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shree 108 swami ramdas kathia baba - World Nimbarka Parishad

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certo tempo. Quella notte nevicava ed il fuoco si spense rapidamente, il freddo penetrò velocemente<br />

in profondità nel mio corpo che incominciò a tremare violentemente scuotendomi fuori dal sonno.<br />

Tremando, mi sedetti e scoprii che il fuoco si era smorzato mentre nevicava tutt‟intorno. C‟erano<br />

poche scelte: riaccendere il fuoco o andare incontro a morte certa. Riflettei, lasciare il seggio di<br />

preghiera per cercare aiuto da qualcuno, anche da Guruji stesso, era proibito. Se mi fossi rivolto a<br />

lui per il fuoco, mi avrebbe punito per aver dormito quando avrei dovuto pregare. Senza fuoco<br />

d‟altro canto, il corpo sarebbe congelato per il freddo, con morte certa. Visto come stavano le cose,<br />

alla fine decisi che qualunque fosse stata la punizione, dovevo andare da Guruji, cercare aiuto<br />

altrove sarebbe stato disonesto. Mi alzai e con passi pesanti, camminai alla capanna dove Guruji era<br />

seduto e mi fermai davanti alla sua porta.<br />

Immediatamente chiamò, “Chi va là?”<br />

“Sono io, Signore, Ramdas.”<br />

“Cosa ti fa abbandonare il tuo posto durante la notte per venire qui?”<br />

“Guruji Maharaj, il mio fuoco sacro si è spento, potrei avere un po‟ di brace?”<br />

Rispose con veemenza, “Devi esserti addormentato, altrimenti com‟è possibile che il fuoco si sia<br />

spento? È per passare il tempo a dormire che hai abbandonato la casa paterna, a prezzo<br />

dell‟angoscia dei tuoi genitori? Se dovevi passare le notti a dormire potevi anche restartene a casa.<br />

Che necessità c‟era di far soffrire i tuo genitori?”, continuò a rimproverarmi a questo modo.<br />

Tremando, risposi, “Signore, sono indubbiamente colpevole. Il sonno improvvisamente mi ha<br />

vinto, ti scongiuro di perdonarmi Signore. D‟ora in poi sarò particolarmente attento.”<br />

Andò avanti a sgridarmi duramente ancora per un po‟ e poi disse, “Rimani in piedi lì dove sei per<br />

un ora, non ti darò subito la brace.”<br />

Avevo familiarità con la supremazia di Guruji, disobbedire ai suoi ordini era assolutamente fuori<br />

questione. Rimasi lì, in piedi, tremando per il freddo.<br />

Dopo un po‟, Guruji prese un pezzo di brace fumante del suo fuoco sacro, lo gettò fuori e disse,<br />

“Prendilo e vai. Questa è l‟ultima volta, sta attento che non si ripeta.”<br />

Raccolsi il tizzone ardente, riaccesi il mio fuoco sacro, mi sedetti sulla stuoia e ripresi le<br />

preghiere.<br />

Un giorno Guruji mi disse, “Figlio mio, devo andare altrove per delle faccende, puoi rimanere<br />

qui seduto finché non ritorno? Ma fa attenzione, non ti devi muovere da qui per nessuna ragione<br />

finché non sarò tornato.”<br />

“Obbedirò senza dubbio ai tuoi comandi, a costo della vita.”<br />

Stabilì il posto, e si raccomandò, “Rimarrai qui seduto finché non ritorno” e partì.<br />

Mi sedetti ad aspettare che tornasse. I giorni venivano e se ne andavano in lenta successione.<br />

Alla fine, all‟ottavo giorno riapparve.<br />

Come mi alzai e mi inchinai a lui, chiese, “Figlio mio, sei rimasto qui seduto tutto il tempo?”<br />

“Sì, Maestro,” risposi a mani giunte, “sono rimasto qui seduto dal momento della tua partenza.”<br />

“Non ti sei alzato nemmeno per fare i bisogni?”<br />

“No, Signore. Per tua grazia, non ho sentito bisogno ne di urinare ne di defecare.”<br />

“Hai mangiato qualcosa?”<br />

“No, Signore.”<br />

Soddisfatto, disse, “Figlio mio, è proprio così che bisogna osservare gli ordini del Guru, lasciare<br />

casa a costo del dolore e delle lacrime dei genitori e dei parenti diventa meritorio e gradito a Dio,<br />

solo sottomettendosi al Guru così come hai fatto, con parole, opere ed atti.”<br />

Fu così che persistetti con determinazione nel servire il Guru ed ad adempiere ai suoi ordini. In<br />

cambio lui fu estremamente misericordioso, progressivamente mi istruì nell‟Astanga Yoga*<br />

unitamente ai rituali dell‟Hatha Yoga*, inoltre mi iniziò alle molteplici formule mistiche ed alla<br />

loro applicazione pratica. Contemporaneamente per soggiogare la mia rabbia e la mia vanità, di<br />

tanto in tanto mi tormentava con svariate punizioni e mi castigava con parole terribili e<br />

provocatorie. Per quasi nessuna ragione o anche con accuse inventate, mi insultava dandomi del<br />

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