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shree 108 swami ramdas kathia baba - World Nimbarka Parishad

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via delle Anime Illuminate, esse non prenderanno mai parte ad attività che portano legame e<br />

rinascita. La loro idea di servizio è di distruggere alla radice le sofferenze umane. Di conseguenza,<br />

il loro modo di agire trascende la comprensione delle persone comuni.”<br />

Vorrei a questo punto raccontare un episodio che illustra come Babaji Maharaj usasse<br />

nascondere se stesso dietro false apparenze. Una volta, mentre soggiornavo a Vrindavan, un<br />

muktear (un‟agente legale), da Karimganj nel distretto di Sylhet venne all‟ashram per vedere<br />

direttamente Babaji Maharaj. Al suo arrivo, il gentiluomo mi trovò seduto fuori dalla stanza e mi<br />

tocco i piedi. Quasi immediatamente, Babaji Maharaj uscì dalla stanza, lamentandosi e gemendo,<br />

come se soffrisse di qualche acuto dolore fisico. In effetti, la scena era così inquietante che il<br />

gentiluomo si dimenticò addirittura di inchinarsi di fronte a lui, parlò di un paio di rimedi per<br />

alleviare il dolore e se ne andò appena pochi minuti dopo il suo arrivo. Il gentiluomo non aveva<br />

fatto quasi tempo ad andarsene che Babaji Maharaj era di nuovo nel suo normale stato di salute.<br />

Gioviale e comunicativo, con nessun segno di malessere. Mi interrogai sulla particolare sfortuna di<br />

quell‟uomo al quale era stato negato anche il privilegio di toccare e raccogliere la polvere sacra dei<br />

piedi di Babaji Maharaj. Scene di questo genere, si può dire senza esagerazione, si ripetevano tutti i<br />

giorni.<br />

Osservai che molti aspiranti spirituali, fingevano solennità quando vi erano in giro dei visitatori.<br />

Babaji Maharaj era esattamente l‟opposto. Sia con i discepoli che con i non discepoli, nascondeva<br />

completamente la sua vera natura e sempre interpretava la parte della persona spiritualmente<br />

ignorante assorta nella routine di ogni giorno, in effetti questa era la sua seconda natura. I suoi<br />

discepoli ed ammiratori, di tanto in tanto gli regalavano vari vestiti e indumenti, lui li legava<br />

semplicemente in un fagotto e li conservava, quasi mai li regalava ad un monaco dell‟eremitaggio<br />

anche a se a volte ne avevano decisamente bisogno. Piuttosto, distribuiva uno o due pezzi di tessuto<br />

di qualità superiore a qualcuno dei suoi discepoli laici, ma quasi mai ai sadhu dell‟ashram, sebbene<br />

chiusi a chiave in un armadio, i tessuti spesso finivano per rovinarsi.<br />

Inizialmente non ero capace di indovinare i motivi di Babaji Maharaj dietro un tale<br />

comportamento. Più tardi, con il passare del tempo, cominciai a comprenderne il significato<br />

recondito. Generalmente parlando, mi trattenevo dal porre a Babaji Maharaj domande esplicite su<br />

ogni argomento, perché mi aveva fatto sapere direttamente dopo la mia iniziazione, che mi avrebbe<br />

guidato ispirandomi dall‟interno piuttosto che tramite un‟istruzione orale. Questo aiuto silente, era<br />

quello che alla fine mi forniva la risposta. Il suo tacito obbiettivo era di assicurarsi che gli aspiranti<br />

che risiedevano nell‟ashram, sotto la sua cura, non sviluppassero nessuna tentazione per gli<br />

allettanti regali da lui ricevuti e che non diventassero quindi negligenti nella loro ricerca spirituale,<br />

come persone interessate alle cose esteriori, ne convertire l‟eremitaggio in un santuario mascherato<br />

per il lusso ed i piaceri mondani. Infatti oggigiorno, molti santuari e monasteri sono degenerati in<br />

centri di opulenza, con l‟esclusione di pochi che ancora hanno come obiettivo l‟ascetismo e le<br />

pratiche devozionali. Un piccolo numero, è vero, mantiene uno studio regolare delle scritture, ma<br />

purezza interiore, fede ferma e amore per Dio sono difficili da trovare. Diversi di questi centri<br />

fuorviati, non solo indulgono in un vivere sontuoso, ma considerano anche che sia un dovere morale<br />

dei laici, provvedere i mezzi, in termini di denaro e beni materiali, necessari per il sostentamento di<br />

questo stile di vita poco conforme. Babaji Maharaj era naturalmente attento che il suo convento non<br />

degradasse verso lo stesso destino, ed il suo comportamento con i monaci era governato<br />

completamene da questa considerazione. Così è come appariva a me.<br />

Spesso usava mangiare prima dell‟alba quando era ancora buio, dicendo che si sentiva affamato<br />

solo a quell‟ora. Questo era un trucco che usava con efficacia per svegliare tutti nel mezzo della<br />

notte e costringerli a lasciare il conforto del proprio letto, lavarsi ed impegnarsi nei compiti a loro<br />

assegnati in cucina o al tempio o altrove a seconda delle necessità del caso. Altre volte, fingeva<br />

preoccupazione per l‟eventualità che qualche ladro facesse una visita notturna ed otteneva il<br />

medesimo risultato. Per i seri cercatori di Dio, Babaji Maharaj consigliava due o tre ore di sonno ed<br />

un solo pasto nelle 24 ore come più che adeguati. Era dell‟opinione che aderire a queste restrizioni<br />

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