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Impaginato 5.p65 - Universitat Rovira i Virgili

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54<br />

Mauro Maxia<br />

et se manifeste, d’une façon ou d’une autre, dans tout texte écrit par un Corse,<br />

quels que soient l’époque et le code employé, et que de tels témoignages son<br />

utilisables». 61 A maggior ragione questo aspetto deve essere tenuto presente per<br />

quanto riguarda le eteroglossie di matrice corsa del settentrione sardo.<br />

8. Nello studio della fonetica storica delle varietà in questione l’approccio deve<br />

partire da almeno tre considerazioni. Anzitutto bisogna ricostruire, fin dove<br />

possibile, il quadro storico entro cui la presenza corsa si venne attestando e<br />

consolidando nella parte settentrionale della Sardegna. A questo problema lo<br />

scrivente ha dedicato, durante l’ultimo decennio, vari studi che hanno toccato<br />

diversi aspetti di quel vero e proprio caleidoscopio che è la linguistica sardocorsa.<br />

Non appare privo di importanza, a questo riguardo, come la recente<br />

storiografia ci assicuri della presenza a Sassari di una consolidata colonia corsa<br />

fin dalla prima metà del Trecento. E, d’altra parte, la rivisitazione di alcuni<br />

documenti, che finora erano passati in secondo piano, consente di stabilire che<br />

l’elemento corso fin dalla seconda metà del Cento in Sardegna giocava, per<br />

certi versi, un ruolo paragonabile a quello degli elementi pisano e genovese. 62<br />

Un altro aspetto, strettamente connesso con quello precedente, è rappresentato<br />

dal percorso carsico che le varietà in questione hanno compiuto durante<br />

parecchi secoli. Tutto ciò a causa dello scarso prestigio di cui, specialmente<br />

il sassarese, sono state accreditate, si può dire, fino a oggi.<br />

Un promettente filone di ricerca è costituito dai testi logudoresi prodotti<br />

nei centri corsofoni o esposti all’influsso del gallurese, del sassarese o delle<br />

varietà intermedie dell’Anglona. Negli archivi parrocchiali di Sassari, Sorso,<br />

Castelsardo, Sedini, Tempio, Aggius e Calangianus può capitare, spesso nel<br />

contesto di documenti secenteschi, di reperire dei corsismi lessicali, fonetici,<br />

morfologici e sintattici. A titolo di esempio si può citare il passo di un documento<br />

proveniente dalla zona di Sedini, «di custu p(rese)nti annu» 63 , in cui la<br />

prima e la terza forma sono corse mentre la seconda è sarda e la quarta risulta<br />

ambigua. Del resto, interferenze che segnalano la vigenza del corso si rintrac-<br />

61 Cfr. J. CHIORBOLI, Reflets de la langue corse dans un manuscrit du XVIIe siècle, in «Etudes<br />

Corses», 10, (1978), p. 156.<br />

62 Cfr. CDS = TOLA P., Codex Diplomaticus Sardiniae, I-II, «Historiae Patriae Monumenta», Torino,<br />

1858-1862, ristampa anastatica, Delfino Editore, vol. I, docc. 83, 93, 95 (anno 1169); alcuni<br />

brani sono ora riproposti in M. MAXIA, Studi sardo-corsi cit., parte I, cap. 2.<br />

63 Archivio Parrocchiale di Sedini, Quinque Libri di Speluncas, f. 1, l. 1.

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