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Impaginato 5.p65 - Universitat Rovira i Virgili

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72<br />

Mauro Maxia<br />

norme della fonetica storica del sardo, 127 è possibile stabilire con una certa precisione<br />

il periodo in cui furono acquisiti dalle nuove varietà giunte dalla Corsica.<br />

Nella maggior parte dei casi i fenomeni in questione si collocano tra la fase finale<br />

dell’età giudicale (metà del XIII secolo) e il Quattrocento.<br />

La tesi conseguente a questo quadro storico-linguistico contempla una situazione<br />

sociale piuttosto complessa che dovette protrarsi a lungo. Durante un<br />

primo periodo le varietà alloglotte dovettero radicarsi presso nuclei di immigrati<br />

corsi che riuscirono a conservarsi coesi in determinate zone e quartieri dei<br />

centri abitati più importanti della fascia settentrionale della Sardegna. Sono diverse,<br />

ormai, le prove storiche e onomastiche che dimostrano questa situazione. 128 In<br />

un secondo momento – che non è necessariamente lo stesso per tutti i centri in<br />

cui oggi si parlano varietà di matrice corsa – il corso ha cominciato a sostituirsi<br />

al logudorese. In alcuni centri questo processo si è concluso da molto tempo.<br />

Per Sassari, Sorso, Castelsardo, Sedini, Tempio, Aggius e Calangianus il relativo<br />

periodo andrebbe individuato tra il Quattrocento e il Cinquecento. A<br />

Bortigiadas e nella bassa valle del Coghinas il processo di sovrapposizione del<br />

corso sul logudorese si è concluso soltanto tra la metà dell’Ottocento e i primi<br />

decenni del Novecento. A Olbia una dinamica analoga è in corso da secoli. Da<br />

qualche decennio anche a Budoni, Perfugas e Padru, anche a causa del<br />

concomitante abbandono del sardo a favore dell’italiano, il gallurese sembra<br />

guadagnare spazio nei confronti del logudorese.<br />

Lo studio dell’antroponimia a livello locale ha consentito di appurare che<br />

non sempre la lotta tra il sardo e il corso si è conclusa a favore di quest’ultimo.<br />

A Osilo, Nulvi e Ozieri, dove tra il Quattro e il Cinquecento sono attestate cospicue<br />

colonie corse, l’elemento alloglotto fu sopraffatto da quello autoctono. 129<br />

Nella prospettiva di un sempre più soddisfacente chiarimento di quanto è avvenuto<br />

in passato, queste situazioni locali offrono la possibilità di osservare le<br />

dinamiche con le quali le due varietà, quella autoctona e quella alloglotta,<br />

interagirono. Si tratta di processi lenti, durante i quali le due varietà concorrenti<br />

acquisiscono a vicenda sardismi e corsismi adattandoli alle proprie norme fonetiche.<br />

Queste situazioni possono protrarsi per un tempo indefinito, come dimostra<br />

il caso di Olbia, oppure volgere a favore di una delle due varietà in un tempo<br />

127 Cfr. M. L. WAGNER, Fonetica storica del sardo, Introduzione Traduzione e Appendice di Giulio<br />

Paulis, Cagliari, Trois, 1984.<br />

128 Cfr. M. MAXIA, I Corsi in Sardegna cit., pp. 45-47 e passim.<br />

129 Ivi, pp. 197-205; 207-217.

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