore delle simulazioni giocate, ossia un<br />

modo di apprendere dall'es<strong>per</strong>ienza, basato sulla possibilità di agire in situazioni di vita<br />

reale o verosimili, e di ricevere feedback dal formatore e dai partecipanti. Come è facile<br />

intuire lo spettro applicativo dei giochi di ruolo è vastissimo ed il segreto delle<br />

potenzialità di una tale tecnica risiede nell'avere una struttura o<strong>per</strong>ativa comune. Gli<br />

elementi fondamentali di una tale struttura riguardano le componenti di base, ossia le<br />

parti in relazione, quali la scena, il soggetto, il direttore, <strong>gli</strong> antagonisti ed un uditorio, e<br />

ad alcuni momenti principali, ossia i tempi di relazione, quali, il riscaldamento, l'azione,<br />

la partecipazione e il debriefing. Quello che cambia è il fine <strong>della</strong> tecnica, il modo di<br />

utilizzarla e quindi le competenze del direttore di "gioco" ma, a rigor di logica, gioco,<br />

educazione e terapia non sono mai state così vicine. Ciò che caratterizza<br />

maggiormente la tecnica del role-playing, chiaramente ereditata dallo psicodramma, è<br />

la possibilità <strong>per</strong> i soggetti di s<strong>per</strong>imentare il cambiamento tramite l’adozione di<br />

prospettive, modi di vedere e di sentire le situazioni diversi da quelli sino a quel<br />

momento es<strong>per</strong>iti: la spinta a cambiare, rinnovare e progredire è difficile da accettare<br />

poiché contiene in sé l’ansia dell’imprevisto. L’individuo affronta molti cambiamenti<br />

durante lo sviluppo: a volte accetta di nascondere parti importanti di se stesso che<br />

vede disapprovate, o ne adotta altre <strong>per</strong> imitazione o <strong>per</strong> intuito nella s<strong>per</strong>anza di<br />

sentirsi confermato. Gli adattamenti s<strong>per</strong>imentati <strong>per</strong>ò non portano sempre a una<br />

condizione di felicità: talvolta suscitano nell’individuo sentimenti di rabbia, tristezza,<br />

disistima che spesso tendono poi a cronicizzarsi nel tempo. Nel contesto lavorativo<br />

l’individuo, divenuto adulto, trascorre gran parte <strong>della</strong> sua giornata e vi trasferisce<br />

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