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shree 108 swami ramdas kathia baba - World Nimbarka Parishad

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Le Kumbh Mela, che vengono celebrate in momenti specifici ad Haridwar ed in altri luoghi,<br />

richiedono la presenza del Mahant della sacra Vraja. Babaji Maharaj di conseguenza, lasciava<br />

Vrindavan per partecipare a quei festival. In più, ogni anno, partecipava alla circumambulazione<br />

della regione di Vraja.<br />

Le altre volte era possibile incontrarlo, come precedentemente detto, al ghat per le abluzioni, sul<br />

fiume Yamuna. Molti degli abitanti di Vraja, in particolare i bramini Gautama, erano<br />

particolarmente affascinati da lui. Alcuni dei leader tra i bramini Gautama, come Chhannu Singh,<br />

Nona Singh e altri, possedevano in comune un frutteto nella zona di Kemarvan, che abbracciava la<br />

linea ferroviaria. Questi proposero a Babaji Maharaj di spostarsi e stabilirsi in quella proprietà, dove<br />

i giovani locali, usavano trovarsi per lottare.<br />

La sua reazione fu, “Accetterò a patto che mi facciate un lascito a titolo definitivo di quella<br />

proprietà. Altrimenti sono soddisfatto di vivere qui sulla Yamuna.”<br />

Essi acconsentirono ad una condizione, “Ti apparterrà, fino a quando tu, i tuoi discepoli, i<br />

discepoli dei tuoi discepoli, o chiunque dei discepoli successivi, continueranno a vivere qui. Se e<br />

quando, questa sequenza sarà interrotta, la proprietà tornerà ai nostri discendenti.”<br />

A queste condizioni il giardino fu consegnato a Babaji Maharaj. Questo avvenne 23 anni fa,<br />

nell‟anno della Kumbh Mela, nel mese di Magh (anno bengalese*) a Prayag, Allahabad.<br />

Babaji Maharaj migrò dalle sponde della Yamuna al frutteto, installò il fuoco sacro in una<br />

capanna con il tetto in paglia e da allora continuò a risiedere in quel posto.<br />

Presto fu il tempo della Kumbh Mela e Babaji Maharaj, affidando l‟ashram a Garibdasji, partì ed<br />

arrivò a Prayag, il luogo del festival, accompagnato dal suo discepolo Premdas, un sadhu della setta<br />

Shree di pelle estremamente scura di nome Kalyandas ed una giovenca chiamata Ganga.<br />

A questo punto è utile fare una digressione e parlare di Premdasji. Figlio di un bramino di Vraja,<br />

nacque in un villaggio vicino Dauji. Quand‟era appena un ragazzo, fu iniziato e chiamato Premdas<br />

da un discepolo anziano di Babaji Maharaj. Più tardi, il Guru lo consegnò a Babaji Maharaj,<br />

dicendo, “Questo mio discepolo rimarrà con te e ti servirà. Prenditi cura di lui come se fosse tuo.”<br />

Stando con Babaji Maharaj, da allora ebbe una discreta educazione e fedele al suo nome, un<br />

carattere affettuoso. Trovava profondo piacere nella lettura attenta del “Sursagar”* e nell‟ascoltare<br />

le recite della letteratura mitologica, frequentemente eseguite a Vrindavan. La ripetuta esposizione a<br />

queste recite e commentari gradualmente suscitò in lui la convinzione che fosse inutile indossare la<br />

collana di tulsi, il filo sacro e osservare i canoni tradizionali dell‟alimentazione Vishnuita, che<br />

Parmahansavritti è la via più appropriata per un asceta Vishnuita, e che dio risiede in ognuno ed<br />

ogni cosa si equivale. Incominciò ad esporre questi concetti apertamente anche all‟interno<br />

dell‟ashram.<br />

Quando Babaji Maharaj ne venne a conoscenza, semplicemente disse, “Quest‟uomo ha perso la<br />

ragione. Come posso prenderlo seriamente?” queste parole erano appena strate dette, che Premdasji<br />

incominciò a comportarsi come uno squilibrato. Entrambi gli occhi si dilatarono e arrossarono,<br />

prese un paio di pinze per il fuoco ed abbandonò immediatamente l‟eremitaggio.<br />

Incurante dell‟ambiente intorno a lui, incominciò a vagare freneticamente ed in maniera<br />

incoerente in luoghi lontani quali Varsana. Non mangiava ne beveva o dormiva, dovunque<br />

guardasse vedeva solo Babaji Maharaj. Dopo cinque giorni di quest‟infervorata peregrinazione, con<br />

il corpo lacerato da sterpi e spine, riapparve a Vrindavan.<br />

Garibadasji lo incontrò e profondamente toccato dalla sua triste condizione, lo trascinò con forza<br />

da Babaji Maharaj, supplicandolo a mani giunte, “Babaji Maharaj, Premdas è solo un ragazzo, il tuo<br />

Bala Gopal*. Abbi pietà di lui, è completamente impazzito ed inconsapevole del mondo esterno.<br />

Per tua grazia, riportalo alla ragione.”<br />

Babaji Maharaj disse, “Cosa posso fare? Sono forse un dottore?” poi, visto che Garibdasji<br />

insisteva, aggiunse, “D‟accordo, puoi lasciare che abbia un po‟ del cibo consacrato. Anche se è un<br />

miscredente, lascia che verifichi l‟efficacia divina latente in esso.”<br />

Garibdasji prese un chapati* dal cibo benedetto avanzato da Babaji Maharaj, lo diede a<br />

Premdasji e gli impose di mangiarlo. Premdasji ne spezzò un pezzo e se lo mise in bocca, ma per lui<br />

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