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shree 108 swami ramdas kathia baba - World Nimbarka Parishad

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Il quarto discepolo di Babaji Maharaj, Narottamdas, era il figlio di un altro bramino ortodosso<br />

eremita di Bharatpur. Un giorno mentre tirava su l‟acqua da un pozzo, incidentalmente fece cadere<br />

la ciotola monastica di Babaji Maharaj nel pozzo e, per paura della punizione, battè in ritirata<br />

dall‟eremitaggio. Ad ogni modo rimase fedele al sentiero della disciplina spirituale e alla fine<br />

sebbene da solo, lasciò un segno. Si spostava sempre con un grossa congregazione di seguaci ed<br />

invariabilmente, riceveva gli onori dovuti normalmente al capo di un‟ashram. Anche lui non c‟è<br />

più. Una volta chiesi a Narottamdasji, “Ricordi, dai tuoi giorni d‟infanzia, di aver mai visto Babaji<br />

Maharaj eseguire alcun rito religioso particolare?”<br />

Rispose, “Era già un‟Anima Realizzata a quel tempo. Non l‟ho visto nello stato di aspirante.<br />

Quando vivevo con lui da ragazzo, a volte eseguiva dei rituali particolari. Una o due volte al mese,<br />

in compagnia di Garibdas, andava verso la foresta portando un bicchiere da mezzo litro e chiedeva<br />

che venisse riempito d‟acqua pulita. Risucchiava quell‟acqua con il pene e dopo poco, la espelleva<br />

di nuovo nel bicchiere come se urinasse. Seguendo le sue istruzioni, ci preparavamo con gli stoppini<br />

usati per le lampade, come quelle che si usano per le cerimonie nei templi. Babaji Maharaj ci faceva<br />

accendere gli stoppini e li mettevamo sopra al liquido rilasciato per vedere se bruciavano stabili<br />

oppure no. Eseguivamo i suoi comandi e guardavamo meravigliati gli stoppini accesi, sostenuti da<br />

quest‟urina, continuare a bruciare con una fiamma ferma senza suoni, esattamente come se fossero<br />

alimentati dal ghee, come nei templi. Soddisfatto dalla condizione delle fiammelle, tornava al suo<br />

seggio. A parte questo rituale misterioso, non sono stato testimone di altri.”<br />

Ho elencato il nome dei primi quattro discepoli di Babaji Maharaj. Molti altri arrivarono più<br />

tardi, molti dal Bengala, quasi tutti sono vivi, quindi non è necessario parlare di loro<br />

dettagliatamente.<br />

Più tardi, ammise come suo discepolo anche un noto ladro di Vrindavan. Solo la sua storia e la<br />

mia, al momento opportuno, sarà raccontata con i dovuti particolari.<br />

Nel corso delle sue peregrinazioni, una volta andò a Hathras. Lo Zemindar, il governatore<br />

distrettuale, il quale era molto ricco, ma non aveva figli maschi, servì Babaji Maharaj con<br />

considerevole devozione ed alla fine gli chiese, “Signore, non ho figli maschi. Saresti così<br />

caritatevole da concedermene uno?”<br />

Babaji Maharaj disse, “D‟accordo, prometti che erigerai un tempio per me a Vrindavan ed avrai<br />

un figlio.”<br />

Lo Zemindar accettò immediatamente, “Lascia che mi nasca un figlio e senza dubbio ti farò<br />

costruire un tempio a Vrindavan.”<br />

Babaji Maharaj profetizzò, “Entro un anno da oggi, sarai benedetto da un figlio. Ricordati però,<br />

che se non farai costruire il tempio, tuo figlio non vivrà. Tornerò fra un anno.”<br />

Di lì a poco la moglie del possidente terriero concepì e diede alla luce un figlio maschio. Quando<br />

Babaji Maharaj ritornò alla conclusione dell‟anno, lo Zemindar recitò la parte dell‟ardente devoto,<br />

esprimendo gioia per la nascita del figlio, ma ritrattò la sua promessa di erigere un tempio a<br />

Vrindavan, dicendo, “Ecco il mio spazioso giardino. Qui è dove farò innalzare il tempio. Di grazia,<br />

fanne la tua residenza permanente.”<br />

A questo volgere degli eventi, Babaji Maharaj, disse, “Hai giurato di erigere un tempio a<br />

Vrindavan. Adesso che hai un figlio, hai la presunzione di tornare sul tuo impegno. Come<br />

conseguenza, al terzo giorno contando da oggi, questo tuo figlio cesserà di vivere.”<br />

Detto questo si incamminò fuori dalla dimora del ricco e sistemò il suo tappeto da preghiera in<br />

un luogo lì vicino. Naturalmente, il figlio morì esattamente al terzo giorno. Profondamente<br />

addolorata, piangendo amaramente, la moglie dello Zemindar corse fuori dai confini interni della<br />

propria villa e giunta da Babaji Maharaj, si gettò ai suoi piedi e lo implorò, “Signore, per favore<br />

perdona mio marito. Ero senza figli e fu la tua grazia a concedermene uno. Incautamente, mio<br />

marito ti ha preso con leggerezza e così sono nuovamente senza figli. Ma io sono innocente e<br />

chiedo la tua commiserazione. Farò tutto ciò che desideri.”<br />

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