15.06.2013 Views

Impaginato 5.p65 - Universitat Rovira i Virgili

Impaginato 5.p65 - Universitat Rovira i Virgili

Impaginato 5.p65 - Universitat Rovira i Virgili

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

PER UNA FONETICA STORICA DELLE VARIETÀ SARDO-CORSE<br />

avuto dei riflessi anche sugli studi relativi alle parlate della Sardegna settentrionale.<br />

Questo atteggiamento, in parte, ha coinvolto lo stesso logudorese. Specialmente<br />

sul piano etimologico, si è preferito attribuire l’origine di certi forestierismi al<br />

catalano o allo spagnolo o anche al piemontese piuttosto che al ligure. Un esempio<br />

di questa predisposizione si osserva nel verbo chittì(ssi) ‘ripagare, rivaler(si)’<br />

e nell’aggettivo chìttu ‘pareggiato, saldato (sul piano economico)’, che è comune<br />

al logudorese e alle parlate sardo-corse. Le voci in questione rappresentano dei<br />

francesismi (fr. quitte ‘libero da debiti, obblighi, tasse, ecc’) passati in catalano e<br />

spagnolo ma anche nel genovese. Non a caso quest’ultimo ha un’espressione come<br />

semmo chitti ‘siamo pari’ 58 sulla quale si è operato il calco sass. cast. sed. sèmmu<br />

chìtti, gall. sèmu chìtti e log. sémus chìttos ‘siamo pari, abbiamo pareggiato i<br />

conti’. Ebbene, Wagner riteneva che il log. chìttu derivasse dallo sp. quite e che il<br />

verbo chittìre venisse dal cat. quedar quiti ‘essere in pace’ 59 senza chiedersi,<br />

trattandosi di forme attestate nella Sardegna settentrionale, se potessero essere<br />

penetrate per il tramite del genovese. Accanto alla pretesa toscanità del sassarese,<br />

dunque, si deve considerare il fatto che su non pochi ligurismi fonetici, morfologici,<br />

sintattici e lessicali del gallurese resta ancora molto da studiare.<br />

Per cercare di superare gli ostacoli che in qualche misura sembrano ancora<br />

impastoiare il dibattito sulle eteroglossie della Sardegna settentrionale 60 si è<br />

cercato di reperire il maggior numero di testimonianze documentarie su queste<br />

varietà, fossero esse di carattere onomastico, letterario, epigrafico oppure soltanto<br />

rappresentate da interferenze nel corpo di testi scritti in altre lingue come<br />

il latino, l’italiano e il sardo.<br />

È innegabile, come si accennava, che le eteroglossie sardo-corse non dispongano<br />

di un corpus documentario significativo. Tuttavia le pur frammentarie testimonianze<br />

non sono affatto da trascurare e costituiscono una base per impiantare<br />

un confronto con le fonti scritte, medioevali e moderne, di cui si dispone per il<br />

corso, il toscano, il ligure e il sardo, cioè i principali referenti linguistici con i<br />

quali le parlate sardo-corse si sono confrontate nel corso della loro storia. Ciò<br />

comporta che la lettura di determinati fenomeni debba avvenire necessariamente<br />

in filigrana. Concetto, questo, che è stato assunto come elemento fondante per<br />

qualsivoglia approccio alle varietà linguistiche corse: «La langue corse est présente<br />

58 A. GISMONDI, Nuovo vocabolario genovese-italiano, Torino, Edizioni Fides, 1955, p. 101.<br />

59 DES, I, p. 351.<br />

60 Su questo aspetto cfr. V. ORIOLES, Per una ridefinizione dell’alterità linguisttica. Lo statuto<br />

delle eteroglossie interne, in «Studi Italiani di Linguistica Teorica e Applicata», anno 25 (2005),<br />

3, Nuova Serie, pp. 407-423.<br />

53

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!