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shree 108 swami ramdas kathia baba - World Nimbarka Parishad

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“Quest‟uomo pagherà sicuramente per le sue malefatte anche senza che nessuno prenda l‟iniziativa.<br />

Avete riacquistato le vostre facoltà e non avete riportato alcun serio danno, allora perché, ispirati<br />

come siete dallo spirito di rinuncia, ospitate il desiderio di denunciarlo alla polizia?”<br />

Il trio ad ogni modo insistette, “Quest‟uomo è un assassino e deve essere consegnato alla<br />

giustizia.”<br />

Ma Babaji Maharaj disse, “Potete farlo se desiderate, ma non funzionerà. Io dichiarerò di aver<br />

bevuto molto più di voi della stessa bevanda, e non mi è successo nulla. La vostra denuncia quindi<br />

cadrà e vi porterà solo imbarazzo.”<br />

I Mahant questo dovettero ammetterlo e Pushkardas la fece franca.<br />

In un‟altra occasione, Pushkardas servì a Babaji Maharaj del cibo avvelenato, che quest‟ultimo<br />

assorbì tranquillamente senza che nessuno ne sapesse nulla. Pushkardas si illudeva che la cintura di<br />

legno intorno ai fianchi di Babaji Maharaj fosse cava e piena di monete d‟oro. Pianificò quindi di<br />

liberarsi di Babaji Maharaj per mettere le mani sulla cintura che nascondeva il tesoro. Avendo<br />

fallito due volte il tentativo di avvelenarlo, escogitò un nuovo piano d‟azione. Quando Babaji<br />

Maharaj si fermò ad Agra per pochi giorni durante una pellegrinaggio, Pushkardas, originario di<br />

quella città, si mise d‟accordo con alcuni teppisti locali ed escogitò un piano diabolico. Una notte,<br />

trovando Babaji Maharaj addormentato alla base di una collinetta, si procurarono un enorme masso<br />

di un centinaio di chili, lo trasportarono insieme sul crinale e lo gettarono sulla figura sdraiata di<br />

sotto. Il macigno lo colpì nella parte superiore del braccio sinistro, causandogli un forte dolore, ma<br />

si alzò subito afferrando un pesante bastone con l‟altra mano. I criminali immediatamente se la<br />

diedero a gambe levate, concludendo erroneamente che la roccia avesse mancato il suo bersaglio<br />

lasciando la vittima designata indenne. Pushkardas comunque, si presentò subito di fronte a Babaji<br />

Maharaj, fingendo totale ignoranza dell‟accaduto. Babaji Maharaj lo aveva chiaramente<br />

riconosciuto tra i furfanti, ma fece finta di niente e si trasferì quella stessa notte insieme con il<br />

cospiratore. L‟impatto al braccio aveva rotto una delle sue arterie e leso gravemente le ossa.<br />

Sebbene dopo alcuni giorni di sofferenza migliorasse, dovette vivere per il resto dei suoi giorni con<br />

un persistente dolore nel punto di impatto e nella vicina giunzione arteriosa. Questo episodio<br />

riguardante Pushkardas, l‟ho imparato da Babaji Maharaj stesso nel corso di una normale<br />

conversazione.<br />

Nonostante quanto successo, era lo stesso Pushkardas che ancora di tanto in tanto cucinava per<br />

Babaji Maharaj e che gli teneva compagnia. Non fu mai fatta nessuna accusa. Quando gli chiesi il<br />

perché, Babaji Maharaj disse questo, “Figlio mio, nessuno può causare la sofferenza altrui. Tutti<br />

raccogliamo i frutti delle nostre azioni e soffriamo in accordo con le nostre passare disavventure.<br />

Quale danno mi ha realmente inflitto Pushkardas? Sono ancora quello che sono sempre stato, in<br />

Unione con il Signore. Cosa può farmi ch‟io debba rimproverarlo o chiedergli di andarsene? Ti dico<br />

in tutta onestà, figlio mio, sono al di là del dolore e del piacere.”<br />

Lo ascoltai senza parole per la meraviglia, prostrandomi interiormente in silenzio.<br />

Molti anni dopo la mia prima circumambulazione, qualcuno mi informò telegraficamente che<br />

Babaji Maharaj era seriamente ammalato e che dovevo recarmi a Vrindavan immediatamente. Il<br />

giorno stesso lasciai Calcutta per Vrindavan con Shree Abhoynarayan. All‟arrivo, trovai Babaji<br />

Maharaj leggermente indisposto e completamente senza appetito. Un dottore era stato chiamato a<br />

visitarlo dagli abitanti del luogo, la cintura di legno era stata aperta segandola e lui indossava un<br />

perizoma di lino, non il solito fatto di legno. Più tardi venni a sapere che Pushkardas, questa volta<br />

aveva mescolato più di 20 grammi di arsenico con la farina per i chapati da servire a Babaji Maharaj<br />

per il suo pasto. Quando era uscito per sciacquarsi la bocca dopo aver mangiato, era<br />

improvvisamente collassato a terra e aveva sbattuto la testa su un ceppo di legno lì di fianco. Ferito<br />

era andato a distendersi sul letto. Notando il suo stomaco rigonfio, una volta ottenuto il suo<br />

permesso, avevano rimosso la cintura di legno con una sega. Quando arrivammo, la dilatazione del<br />

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