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shree 108 swami ramdas kathia baba - World Nimbarka Parishad

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soldato, tirò fuori un po‟ di cannabis dalla sua borsa e ne preparò un po‟. Fumarono e conversarono<br />

alla pari per un po‟ prima che Babaji Maharaj decidesse di tornare indietro all‟eremitaggio. Solo il<br />

re sa quel che pensava di un tale cameratismo nel suo palazzo con il portinaio, nello sfondo delle<br />

sue autorevoli felicitazioni di un attimo prima.<br />

Sia quel che sia, è generalmente al di la di ogni comune mortale trattare allo stesso modo onore e<br />

disonore come in questo caso.<br />

Un giovane neofita dall‟eremitaggio di Davanal Kund a Kermarvan, una volta voleva prendere<br />

per uso medico, alcune foglie dalla pianta di melograno dell‟ashram di Babaji Maharaj.<br />

Quest‟ultimo si oppose dicendo, “La mia pianta è ancora troppo piccola, non posso lasciarti<br />

raccogliere le foglie. Cerca altrove.”<br />

Incominciò a comportarsi con il ragazzo come con un suo pari, come se trasformato in un<br />

ragazzo egli stesso. Anche il giovane sadhu perse cognizione dell‟anzianità di Babaji Maharaj, ed<br />

ingaggiò un litigio con botta e risposta come avrebbe fatto con un altro ragazzo della sua stessa età,<br />

diventando alla fine anche ingiurioso. La scena andò avanti per un po‟, alla fine il ragazzo gettò la<br />

spugna e se ne andò. Fu con un certo sforzo che riuscii a tenere una faccia inespressiva e trattenere<br />

le risate. Babaji Maharaj eccitato dallo scontro verbale, si pavoneggiò come un ragazzino, “Beh!<br />

Voleva prendere le foglie dal mio albero! Gli ho dato quel che si meritava! Che te ne pare?”<br />

Io ed altri due o tre dei suoi discepoli, una volta stavamo viaggiando in treno con Babaji<br />

Maharaj. Noi occupavamo uno scompartimento direttamente adiacente a quello di Babaji Maharaj<br />

con solo una grata di ferro come separazione. Successe che prima che salissimo sul treno, nello<br />

scompartimento di Babaji Maharaj, ci fossero due passeggeri mussulmani, che erano scesi<br />

temporaneamente per andare da qualche parte. Trovandolo libero e senza sapere degli altri due<br />

viaggiatori, facemmo accomodare Babaji Maharaj e ci sistemammo nello scompartimento di fianco.<br />

Dopo poco comunque, i due seguaci dell‟Islam riapparvero e non appena salirono sulla carrozza, il<br />

treno cominciò a muoversi. Diretti ad Agra, di robusta costituzione e di mezz‟età, i due<br />

incominciarono a punzecchiare Babaji Maharaj. Quest‟ultimo scese subito al loro livello e con i<br />

loro stessi termini contrattaccò con uguale veemenza. Reciproco rancore, spesso arricchito da<br />

invettive volgari, si prolungò per un certo tempo, fino a che il duo realizzò che non potevano averla<br />

vinta in quel modo. Cambiando tattica, tirarono fuori della carne di manzo da un fagotto,<br />

aspettandosi così di lasciare l‟avversario senza parole e costringerlo a muoversi su un‟altra carrozza.<br />

Rimasero fortemente delusi, visto che Babaji Maharaj caricò, “Il vostro cibo va bene solo per dei<br />

selvaggi. Continuate e divoratelo, perché dovrei esserne turbato? Io ho la mia dieta personale.”<br />

Prima della partenza, gli avevamo dato alcuni frutti di guava per il viaggio. Ora li tirò fuori, li<br />

fece a fette uno alla volta con il coltello e mentre ne mangiava alcune fette, allungava il braccio e ne<br />

passava anche a noi nello scompartimento adiacente come cibo benedetto. Una volta mi aveva detto<br />

che durante lunghi viaggi in treno, per quanto riguarda il cibo, potevano essere prese delle misure<br />

d‟emergenza per ragioni di salute e ogni volta che un tale bisogno si presentava, condivideva con<br />

noi la frutta o delle radici. Essendo fallito il tentativo di intimidire Babaji Maharaj, i due praticanti<br />

dell‟Islam si azzittirono e dopo poco scesero dal treno. Contento come uno scolaretto, Babaji<br />

Maharaj era tutto un sorriso, “Quei due si immaginavano di potermi impaurire e farmi lasciare il<br />

mio posto. Perché dovrei essere impaurito da loro? Avrei potuto menarli con un braccio solo. Sono<br />

forse un rammollito da dover essere infastidito da quei due?” Quella volta guardando Babaji<br />

Maharaj facemmo davvero fatica a trattenere le risate.<br />

Dimostrazioni di una tale semplicità fanciullesca non erano rare.<br />

Una mattina, dopo che Babaji Maharaj aveva fatto il bagno, si era messo il gopichandan come<br />

prescritto ed infine si era vestito con un pezzo di tessuto del tutto ordinario, Shree Abhoynarayan<br />

spontaneamente fece un complimento, “Babaji Maharaj, sei davvero bello così vestito.”<br />

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